L'attentato a Hitler di Giuseppe Mayda

L'attentato a Hitler L'attentato a Hitler ROMA. «Mussolini visitò Hitler proprio il giorno dell'attentato al suo quartier generale il 20 luglio '44. La vista della baracca divelta dall'esplosione e l'immagine del Fùhrer ancora sotto choc lo sconvolsero. Al ritorno, in treno, mi disse: "Quello che ho visto è un cattivo presagio"». Lo racconta, mezzo secolo dopo, Luigi Romersa, vecchio corrispondente di guerra che per il Corriere della Sera girò tutti i fronti della guerra e che, alla fine del '44, si trasferì in Germania. Lì seguì la battaglia delle Ardenne e riuscì a entrare nelle basi supersegrete della marina e dell'aeronautica. Intervistò due volte Hitler e fu lui a scattare la foto che ha fatto il giro del mondo: Hitler col Duce davanti ai resti dall'attentato. [AdnKronos] scisti - spingendoli invece a un'opera di propaganda che rafforzasse il prestigio dell'esercito, della Corona e del governo. Di conseguenza la censura fu strettissima al punto di imporre l'invio anticipato al ministero delle bozze degli articoli e delle notizie con un preciso obiettivo strategico: distogliere i giornali dai temi più sentiti dall'opinione pubblica - come il pacifismo, il rancore verso il regime di Mussolini e i suoi gerarchi, gli umori antitedeschi, le critiche alla monarchia, l'azione politica dei partiti antifa¬ Giuseppe Mayda

Persone citate: Duce, Hitler, Luigi Romersa, Mussolini

Luoghi citati: Ardenne, Germania, Roma