Gigliola lacrime sul sì

Ieri nel carcere di Venezia il terzo matrimonio per la Guerinoni. Lui è più giovane di 9 anni Ieri nel carcere di Venezia il terzo matrimonio per la Guerinoni. Lui è più giovane di 9 anni Gigliola, lacrime sul sì // marito è arrivato in manette VENEZIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una lacrima bagna l'inchiostro sul registro dello Stato Civile. Gigliola Guerinoni, la donna che le cronache giudiziarie hanno impietosamente bollato come la Mantide di Cairo Montenotte, 26 anni di reclusione da scontare per il freddo assassinio del suo amante Cesare Brin, viene sopraffatta dalla commozione. Dovrebbe essere il giorno più bello, quello delle nozze. Per lei è la terza volta. Ma questa volta è in un carcero. Si è sposata a mezzogiorno, mentre le campane di tutte le chiese della Laguna suonavano a distesa, nello squallido Ufficio Matricola del penitenziario femminile della Giudecca. Lei in camicia e gonna marrone, i capelli raccolti, una calma forse favorita dai tranquillanti. Lui in completo blu doppiopetto. Luigi Sacripanti, di nove anni più giovane, era stato il suo unico testimone a discolpa nel processo per l'omicidio, anche se la sua deposizione poi non aveva convinto i giudici. «La mamma lo conosce da ventun anni», aveva avuto modo di raccontare la figlia Soraya quando i cronisti l'assediavano, qualche mese fa, per sapere com'era nata questa promessa nuziale. Lo sposo arriva con le manette ai polsi, scortato da quattro carabinieri, perché anche lui sta scontando una pena, molto più breve, per un reato minore, nel carcere di massima sicurezza di Spoleto. E' in anticipo di un quarto d'ora. Ma nell'Ufficio Matricola non c'è molto tempo per i due coniugi. La cerimonia arida dei funzionari del Muni¬ cipio. Quattro testimoni, tutte donne, trovate dalle assistenti sociali del carcere. Cinque rose rosse, quelle consuete che il Comune dona a tutte le spose, e un altro mazzo di rose rosa, raccolte dalle suore in giardino, perché nulla può entrare dall'esterno senza passare la censura. Neanche un innocente mazzo di fiori. Né il marito alla fine può brindare: non è permesso a un detenuto di un altro carcere correre rischi fuori dalla giurisdizione cui è assegnato. Regole carcerarie. Una sola viene violata: dopo la cerimonia, ai due è concesso un quarto d'ora di colloquio privato, con la neutralità dei carabinieri. E il bacio? «Un bacio molto fraterno», raccontano i funzionari municipali. Insomma, sulla guancia. Molte lacrime di lei, che «era emozionatissima, non riusciva neanche a parlare». Lo Stato Civile registra Guerinoni Gigliola, casalinga, Sacripanti Luigi, macellaio. Dieci minuti la cerimonia. Le parole del capo ripartizione all'Anagrafe: «Possiate realizzare la vita desiderata da due nubendi, per quanto mi renda conto che le circostanze sono particolari». Un misto di pietà e burocratese, che scioglie la ex Mantide. E in teoria, fra benefici e buona condotta, per lei le porte del carcere potrebbero davvero aprirsi prima del Duemila. Avrà meno di sessant'anni. E il matrimonio potrebbe essere il punto saldo che le occorre, come ora lo sono la Bibbia e la Comunione tutti i giorni, la vita monacale che conduce fra cella e sartoria: digiuna, beve solo latte, non guarda la tivù, non parla molto, spesso piange. Mario Lollo Vestita di marrone e molto emozionata anche sotto l'effettc dei tranquillanti Dopo il rito 15 minuti di intimità A sinistra lo sposo Luigi Sacripanti A destra Gigliola Guerinoni la «mantide» di Cairo Montenotte

Persone citate: Cesare Brin, Gigliola Guerinoni, Guerinoni, Guerinoni Gigliola, Luigi Sacripanti, Mario Lollo, Sacripanti Luigi

Luoghi citati: Cairo Montenotte, Spoleto, Venezia