«Campioni senza Coppa»

Il presidente: portiamo in Italia l'immagine di una Nazionale vincente, l'avevo promesso Il presidente: portiamo in Italia l'immagine di una Nazionale vincente, l'avevo promesso «Campioni senza Coppa» Matarrese: nessuno più forte di noi «Siamo campioni del mondo senza coppa». Matarrese non si arrende neppure di fronte alla sconfitta nella partita più difficile e sofferta. Il presidente è orgoglioso, ringrazia tutti, detta il suo proclama: «Questa finale ha dimostrato che non siamo inferiori a nessuno. Usciamo a testa alta, sicuri di aver fatto fino in fondo il nostro dovere. Ma in questo momento il cuore piange». E non soltanto quello. Basta vedere gli occhi arrossati dei componenti lo staff federale. Il capo ufficio stampa Valentini è stato colto da una crisi di pianto alla fine della partita, il dottor Zeppili! è il ritratto della desolazione. Tutto sommato il meno affranto è proprio il presidente, che trova perfino il modo di sorridere di fronte a taccuini e microfoni: «Maledetti rigori. A distanza di quattro anni la storia si è ripetuta, ma al termine di una partita diversa. Ho capito che questa squadra è formata da ragazzi splendidi. Baresi è stato magnifico. Un presidente non può che essere orgoglioso di avere un gruppo così, guidato da un grande tecnico. Riportiamo in Italia l'immagine di una Nazionale vincente, come avevo promesso alla gente prima di partire. Il Brasile ci ha battuti, ma non è stato superiore a noi». Poi rivela: «Non mi aspettavo che finisse così, ma avevo previsto che sarebbero stati i rigori a decidere. Non rimprovero i giocatori, anzi, voglio loro più bene di prima. Nello spogliatoio c'era aria da funerale, hanno pianto tutti». Ed eccoci al et. Matarrese ha sempre difeso l'Arrigo e lo fa anche adesso: «Dopo la Nigeria dissi che meritava sei e mezzo di voto. Adesso gli darei un lodevole. E' un grande uomo, merita il massimo rispetto. Passerà alla storia come uno dei più grande tecnici del nostro calcio». Oggi alla 14 il rientro in Italia con un volo charter che atterrerà a Roma domani alle 11. Conclude il presidente: «Adesso pretendiamo gli applausi degli italiani». I giocatori vanno via in lenta processione. Facce stravolte, pochissima voglia di parlare. Roberto Baggio è il ritratto della desolazione. Lo consola la piccola Valentina che stringe forte, forte il suo papà e lo riempie di baci. In dubbio fino a poche ore dalla partita, Baggio ha deciso di giocare d'accordo con i medici. Dice il dottor Ferretti: «E' stata una scelta giusta, in campo ha retto bene anche se nel finale ha avuto i crampi». Roberto non sembra invece troppo convinto. Ha giocato perchè il momento era solenne, rischiando una brutta figura. Infatti ammette: «I medici hanno detto che potevo farcela, io ho cercato di fare il possibile per aiutare i compagni. Ho provato qualche scatto, ma non potevo permettermi tanto di più». A11'87', il minuto per lui magico in altre occasioni, ha risentito una fitta alla coscia destra: «E' la prova che in questo Mondiale a me doveva andare tutto storto. Poi è arrivato il rigore, ma non ero più nelle condizioni di calciare con la solita scioltezza. Ho perfino tirato forte, mentre in genere piazzo il pallone. Ma anche gli altri erano stravolti. E' andata così, resta una grande amarezza da smaltire». Esce Pagliuca zoppicando vistosamente. Spiega: «Ho legato una scarpa troppo stretta e sento un gran dolore al metatarso. Spero non sia nulla di grave». Ma i veri dolori sono altri. Continua il portiere: «Eravamo destinati a non finire bene il Mondiale. Perdere ai rigori è una grossa delusione, ma siamo secondi con onore. Io ho parato il tiro di Marcio Santos, ma poi ne abbiamo sbagliati tre su quattro ed è stato tutto inutile. I problemi maggiori li abbiamo avuti nel secondo tempo supplementare, a quel punto pensavamo tutti ai rigori, o la va o la spacca». Ma non è un Mondiale da buttare: «Mi restano dentro sentimenti opposti, una grande gioia e una grande amarezza. E ricorderò per sempre questa partita». E finita malissimo per Mussi: stiramento ai flessori della coscia destra. Nella foto sopra capitan Baresi anticipa iin quella a fianco l'esultanza di Pelè con l brasiliano Romario; la cantante Whitney Houston altro modo: purtroppo avremmo avuto bisogno del vero Baggio, invece Roberto stava male a ogni movimento. I rigori sono la nostra maledizione, due Mondiali da vincere sono finiti così. Ma mi consolo: sono abbastanza giovane per riprovarci nel '98». Per Donadoni la delusione è fortissima: «Non è possibile perdere in questo modo dopo aver speso fino all'ultima goccia di energia. Non potevamo fare di più, io stesso credo di aver disputato una delle migliori partite della mia carriera. Purtroppo ci ha fregato la stanchezza, altrimenti nessuno di quei cinque avrebbe sbagliato dal dischetto». E Signori, che ha pensato dalla panchina vedendo enfiare Evani? «Mi aspettavo di andare in campo - confessa il laziale - ma non ciedo che con me sarebbe cambiato qualcosa. I rigori? Tutti troppo stanchi». [f. v.] |

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