America America qualcuno non capisce

America, America America, America qualcuno non capisce i- (Dal nostro inviato speciale) limistnii. 16 luglio. Quando John Kennedy, il maggio del 1961, assunse dinanzi agli americani l'impegno di inviare entro dieci anni un equipaggio sulla Luna, gli scienziati degli Stati Uniti erano in grado di iniiangere il muro del cosmo per un minuto e mezzo. Venti giorni prima, il 5 maggio ciotto stesso anno, l'astronauta Alan B. Shepard era intatti riuscito a eludere la forza di gravitazione terrestre soltanto per novanta secondi pvima di ricadere con la sua capsula nell'oceano. Non sen na ironia, l'impresa fu deli nita una « capriola spaziale ». Oggi, mentre procedono verso la Luna un razzo, una astronave e un modulo composi 1 di cinque milioni di parti diverse, quegli ordigni ri1 appena otto anni fa ci appaiono rudimentali. ■ L'americano Hutchins Goddard fu il primo uomo a ltir sollevare un razzo da terra, nel 1926. Sembra che le scoperte di questo pioniere siano state sensazionali. Goddard è morto quasi in miseria, ma i s,uoi eredi sono miliardari. La Nasa ìia dovuto parare i diritti di ben 126 brevetti che queste, inventore Aveva deposti ilo. E Werner von Brami, quando venne per la prima volta interrogato dagli esperti americani sui misteri del V 2, rispose: « Ma perché fate proprio a me certe domande? Perché non lo chiedete a Goddard che è stato il mio maestro? ». Eppure il razzo sperimentato da questo genio della missilistica si era alzato soltanto di pochi metri. E da quel giorno sono trascorsi appena quarantadue anni. La velocità con cui si sviluppano le realizzazioni tecnologiche non sembra inferiore a quella con cui l'astronave Columbia da ieri si sta muovendo nel cosmo. E men tre milioni di persone seguo no trepidanti le vicende dei tre uomini a bordo della capsula, per gli scienziati il problema è già risolto, la Luna è già raggiunta. Per loro soltanto un banale incidente, un caso fortuito pub impedire ormai il successo della missione, che comunque non potrà fallire alla prova successiva. Ormai 1 ruoli si invertono noi profani, che dovremmo più facilmente cedere alle lusinghe dell'immaginazione^ e avventurarci a ruota libera nei misteri del cosmo, magari abbiamo guardato aila partenza del Saturno come a uno spettacolo ormai risaputo: sono invece gli scienziati, che pur si limitano a sviluppare in prospettiva conoscenze già acquisite, quelli che sembrano galoppare con la fantasia. Noi profani, magari, finiamo per demandarci se i voli interplanetari sono davvero opportuni e se non fosse stato più saggio inviare sulla Luna, invece che due astronauti, un paio di sonde-robot: in fondo si trattava soltanto di raccogliere qualche pugno di ciottoli. Invece per Arthur Clarke tt questa è la più grossa sciocchezza pronunciata negli ultimi dieci anni, che pure stupidi lo sono stati abbastanza. Sarebbe come immaginare Colombo che dicesse ai suoi compagni: bene, ragazzi, ci siamo reti conto che c'è terra all'orizzonte. Ora possiamo anche tornare a casa». Per Clarke, che pure è inglese, la Luna è « l'America dell'America, anzi qualche cosa di più. La Luna è solo la prima tappa verso la «tratto per le stelle. L'esplora¬ zione dello spazio — che deve essere condotta dall'uomo c dalla macchina, entrambi complementari — sarà un continuo processo, con infiniti obbiettivi, che non aura mai fine. E quando i nostri nipoti dalle colonie spaziali guarderanno la Terra, troveranno inconcepibile che qualcuno, agli albori dell'astronautica, non si fosse reso conto di certi ovvi latti della vitati. Fra quattro giorni Armstrong e Aldrin scenderanno sulla Luna e vi resteranno per dieci ore, ma passeggeranno in superficie soliamo per due ore e mezzo. Co) volo tt Apollo 20 ». previsto entro il 1972, gli astronauti resteranno invece sulla Luna almeno per due settimane: la spola delle sonde spaziali avrà consentito la formazione di sufficienti depositi di ossigeno. Se sarà trovata acqua nel sottosuolo lunare, si pensa di costruire delle strutture cilindriche, non dissimili dagli n igloo » degli esquimesi, dove sarà possibile stare al riparo dalle meteoriti e dai raggi solari. In questi n igloo i> una trentina di scienziati dovrebbero dimorare almeno due anni senza ritornare sulla Terra nemmeno in vacanza. Infatti la Luna, data la mancanza di atmosfera, è la piattaforma ideale per piazzarvi dei telescopi che avrebbero una potenza almeno dieci volte superiore a duella dei telescopi terrestri. Non saranno i nostri nipoti a vedere questi miracoli: basterà aspettare fino al 1975. I tre astronauti hanno appena incominciato la loro avventura che a noi conti- i l i nua ad apparire quasi inverosimile, e già promettono dì far visitare i crateri anche a noi, viaggiatori tra ì più riluttanti. Thomas Paine, che è l'amministratore della Nasa, e quindi esperto sia in spazio sia in dollari, prevede che entro i prossimi vent'anni i viaggi lunari saranno alla portata (o quasi) di tutte le borse. Cinquemila dollari, poco più di tre milioni di lire, por l'andata e il ritorno. Il professor John Lewitt è un astronomo che dirige lil planetario dell'Università di Filadelfia. Per lui le coionie lunari sono una realtà del prossimo futuro. Dal fondo del suo telescopio il nostro professore già scorge sulla Luna comunità autosufficienti capaci di produrre acqua, cibo e di riempire i contenitori di atmosfera soltanto con materiale raccolto sulla superficie del nostro satellite. « Chi dice — sostiene Lewitt — che la superficie lunare non sia coltivabile? Basterà produrre l'acqua, dentro speciali cisterne, dove saranno dissolti alcuni materiali lunari ». « UH industriati — sostiene la rivista "Time" — domani potrebbero trovare il nostro satellite economicamente irresistibile ». Sulla Luna, data la mancanza di atmosfera, esiste il vuoto assoluto cosi difficile a ottenersi sulla Terra. Per la fabbricazione di tubi elettronici, di alcuni elementi dei computers e perfino degli apparecchi acustici c'è bisogno del vuoto artificiale che richiede colosGianfranco Piazzesi (Continua a pagina 2 ottava colonna) Cape Kennedy. Il «Saturno 5 » si alza nel cielo della Flòrida. Dopo li minuti è entralo in orbila circumterrestre (AP)

Luoghi citati: America, Columbia, Stati Uniti