Chi produce non riesce a vendere chi caccia ha diritto al permesso

Chi produce non riesce a vendere, chi caccia ha diritto al permesso Chi produce non riesce a vendere, chi caccia ha diritto al permesso l'impresa è come se lavorasse in nero. Se tutte le promesse e le novità dei nuovi governanti sono analoghe a questa, poveri noi giovani ai quali prima delle elezioni erano state fatte tante promesse. Barbara De Martino, Milano Magistratura senza liste Se c'è un sistema per politicizzare la magistratura, questo è l'elezione del Consiglio superiore sulla base di liste. E' chiaro che queste liste finiscono fatalmente per identificarsi con una parte politica. Se si vuole evitare questo, basta che le elezioni avvengano sulla base di candidature individuali e non di liste. gen. Maurizio Frosi, Torino Uno Show antivenatorio Ero appena tornato da un mio viaggio nei Paesi arabi, quando mio figlio mi ha mostrato la registrazione di una puntata del «Costanzo show» che mi ha profondamente indignato. Premetto che la caccia non è un obbligo, ma un diritto. Che si può amarla o detestarla e che chiunque può liberamente esprimere il suo parere sia prò che contro, senza per questo essere tacciato di intolleranza. Ma una cosa è esporre pacatamente le proprie idee, altro è servirsi del proprio ruolo di pubblico ufficiale per impedire a un cittadino di esercitare un'attività lecita prevista dalla legge. Che era successo? Nel corso del «Costanzo show» un medico ha dichiarato pubblicamente che non ha concesso il certificato di idoneità (previsto dalla legge per la prima concessione o per il rinnovo del librjtto della licenza di caccia) a quanti si sono presentati presso la Usi RISPOND : > \' ■■■■■ Gentilissimo signor Del Buono, mi permetto di dissentire pubblicamente da certe scelte editoriali operate sulla nostra cara Stampa. Sono in pieno svolgimento i mondiali di calcio. Quindi, trovo abbastanza logico che anche i quotidiani non sportivi diano giusta risonanza all'avvenimento, aumentando articoli e foto al riguardo. Tuttavia, trovo che l'assalto totale alla seconda e terza pagina del giornale in data 6 e 7 luglio abbia dello stupefacente... Gaetano Di Cesare Torino GENTILE signor Di Cesare, ormai siamo agli sgoccioli, poche ore ci separano dalla conclusione del Mondiale '94 e, quindi, faccio appena in tempo a pubblicare la sua lettera di dissenso. DE 0.d.B. ndiale tente ornali Gentile signor Di Cesare, anche qualche altro lettore ha espresso perplessità simili alle sue circa il collocamento di una parte delle notizie sportive all'inizio del giornale. Ma La Stampa non è stata certo l'unica testata a subire un certo sconvolgimento durante il Mondiale '9A, un evento internazionale che non ha lasciato indifferenti neppure i giornali più austeri. Il guaio sarebbe stato, però, se Im Stampa per pubblicare le notizie sportive non avesse pubblicato le altre notizie e avesse fatto mancare i suoi commenti. Il che non è certo avvenuto. Il calcio è un anestetico solo per chi desidera non pensare. E chi desidera non pensare, non pensa perché ha paura di pensare. Sull'opportunità dell'impaginazione delle notizie sportive in 2a e 3a pagina, lei può avere anche ragione di avanzare obiezioni in nome della forma. Ma non sulla completezza dell'informazione. Nessuno può accampare alibi di non essere stato messo al corrente su questo giornale, e da tempo, anche da prima dell'inizio del Mondiale '9-1, di quanto sta accadendo nel Paese. avranno la doppietta». Il che forse accadrà il giorno in cui i maiali faranno salsicce con le carcasse dei loro padroni, i vitelli daranno la scossa elettrica e il colpo di martello in testa ai macellai e i polli obbligheranno i loro allevatori a vivere, mangiare, accoppiarsi e morire in batteria... Ora Costanzo ha il diritto di dire ciò che vuole e di zittire (ma solo al Teatro Parioli) chi osa contraddirlo. Ma un medico della Usi è un pubblico ufficiale che non può arbitrariamente rifiutarsi di prestare un servizio per il quale è pagato. Sarebbe come dire che un poliziotto può non arrestare un ladro, un giudice può non emettere una sentenza, un impiegato delle Poste può rifiutarsi di accettare un versamento in conto corrente. Se sapessi il nome di questo medico lo denuncerei alla procura della Repubblica: per omissione di atti d'ufficio, interesse privato, falso ideologico, abuso di potere ecc., e mi stupisce che nessuno lo abbia ancora fatto! Col. Marco Belli dell'Isca da certe decisioni governative in precisi e studiati momenti. La ringrazio per l'attenzione prestatami. Spero vivamente di esserepubblicato...». Roma Assicurazione e concorrenza «La concorrenza fra i produttori favorisce il consumatore perché fa ridurre i prezzi». Anche questa regola, che fino a oggi era certezza, è stata spazzata via da questo ultimo imprevedibile scorcio di millennio. E perciò non è certo con piacere che noi automobilisti abbiamo appreso che grazie appunto alla liberalizzazione delle tariffe di assicurazione Re Auto, queste anziché ridursi aumenteranno del 10 per cento. Che poi le varie compagnie, in perfetto ed ovvio accordo fra di loro, ci dicano che esisterà d'ora in poi ampia libertà di scelta e di personalizzazione delle poliz¬ Oreste del Buono pagato un ticket. Ora ho visto la registrazione: qualcuno nella platea del Parioli, che è l'arena dove Costanzo dà al mondo lezioni di vita e di morale, ha protestato. Il padrone di casa l'ha messo subito a tacere dicendo testualmente: «Sarò a favore della caccia soltanto quando i fagiani ze (il che sarà pur anche utile) non fa per nulla dimenticare quello che crediamo lo scopo vero di tutta l'operazione, che non è l'esclusivo beneficio nostro come pare si voglia far credere, ma un consistente aumento di introiti nelle casse delle compagnie. Alfio Sapenco Alessandria L'editore Casini Sono apparse notizie di vario genere sull'editore Gherardo Casini, ultimamente deceduto in tarda età. Mi permetto d'aggiungere a quanto già reso noto che l'editore Casini pubblicò pure, negli Anni 60, a fascicoli, l'opera dello storico e scrittore monarchico, antifascista Piero Operti, di Bra (Cuneo), «Storia d'Italia» in due volumi. Teresio Ranieri Pinerolo Michael Jackson e i Testimoni In relazione all'articolo «Jackson-Presley, nozze d'oro» (apparso su La Stampa dell'Il luglio) intendiamo precisare che Michael Jackson non è più un testimone di Geova, sebbene lo sia stato in passato per un breve periodo della sua vita. Che quella dei testimoni di Geova non sia una «comunità religiosa che predica credo radicali, praticati prevalentemente da disperati in cerca di sollievo psicologico», come si accenna nell'articolo in questione, è dimostrato anche dal fatto che Jackson ha cercato altrove il presunto «sollievo psicologico» che cercava; o, quantomeno, non lo ha trovato fra i testimoni di Geova, che si preoccupano di elargire ben altro di più costruttivo. Alberto Bertone, Torino

Luoghi citati: Alessandria, Bra, Italia, Milano, Pinerolo, Roma, Torino