Senza i «fratelloni» podio meno azzurro

A Lucerna, nostalgia degli Abbagnale A Lucerna, nostalgia degli Abbagnale Senza i «fratelloni» podio meno azzurro Era uno dei «moschettieri» di Francia Da oggi le rughe si combattono così LUCERNA. «La natura lo fece e poi ruppe lo stampo». Questa sentenza di Ariosto si addice al caso di Giuseppe Abbagnale. Sarà inutile cercarne un altro, chissà per quanto tempo. La sua barca, affidata al fratello Carmine e al bravo conterraneo Cascone, ha preso un buon terzo posto sul bacino del Rotsee che il «due con» aveva visto tante volte trionfare. La prova di Lucerna pone al nostro canottaggio molti e pressanti problemi. Abbiamo raggiunto la finale in molte categorie, ma i successi sperati non sono venuti. Torna sotto esame il doppio di Galtarossa e Corona, sul quale si erano fatti luminosi progetti. Converrà tenerli staccati dal quattro di coppia, indebolendo così un armo che per anni ci ha dato onori e medaglie? Qual è la migliore strategia per colmare quel grande vuoto che lamentiamo nella vogata di punta? Mancano appena due mesi a Indianapolis, sede dei prossimi Mondiali. Ma la Federazione giustamente, come ha dichiarato il presidente Romanini, allarga i suoi programmi ad Atlanta 1996, e cerca insieme di soddisfare i suoi doveri e di appagare il Coni, che accresce i suoi contributi in denaro, finalizzandoli - come usa dire adesso - alle medaglie da conquistare. D'altra parte La Mura ripete che il numero dei canottieri italiani è tuttora esiguo, e che non si può limitare l'azione ai soli atleti di eccezione. Perciò auspica una partecipazione massiccia a Indianapolis. E il Consiglio Federale, accogliendo le sue proposte, decide di mandare negli Usa 52 atleti. Questo vuol dire partecipare a tutte le prove escluso il due senza, a tutte le specialità dei pesi leggeri meno il singolo. La Mura ha bisogno di molta fortuna, oltre che dell'appoggio pieno del Consiglio. A Lucerna, la conquista della sola medaglia del due con ha lasciato l'amaro in bocca. I pesi leggeri hanno in parte consolato, con la vittoria nel doppio conquistata da Esposito, 39 anni, insieme con Crispi. Anche Gaddi e Pettinari hanno gareggiato bene, sino a raggiungere la medaglia d'argento nel due senza. E la toscanina Bertini è finita al 2° posto nel singolo pesi leggeri. Ma ci si aspettava qualcosa di più dal quattro senza e dal quattro di coppia. Le «trovate» del presidente Oswald hanno fatto diventare «olimpiche» queste due barche, il doppio e il quattro senza pesi leggeri. Facciamo buon viso a cattivo gioco, e curiamole con attenzione, queste specialità. In definitiva, senza l'indimenticabile «due con», si è assistito solo allo show degli altri, con il gran finale dell'otto, con la vittoria della Germania sugli Usa. Donato Martucci FORMULA 3000 GP del Mediterraneo BIARRITZ. Jean Borotra, uno dei leggendari «quattro moschettieri» del tennis francese che dominarono la scena mondiale fra gli Anni Venti e Trenta, è morto ieri all'età di 95 anni. Con la sua scomparsa, l'unico moschettiere ancora in vita è il novantenne René Lacoste, famoso per l'abbigliamento sportivo col marchio dell'alligatore. Jacques Brunon e Henri Cochet erano morti rispettivamente nel 1978 e nel 1987. Borotra aveva vinto il singolare di Wimbledon nel 1924 e nel 1926 e il doppio nel 1925. Nel 1931 aveva conquistato il titolo degli Internazionali di Francia, dove aveva successivamente vinto tre volte il doppio. Nel 1928 aveva ottenuto il successo nel TURISMO TEDESCO iHHH La gara di Donington singolo, doppio e doppio misto agli Open d'Australia. Aveva partecipato a nove finali di Coppa Davis e giocato per 17 anni, un record, nel torneo. Le sue squadre avevano vinto la coppa per sei volte di seguito, dal 1927 al 1932. Quella a cavallo tra gli Anni Venti e Trenta rimane ancor oggi l'era di massimo splendore nella storia del tennis francese. A Wimbledon, il titolo del singolare fu monopolizzato da Borotra e compagni per sei anni di seguito, dal 1924 al 1929. Quando la Francia tornò alla vittoria nella Coppa Davis nel 1991, mettendo fine a un digiuno che durava da 59 anni, il capitano francese Yannick Noah dedicò la clamorosa impresa contro gli Usa proprio a Jean Borotra. Il quale volle scendere negli spogliatoi a stringere la mano ai suoi eredi. «Grazie ragazzi - disse il vecchio campione - non saprei proprio dire per quanto tempo ancora sarei stato capace di aspettare». «Ho appena parlato con la signora Borotra - ha detto il presidente della federazione francese Christian Bimes - Jean si è spento alle 9,30. E' una grande perdita per lo sport francese». Borotra era presidente emerito della federazione. Nato il 13 agosto 1898 a Biarritz da famiglia agiata, Borotra aveva studiato legge ma aveva fatto fortuna vendendo motori per pompe di benzina. In campo, indossando i consueti pantaloni di flanella bianca e il berretto, si faceva valere per l'implacabile volée e la grande astuzia, ma era il grande entusiasmo che metteva nel gioco a renderlo popolarissimo fra gli appassionati. Fred Perry, il grande campione inglese, disse di lui una volta: «Borotra era sempre pronto a dare l'anima per la Francia». L'entusiasmo per la racchetta non lo aveva mai abbandonato. Continuava a giocare malgrado gli anni e gli acciacchi. Pochi mesi prima dell'80° compleanno, in occasione dei cinquantanni dello stadio del Roland Garros, si era cimentato nel torneo veterani. [re. t.l Jean Borotra, morto a 95 anni Lugano - Si chiama OKODERM ed è filialmente disponibile in Farmacia. Viene dalla Ricerca Giuliani e dalle più recenti scoperte della Comunità Scientifica Internazionale sui fattori che determinano l'invecchiamento cutaneo. In particolare sulle rughe, che in questo periodo - con l'esposizione al sole - sono una minaccia per la pelle. Ma perche la luce solare accelera la formazione delle rughe? Oggi sappiamo che in presenza dei raggi ultravioletti aumenta enormemente il numero di Radicali Liberi, cioè di molecole dotate di una insidiosa capacità di danneggiare le cellule, anche quelle che sostengono l'epidermide. Mancando il sostegno si verifica il cedimento del derma e di conseguenza la ruga. Ecco perché è dall'interno che bisogna intervenire. ORODERM è, infatti, un integratore dietetico in capsule, da assumere 3 volte al giorno. Agisce come "cacciatore" di Radicali Liberi in eccesso, ma non solo: contiene la Lisina, un prezioso precursore dell'Elastina e del Collagene, "il mattone della pelle". L'azione di ORODERM è perciò duplice: contro i Radicali Liberi e per la ricostruzione del derma. Ciò si ottiene con un uso corretto e costante del prodotto. Un trattamento semplice - a pensarci bene - come bere un bicchiere d'acqua!