Parla Brosio

Parla Brosio Parla Brosio «Stavo lavorando perché assalirmi?» MILANO. Avete fatto il comunicato dei cronisti giudiziari? C'è anche quello di solidarietà della Rai? Che carini che siete». Eccolo Paolo Brosio, inviato d'assalto del Tg4, volto noto di Mani pulite, unico giornalista a vantare un tentativo di imitazione, quello di «Afrosio» a «Tunnel», e per una sera (venerdì) obiettivo di tutti quelli che non ci stanno al decreto Berlusconi ammazzamanette. «No, dai, non farmi pensare a quella sera. Mi vien male», dice lui al telefonino con l'accento toscano che gli vien fuori con la tensione, il giorno dopo gli insulti, le monetine, le urla. «Sono stato 900 giorni sul marciapiede» ironizza lui, collegamento fisso alle 13 e 30 e alle 19, 3 anni di inchiesta che forse finiranno in un libro, angolatura dall'asfalto davanti al palazzo, il suo palcoscenico. Ed è da quel palco che scatta la furia della gente. Accanto al camion con la parabolica per il collegamento in diretta, al furgoncino dei tecnici Fininvest, al chiosco di Enzo, diventato l'amico pronto al panino e alla cocacola tra un «Eccomi, direttore» e l'altro. «Ma quelli sono matti. Che c'entro io? Io faccio solo il giornalista», ripete a tutti Brosio quasi stupito di essere passato in un soffio dagli autografi, le lettere delle ammiratrici, la coda di curiosi ad ogni collegamento alla protesta dura, scorta su un cellulare, notte fuori casa che non si sa mai. In tre anni davanti a palazzo Paolo Brosio ha macinato più chilometri di qualunque altro cronista. Sua la prima intervista Tv alla vedova di Gabriele Cagliari. Correre, correre per battere la Rai, i cugini del Tg5, e arrivare prima del tormentone di Emilio Fede, il direttore, ore 19, apertura del Tg4: «Ma dov'è Brosio? Paolooo?». Eccolo, Emilio Fede: «Quale cosa successa venerdì sera? Brosio? Ma ha preso solo una moneta in testa, chissà se tirata o data... No, non parliamo di Brosio. Io non darei un nome a una vicenda che riguarda la battaglia per il diritto dell'informazione». Aggiunge, il direttore del Tg4: «E poi Brosio è diventato celebre grazie a me e all'inchiesta Mani pulite. Io ho fatto il mito Brosio, hanno colpito lui per colpire me e di conseguenza Silvio Berlusconi». Non è finita. Dice, ancora. Emilio Fede, e par di vedere le manine in movimento e la sua faccia: «Io avevo detto a Brosio di non fare il collegamento perché c'erano gli autonomi. Era una questione di opportunità. E lui è passato da lì per prendersi la sua borsa: non doveva stuzzicare il can che dorme. No, non parliamo di Brosio. Parliamo invece di Giuseppe Brindisi di "Studio aperto". A lui sì han tirato le monetine, ed era lì per il collegamento». Adesso è un fiume in piena, Emilio Fede. Tira dritto: «E poi non dimentichiamo che io so come vanno le cose, ho fatto il cronista per 40 anni prima di diventare mio malgrado direttore, mi hanno pure rotto le costole in Africa. Se lascio lì la postazione? Vedremo. Ah, Paolo Liguori ha fatto la diretta da lì? No, io non ci sarei andato. Preferisco fare la polemica da studio», [f. poi.] Il giornalista Paolo Brosio

Luoghi citati: Africa, Milano