viaggiatori in Italia. Hollywood sul Tigullio alla corte del grande attore inglese

viaggiatori in Italia. Hollywood sul Tigullio alla corte del grande attore inglese viaggiatori in Italia. Hollywood sul Tigullio alla corte del grande attore inglese Una veduta di Portofino Sopra Rex Harrison con Lilli Palmer IN solo non farò Higgins, ma se non prenderete Rex per quella parte, non andrò nemmeno a vedere il film». Ma lui non si muoveva da Portofino. E seppe di aver vinto il suo braccio di ferro con chi a Hollywood lo considerava finito a 56 anni, la notte che George Cuckor lo chiamò a Villa San Genesio invitandolo a Los Angeles per i provini. Non ci andò nemmeno: mandò una sua istantanea in barca, con un fiasco di Chianti in una mano e un giornale con la data bene in vista nell'altra; e la parte, e l'Oscar, furono suoi. Era il 1964. «Quando portò la statuetta a Portofino e lo facemmo cittadino onorario - continua Nannicini detto "il Nanni" -, andammo tutti al bar La Gritta e celebra che ti celebra la statuetta finì a mare e qualcuno dovette tuffarsi per riprenderla». Non c'è da stupirsi che la quinta signora Harrison, la bionda Elisabeth Harris, con i pantaloni a zampa d'elefante e l'aria da hippy di buona famiglia, si accorgesse che c'era troppo passato a San Genesio, dove Rex Harrison la chiamava sempre «darling», per non sbagliarsi con il nome di Rachel, di Kay, di Lilli e delle altre. Da vecchio, ricorda Elisabeth ancora con rancore, divenne così formale che quando portavano i bambini a fare un picnic sull'erba, lui rimaneva nella sua Rolls-Royce a consumare la colazione su un vassoio d'argento. Si faceva chiamare «Sir» dai suoi figliastri, che erano figli di Richard Harris. Poi, un giorno di sole del 1974, la grande recita di Rex Harrison a Portofino sconfinò nella farsa. Tutti i suoi vestiti di Kilgour, French e Stanbury di Savile Row, tutte le sue scarpe di John Lobb's di St. James Street e le camicie di seta di Turnbull and Asser, che rimandava a Jeremyn Street ogni volta che dovevano essere stirate, furono ammassati alla rinfusa mentre una troupe della Bbc lo intervistava per un grande documentario biografico. «Bevete un bicchiere del vino delle mie vigne, diceva alla troupe con l'aria affabile del divo in vacanza. E tutto appariva così sereno e paradisiaco - ricorda Elisabeth Harris -. Ma dietro di lui stavamo traslocando; la villa stava per essere venduta e dal paese nessuno venne ad aiutarci». Roy Moseley, il biografo che condivide con Harrison un anticomunismo un po' comico, dà la colpa di questa defezione al bolscevismo che avrebbe stregato i portofinesi. Se la ride invece Nannicini, l'ex vicesindaco democristiano, che attribuisce l'addio di Rex Harrison a Portofino alla gelosia della moglie. Tutti i suoi libri, tutte le sue lettere e i suoi vestiti furono buttati dentro delle lenzuola e fatti calare giù dal monte. E mentre la più grande confusione si impadroniva di San Genesio, Elisabeth sentì la voce elegante di suo marito intonare, rivolto alle telecamere della Bbc: «Guardate che vista meravigliosa. Ecco perché ho deciso di comprare questo posto...». Livia Manera Amori, show, giornate ingiardino a studiare come disporre le vigne, le serate in barca sullo yacht dei Windsor