Il pensiero? Un grumo di neuroni di Piero Bianucci

Il pensiero? Un grumo di neuroni Il pensiero? Un grumo di neuroni FRANCIS Crick, laureato in fisica ma premio Nobel per la medicina con Watson e Wilkins per la scoperta della struttura del Dna, è tra i pochi scienziati che hanno il coraggio di cambiare di tanto in tanto il campo delle loro ricerche. Dalla genetica, qualche anno fa Crick era passato all'esobiologla, cioè allo studio della vita extraterrestre. E ora si dedica alle neuroscienze affrontando il problema cruciale: quello del rapporto tra cervello (come insieme materiale di cellule) e mente (come sede immateriale del pensiero). Basandosi soprattutto su ciò che sappiamo della percezione visiva, Crick propende per la tesi secondo cui il pensiero (o, se volete, l'anima) sarebbe soltanto il risultato di reazioni chimiche ed elettriche molto complesse che avvengono nei nostri neuroni. Ma il problema, come del resto sempre in campo scientifico, rimane aperto. Francis Crick: «La scienza e l'anima», Rizzoli, 416 pagine, 35 mila lire La scienza, in genere, è riduzionista: cioè ritaglia un pezzetto di realtà, ne trae un modello forzatamente astratto, lo verifica in esperimenti che sono a loro volta una inevitabile semplificazione della realtà e di lì ricava le sue conoscenze. Così facendo, la scienza tende a dare piccole risposte a piccole domande, ma una piccola risposta è sempre meglio che niente. La filosofia, invece, pone grandi domande, cerca significati ultimi e globali della realtà. I risultati spesso deludono, ma non c'è dubbio che quelle domande vadano affrontate. Nel suo saggio, Franco Prattico indica i possibili punti d'incontro tra il riduzionismo della scienza e l'olismo della «cultura»: la teoria del caos, il ruolo dell'eros, il costituirsi dell'Io, la fisica fondamentale sono alcuni territori dove i due approcci non solo possono ma devono dialogare. Franco Pràttlco: «La cucina di Galileo», Theoria, 138 pagine, 28 mila Ire Le piante sono tuttora la più importante sorgente di molecole terapeutiche: lo prova la lotta che si è scatenata alla Conferenza mondiale di Rio per la tutela, ma anche per lo sfruttamento commerciale, della biodiversità delle specie vegetali della foresta amazzonica. Il farmacologo Pierangelo Lomagno ci ricorda con questo suo bel libro alcune storie esemplari di principi attivi forniti da piante: la China (donde l'antimalarico chinino), la Coca (antidolorifico), la canfora (stimolante cardiaco), il ricino (purgante) e così via. Pagine istruttive, ma anche divertenti per i loro risvolti storici e aneddotici; e splendidamente illustrate. Di tema analogo, ma manualistico, quindi più per consultazione che per lettura, «Cento piante per la vostra salute» di Ornella Castellano Bonfico. Pierangelo Lomagno: «Storie di piante medicinali eccellenti», Ciba Edizioni, 200 pagine, s.I.p. O. Castellano Bonfico: «Cento piante per la vostra salute», Ed. San Paolo, 200 pagine, 32 mila lire Sull'onda dell'intreccio neuroscienze e ricerche sull'intelligenza artificiale, la scienza cognitiva è in rapida espansione. Lo dimostra anche il suo boom editoriale: il Mulino ha appena pubblicato «Dalla psicologia del senso comune alla scienza cognitiva» di Stephen Stich, «Deduzione, induzione, creatività» di Johnson-Laird e «Microcognizione» di Andy Clark: tutti testi per addetti ai lavori. Per chi invece volesse una introduzione generale al cognitivismo, è consigliabile «Intelligenza naturale e intelligenza artificiale» di Patrizia Tabossi. Da un altro punto di vista, i problemi dell'apprendimento sono al centro di due novità edite da Giunti Lisciani: «Il bambino televisivo» di Leonardo Trisciuzzi e Simonetta Ulivieri e «Maria Montessori: il pensiero, il metodo», a cura dell'Opera nazionale Montessori. Patrizia Tabossi: «Intelligenza naturale e intelligenza artificiale», Il Mulino, 200 pagine, 20 mila lire Trisciuzzi e Olivieri: «Il bambino televisivo», Giunti Lisciani, 240 pagine, 28 mila lire Piero Bianucci

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