Gigli incorpora, Fausti anticipa, Barucci studia

Gigli incorpora, Fausti anticipa, Barucci studia Gigli incorpora, Fausti anticipa, Barucci studia più volte ha minacciato di fare? Mancano forse alcuni dettagli, ma il dado si può considerare tratto: Elemond è di Mondadori. Lo confermano gli stessi legali, difendendo presso il Giurì dell'Autodisciplina Pubblicitaria l'affermazione che il gruppo guidato da Giovanni Cobolli Gigli ha raggiunto il 20% del mercato librario. Che si ottiene sommando alle quote di Segrate la produzione della scolastica Elemond. Può quindi dedicarsi senza preoccupazioni a girare il mondo Giorgio Fantoni, fino a ieri azionista di controllo della galassia che comprende anche la sacra Einaudi dove è già in ar rivo la cassa integrazione, per via dei conti in rosso. Che farà Giulio Einaudi? Si inchinerà alla amara legge del controllo di gestione, o si lancerà in nuove avventure Giulio Einaudi editoriali, come Leonardo Mondadori Non è questa l'unica novità sotto i vessilli del Biscione. Nella linea di un percorso alternativo al «blind trust» (sortito dal cappello contestualmente all'ingresso in politica di Re Silvio), ecco Ennio Doris, anima e corpo di Programma Italia, lanciare una sorta di mezzo management buy out sulla holding che controlla fondi e assicurazioni dell'universo Fininvest. Pronto, se mai sarà possibile, a mangiarsela tutta. Intanto Leonardo Mondadori convince il cugino Luca Formenton a rientrare come azionista nella casa editrice di famiglia. Meglio riportarsi ai blocchi di partenza, non si sa mai. Il mondo corre veloce. E difatti, liberi dalla tutela del sommo capo trasformato in presi¬ dente del Consiglio, Fedele Confalonieri e Franco Tato disfano, rammendano, ricuciono. Lavorano come matti a consolidare le attività, a ricondurre i debiti a un giusto livello. Con grande sollievo di molti banchieri, assai preoccupati per i loro crediti. I quali cominciano a pensare che quella folgorazione sulla via di Damasco che ha colpito Silvio Berlusconi, trasformandolo da imprenditore in lider maximo, sia stata (per loro) un vero miracolo. E sempre per stare in zona banche, luglio porta una nuova sorpresa: la Comit ha deciso di anticipare l'aumento di capitale ad agosto. Quei capricci del listino che avevano consigliato al presidente di Cariplo Sandro Molinari e al patron di Mediobanca Enrico Cuccia di Fausti ha fretta rinviare le ope- per la Comit razioni sul mercato, non spaventano l'amministratore delegato della perla di piazza Scala. Ma poiché di Luigi Fausti tutto si può dire, tranne che sia uomo avventato, sorge Tronchetti Provera spontanea la domanda: perché? Forse il presidente Lionello Adler lo spiegherà domani, nel corso della assemblea. Ma qualche ipotesi sorge spontanea. Per esempio che la «perla» voglia essere pronta per la campagna di autunno. Quando si comincerà a discutere di Stet, tanto per buttare lì un nome. Il tenace Marco Tronchetti Provera ha infatti ripresentato a Berlusconi quel progetto sulla finanziaria presieduta da Biagio Agnes, che un anno fa Romano Prodi aveva scartato. Un «pacchetto Italia» che ha come partner estero la francese Alcatel. Tuttavia, potrebbe anche trattarsi di interessi nel settore credito. Le offerte allettanti non mancano. C'è la Banca delle Telecomunicazioni, che il ministro dei Trasporti Publio Fiori ha rimesso in circolo, dopo aver fatto fallire l'ipotesi San Paolo di Torino. C'è la Banca dell'Agricoltura, dove da qualche giorno sono tornati gli ispettori di Bankitalia. E sul cui azionista di controllo, Giovanni Auletta Armenise, le pressioni perché si metta in riga con la ricapitalizzazione si moltiplicano. A dire il vero, su Bnc e Bna sono in corsa altri pretendenti: la Banca di Roma di Pellegrino Cataldo, il Credito Italiano e la Cassa di risparmio di Verona. Ma tutto è talmente fluido in questa Seconda Repubblica... Né vanno dimenticati altri impegni, come Offerte per Agnes Fabiani si dà alla Difesa quello che vede la Comit, con consorelle, accingersi a entrare nel capitale della Finmeccanica di Fabiano Fabiani, tutta lanciata sul polo della «difesa». E chissà come questo sogno si concilia con gli annunci di tagli alle spese del ministero retto da Cesare Previti. Come si vede, nel mondo della finanza privata o privatizzanda è tutto un fiorire di idee e programmi. Non così nella finanza pubblica, dove il ministro del Tesoro Lamberto Dini vede slittare quella manovra di cui dovrebbe essere primo protagonista. Col risultato di trovarsi (il conto l'ha fatto il perfi¬ RESTANDO I N <i ri* i> <• / / i r n in •■ n I r il n 11 n I i a . ('. <• <■ i ufi t

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