Bo nessun interesse per l'animo umano

Bo : nessun interesse per l'animo umano Bo : nessun interesse per l'animo umano Cordelli: basta con i critici autoritari ( 'or/o Bo ripubblica «Letteratura come l'ita» di chi scrive? «Prima ho parlato della differenza di clima che si respirava e di situazioni storiche in cui ci si muoveva. I compiti della letteratura continuano comunque ad essere sempre gli stessi, e io sono convinto che alla letteratura spetti di rappresentare ancora dei valori fondamentali. E cioè l'obbligo per gli scrittori di avvicinarsi al vero, all'onesto, al puro. L'obbligo cioè di tentare di prestare la propria attenzione, quanto più possibile, ai tormenti e ai dolori del mondo». Ritiene che le opere che vengono scritte al giorno d'oggi assolvano a questo impegno? «Vedo in giro tanta abilità descrittiva. I romanzieri sanno anche creare storie e situazioni. Eppure si tratta di divagazioni. La letteratura attuale mi appare sempre più interessata ai riflessi della realtà che non al fondo vero dell'animo umano». [m. s.] 0~ SSERVANDO che finalisti del Campiello sono libri cui si attribuisce qualità letteraria, Raboni non ne ha for I se tratto la morale: mercato e qualità ormai coincidono, ovvero: il primo ha raggiunto la seconda; 0 la seconda si è infine degnata. Però, che altre possibilità esistono per gli scrittori? Si è condannati alla competizione 0 alla inesistenza. La caduta di ogni scarto, di ogni possibilità di rinvio a giudizio, o d'un secondo senso è anche, 0 soprattutto, determinata dai cosiddetti critici. Gli scrittori fanno ciò che possono; e i critici anche. Ma ai critici sono demandati compiti etici, chiamiamoli cesi; agli scrittori, estetici. Invece, quale autorità hanno critici come Pampaloni, nel momento in cui usano concetti affatto vacui, come: «Nella letteratura italiana non c'è vita»? Gemello, gli si accosta Berardinelli: «Se proprio devo scegliere, preferisco agli stilisti gli scrittori di fatti» (ma se avesse detto: «E' sempre meglio un tizio che sappia scrivere» - non sarebbe stata la stessa cosa?). La verità è che costoro, che continuamente dovrebbero vagliare, custodire, alimentare, cercano pretesti per esercizi d'autorità, si limitano a citare i due 0 tre nomi che in quel momento convengono. Ma senza contare il divieto posto agli scrittori di farsi giustizia da sé, cioè di trasformarsi in critici, pena la squalifica morale (vedi Doninelli), se la letteratura italiana è chiusa come in una tenaglia tra gli «opposti sentimentalismi» (ovvero manieri- Lo scrittore Franco Cordelli smi: Tamaro/Tabucchi), la critica è affetta da un male peggiore, lo snobismo: lo snobismo come malattia infantile dell'ottimismo (produttivista). La cultura può non essere critica? e la critica, che si collochi in valori di conservazione 0 di interpretazione, può non essere ottimista? Tracce di snobismo, cioè di conformismo d'elite, una al giorno, in ogni dove. Pampaloni: «In questa letteratura non c'è vita» (tranne che nella Ortese: scrittrice fino a ieri considerata per quel che è, una sgangherata). Berardinelli: «L'unico scrittore italiano è Piergiorgio Bellocchio» (come se un saggista e uno scrittore fossero proprio la stessa cosa). Ancora Berardinelli: «Eco si vergogna d'essere italiano perché non avrà più l'egemonia di un tempo» (che è l'argomento psicologistico di cui Berardinelli si lamentava quando veniva usato contro di lui). Ma anche, Cacciari: «Chi se ne frega della Rai di Demattè» - come se il problema fosse la «Rai di Demattè»; 0 chi è il più bravo - o il meno peggio. Franco Cordelli