Le promesse mancate della diga di Assuan

Le promesse mancate della diga di Assuan Le promesse mancate della diga di Assuan Terreni incoltivabili: crescono i sali depositati dall'acqua, manca il limo siderare con occhio critico quella che fu, trent'anni fa, un'opera senza dubbio straordinaria. Lo spostamento dei templi di Abu Simbel, necessario per evitare che fossero sommersi dall'acqua, contribuì a richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale su un progetto che in qualche modo simboleggiava il riscatto dell'Egitto dal colonialismo. Due erano gli obiettivi del grande lago artificiale creato nel deserto al confine con il Sudan: costituire una riserva d'acqua per l'irrigazione dei terreni agricoli della valle e del delta del Nilo, e fornire energia elettrica in abbondanza per i programmi di industrializzazione del Paese. In effetti centinaia di migliaia di ettari furono irrigati consentendo, grazie alla disponibilità di acqua indipendentemente dalle piene del Nilo, anche tre raccolti l'anno; e all'inizio degli Anni 70 l'elettricità di Assuan copriva la metà del fabbisogno egiziano. TRENT'ANNI fa, durante una solenne cerimonia, Gamal Abdel Nasser azionava il sistema di deviazione delle acque del Nilo e il grande bacino formato dalla diga di Assuan incominciava a riempirsi. Nasceva il Lago Nasser. Il presidente egiziano aveva proclamato: «Darà per sempre benessere all'Egitto». E' stato così, oppure quest'opera gigantesca, come sostengono alcuni, ha portato più danni che vantaggi? I giudizi, probabilmente, continuano a essere influenzati dalle condizioni politiche in cui è nata la diga, quelle della guerra fredda: l'Occidente aveva rifiutato di finanziarla per non rafforzare il regime del colonnello, costringendo Nasser a rivolgersi all'Unione Sovietica, che colse al volo l'occasione per consolidare la sua presenza in un Paese chiave del Mediterraneo e dell'Africa. Anche la maggiore sensibilità ai problemi ecologici fa oggi ricon¬ Ma oggi gli effetti negativi diventano evidenti; l'Egitto, aveva scritto Erodoto, è «un dono del Nilo» ma oggi questo rischia di non essere più vero; il limo che per millenni aveva reso fertili le terre della valle oggi si deposita nel Lago Nasser e ha cessato di alimentare l'avanzata del delta nel Mediterraneo; anzi, è ormai in corso il processo inverso, l'erosione della bassa costa sabbiosa; se dovessero rivelarsi reali le previsioni di un rialzo della temperatura globale a causa dell'effetto serra e quindi l'aumento del livello del mare, gran parte delle teiTe fertili egiziane finirebbero sott'acqua. Lo stesso sistema di irrigazione si sta rivelando un'arma a doppio taglio: l'acqua, abbondante e quindi usata in grande quantità, deposita i sali di cui è ricca rendendo i terreni, alla lunga, incoltivabili; è lo stesso processo di alterazione del suolo che nel primo millennio avanti Cristo causò la desertificazione della valle del Tigri e dell'Eufrate. Infine un'altra attesa è andata a vuoto; molti esperti avevano proclamato che il lago, lungo 500 chilometri e largo 60, con una massa d'acqua che è il doppio della portata annuale del Nilo, l'imponente evaporazione e l'effetto mitigatore della temperatura, avrebbe modificato il clima arido della regione in senso più temperato e più umido: ma chi sognava la formazione di un'oasi verde è stato deluso, perché il clima non è migliorato affatto. Anzi, oggi, dopo le scoperte dell'americano Jules Charney che ha studiato il processo di desertificazione del Salici, molti scienziati sono convinti che la presenza di bacini artificiali e di terreni irrigati sia addirittura un incentivo all'estensione del deserto, a causa del particolare tipo di circolazione atmosferica che si instaura. L'uccello corridore del Miocene inferiore era forse simile agli struzzi, ma più grosso Vittorio Ratizza

Persone citate: Gamal Abdel Nasser, Jules Charney, Nasser

Luoghi citati: Africa, Assuan, Egitto, Sudan, Unione Sovietica