Sabato la cometa incomincia a bombardare Giove
ECCEZIONALE FENOMENO ASTRONOMICO ECCEZIONALE FENOMENO ASTRONOMICO Sabato la cometa incomincia a bombardare Giove Ma attenzione, evitiamo le previsioni troppo ottimistiche sulla spettacolarità dell'evento evitare possibili delusioni per chi si aspetta uno spettacolo eccezionale nel firmamento gioviano. Nel 1973, quando fu scoperta la cometa Kokoutek, tutta la comunità astronomica mondiale si preparò all'osservazione di tale cometa che, secondo affrettate previsioni, avrebbe dovuto avere la luminosità della luna piena, cioè risultare migliaia di volte più brillante di qualsiasi cometa conosciuta. Le previsioni erano basate sulla scarsa conoscenza che si aveva del nucleo cometario e della sua composizione chimica. Infatti la cometa avvicinandosi al Sole perse tutto il «combustibile» superficiale che la rendeva cosi luminosa a grandi distanze dal Sole e finì per comportarsi come una normale co¬ meta con magnitudine + 2. Malgrado la grande delusione del pubblico, dovuta all'enorme pubblicità della stampa, lo sforzo mondiale per la sua osservazione (per la prima volta furono usati telescopi dallo spazio) valse importanti scoperte che sarebbero state confermate nel 1986 grazie alla sonda europea «Giotto», ma servì soprattutto ad attirare l'attenzione sull'importanza delle comete per i problemi della bioastronomia, concernenti l'origine della vita. Nel caso della cometa SL-9, noi ci troviamo ad affrontare problemi di carattere scientifico mai affrontati finora in quanto i parametri sconosciuti sono molteplici e le previsioni risultano estremamente difficili. Innanzitutto il «treno» cometario dei 20 nuclei in orbita el¬ littica intorno a Giove non presenta uno spettro di emissione, ma soltanto uno spettro continuo. Ciò vale a dire che la cometa è composta essenzialmente da polvere che riflette la luce solare, ma manca dei gas la cui eccitazione produrrebbe le ben note linee spettrali di cianogeno e di altri composti del carbonio e dell'azoto. Lo stesso effetto si avrebbe se, invece di trattarsi di pezzi di ghiaccio, la luce venisse riflessa da gigantesche astronavi metalliche in orbita intorno a Giove! In secondo luogo questa nuvola di polvere che avvolge il nucleo ne rende impossibile l'osservazione e quindi non si è in grado di stabilirne il diametro e la compattezza. Da questi due parametri fondamentali dipende tutto lo scenario degli impatti dei prossimi giorni. Se i nuclei dovessero ri¬ sultare composti, come alcuni ipotizzano, da un aggregato di frammenti minori trattenuti insieme da forze gravitazionali o di coesione, al contatto con gli strati superiori dell'atmosfera gioviana, verrebbero a disgregarsi disperdendo l'energia nell'atmosfera stessa su larga scala, con una miriade di stelle cadenti, ma senza l'effetto di un impatto catastrofico. Quello che invece la comunità scientifica spera, non per sadismo nei confronti di Giove, ma per la quantità di informazioni che possiamo raccogliere riguardo allo stesso passato ed al futuro del nostro pianeta, è che i nuclei siano compatti, simili cioè a quello fotografato dalla sonda Giotto a 2000 km dalla cometa di Halley. In questo caso esso, con un diametro valutato fra i 2 e i 4 km, una densità di circa 1 grammo per centimetro cubo e una velocità di 60 chilometri al secondo, verrebbe a liberare, ad una profondità di circa 100 chilometri nell'atmosfera gioviana, una energia pari a 600 milioni di bombe atomiche del tipo di Hiroshima concentrate in un solo punto. Sul nostro pianeta ciò comporterebbe l'estinzione totale della vita; su Giove, che ha una massa equivalente a 318 volte la Terra e che non ha sicuramente forme di vita, l'impatto provocherà una notevole variazione della chimica atmosferica, con la formazione di grandi cicloni simili alla macchia rossa e con l'espulsione di una grande quantità di polvere e di gas ionizzato in tutto il sistema gioviano. L'Italia si prepara ad affron¬
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