Terrore dal cielo

Terrore dal cielo Terrore dal cielo Le «VI» di Hitler contro Londra IL 6 giugno si è celebrato solennemente in Normandia il D-Day, il giorno dello sbarco alleato a 50 anni dallo storico evento, ma in Inghilterra molti ricorderanno un altro giorno di cinquantanni fa, meno glorioso per gli alleati ma importantissimo per l'aeronautica: il 13 giugno, quando la prima «VI» tedesca arrivò rombando nel cielo di Londra, seminando il terrore tra la popolazione inglese. Era, questa, la prima delle tanto annunciate «nuove armi» destinate, secondo la propaganda nazista, a cambiare le sorti della guerra. In realtà si trattava di una bomba volante che non avrebbe potuto influenzare granché le operazioni militari perché molto imprecisa e, appena conosciuta un po' meglio, relativamente facile da abbattere, ma sufficiente per fare circa cinquemila morti a Londra e altre migliaia in Belgio. Dal punto di vista tecnico era veramente notevole soprattutto per la semplicità della progettazione, che rendeva possibile la costruzione di quest'arma da parte di piccole ditte sparpagliate in zone diverse e quindi più difficilmente attaccabili dai bombardieri alleati. La VI, contrariamente a quanto comunemente si crede, non fu opera di Von Braun, che tempi a seimila giri. In verità, dopo i primi giorni, solo una su tre arrivava su Londra perché i caccia inglesi non avevano troppe difficoltà ad abbatterle, appena avvistate. Alcuni piloti avevano adottato un sistema di caccia che evitava persino di consumare dei proiettili: si affiancavano alla VI e con l'estremità dell'ala urtavano, sollevandola, l'ala della VI provocando una leggera rotazione intorno all'asse longitudinale. Il giroscopio reagiva mettendo in picchiata la bomba volante, che così precipitava nella Manica. Le rampe di lancio, disseminate in Francia, consistevano di una rotaia lunga 40 metri con una speciale catapulta che serviva da lancio e all'avviamento del motore. La Fieseler sviluppò subito anche una versione pilotata, il Fi 103R, utilizzando questo motore che si era dimostrato molto affidabile; e la Messerschmitt addirittura un bimotore, il Me 328, con 2 pulsoreattori As 01 4, ma i prototipi armati ai primi voli di collaudo furono tutti distrutti in volo dalle vibrazioni che il motore provocava e, ormai nel marzo '45, non c'era più tempo per la messa a punto. Gian Carlo Boffetta

Persone citate: Boffetta, Gian Carlo, Hitler, Von Braun

Luoghi citati: Belgio, Francia, Inghilterra, Londra, Normandia