DONNE BACCO E PRUSSIA PASSIONI DI BISMARCK

DONNE, BACCO E PRUSSIA PASSIONI DI BISMARCK DONNE, BACCO E PRUSSIA PASSIONI DI BISMARCK L'artefice dell'unità tedesca raccontato da Herre sione, perché si tuffa volentieri nella corrente della vita e ancora più volentieri farebbe naufragio sotto i baci di una donna. Doveva essere un vero cuscinetto a strofinamento per l'elettricità femminile: era alto come abete bianco, era bello e aveva per giunta la forza di un bardotto. All'università di Gottinga lo chiamavano 1'«invulnerabile Achille», perché nessuno riusciva a vincerlo in duello. Ma Bismarck era formidabile, se non imbattibile, anche nel bere e nel fare ribotta. E va da sé che un tipo così detestasse la pedanteria dei professori e il loro ristretto orizzonte da ruminanti. Eppure riuscì a darsi una solida cultura, anche classica, e ad acquistare uno stile letterario di prim'ordine. Riduceva il periodo all'osso e una volta disse a un scritto bene, scorre bene e suona bene. E suona bene, tranne qualche stecca qua e là, anche la traduzione di Amia Martini Lichtner: è una grave ingiustizia che non si parli mai dei traduttori. Inoltre il libro è alleggerito dalla mancanza di note e di continui richiami bibliografici, che rendono così ansimanti, per non dire illeggibili, le opere degli storici togati. Fra tutti i personaggi biografati dall'autore, Bismarck, insieme con Napoleone, è indubbiamente quello di maggiore spicco. La parte più interessante della sua vita, almeno sul piano umano, è la giovinezza, quando lo Junker prussiano, stravagante come tutte le persone di grande intelligenza, dà libero sfogo alla sua natura demoniaca. Spesso lo vediamo travolto da qualche pas¬ giornalista: «Dia retta a me che sono un vecchio cultore di stile: quanto più esporrà i suoi pensieri hi maniera semplice e priva di orpelli, tanto più essi saranno efficaci». E' stato detto che nella prosa tedesca esistono unicamente tre stili: quello di Lutero, quello di Goethe e quello di Bismarck. Prima di avviarsi alla sua sfolgorante carriera politica, aveva tentato altre vie, come quella del funzionario statale; ma l'abbandonò subito, dicendo che non se la sentiva di star chiuso in una stanza e in mezzo alle scartoffie, «con il torace e il cervello incassati». Cento volte meglio fare il contadino nei poderi aviti, sostituendo la penna con l'aratro; ma se l'attività nei campi occupava la sua forza fisica, lasciava nondimeno disoccupata quella intel¬

Persone citate: Amia Martini, Bismarck, Donne, Goethe, Herre, Junker, Lutero