Secco addio per Nuovi Argomenti

Secco addio per Nuovi Argomenti Secco addio per Nuovi Argomenti ONDADORI, addio. Nuovi Argomenti, la rivista trimestrale diretta da Furio Colombo, Dacia Maraini, Raffaele La Capria e Enzo Siciliano, lascia Segrete. Il numero 50, ora in edicola, è l'ultimo della serie stampata dalla casa editrice di Berlusconi. Il prossimo uscirà in autunno con l'editore Giunti di Firenze. Perché la rivista fondata nel 1953 da Carocci e Moravia, a cui si era in seguito aggiunto nella direzione Pasolini (poi Bertolucci e Sciascia) è «licenziata» da Mondadori? Racconta Enzo Siciliano, direttore responsabile: «Ho trovato il 27 maggio in redazione una lettera in una busta aperta, quasi una circolare d'azienda. Portava la firma del direttore editoriale Gianarturo Ferrari. Mi si avvertiva che, "data la situazione che si è venuta a creare", il mio rapporto di lavoro con la Mondadori doveva considerarsi concluso. E aggiungeva che "sempre alla luce dei più recenti fatti, mi parrebbe naturale che tu pensassi una nuova collocazione editoriale per Nuovi Argomenti". Non ho afferrato i retroscena e non ho capito a quali "fatti" si riferisse». Di recente Enzo Siciliano ha accettato di curare per Giunti due nuove collane. Ed è passato come autore da Mondadori a Rizzoli. Sta qui la spiegazione? Siciliano: «Le mie scelte cu intellettuale che cosa hanno a vedere con Nuovi Argomenti? Mi ha stupito che non vi sia stata prima o dopo la lettera una telefonata di Ferrari. Certo rientra nello stile con cui questo manager dirige la Mondadori. E poi, forse, si è trattato di una forma di cortesia da parte sua, un modo per dire: lasciamo tutto in sospeso, senza che emergano le nostre divergenze più profonde». Divergenze profonde? «Mi stupisce che in quella lettera non sia stata scritta una riga di riconoscimento per il ruolo svolto da Nuovi Argomenti. Eppure alcune funzioni le abbiamo avute: siamo stati gli animatori di dibattiti letterari, abbiamo fatto conoscere scrittori stranieri, dalla Minot al Nobel Derek Walcott. James Purdy ci consi- Tesori archeologici per sanare il deficit E se tentassimo di trasformare in oro le «pietre storiche»? Sono ammucchiati nei musei della Penisola ingenti quantitativi di reperti archeologici di ogni genere. Uno studio in corso di stampa analizza i motivi di opportunità per il governo di alienare - esclusivamente a Enti, Università e Fondazioni estere - buona parte di tali reperti e, in aggiunta, quelle opere artistiche minori (pitture e sculture di autori italiani e stranieri) che da sempre rimangono nei sotterranei dei più sperduti musei nazionali, inutilizzate. Si vuol offrire un contribuito di idee, per dimostrare che il fenomeno del debito pubblico può essere arginato anche con mezzi diversi dai «lagrime e sangue» fiscali. N. Corchilo, Lucerà Non pesante ma pensante Nello scambio di opinioni avvenuto su La Stampa dei giorni scorsi in tema di natura e significato di «Forza Italia» tra Norberto Bobbio ed il Presidente del Consiglio, si consenta l'inserimento di un meno autorevole parere, quello di un semplice cittadino. Nella risposta data a Bobbio non viene neppure accennato ad una realtà fondamentale: di quasi tutte le istituzioni umane esiste una versione «buona» e una corrotta. A determinare l'uria.o l'altra sono gli uomini stessi, che a seconda dei casi vi fanno prevalere la bontà e l'onestà dei fini oppure ammantano le istituzioni di superficiale correttezza per raggiungere scopi disonesti e egoistici. Cosi l'associazione di tipo partitico può e deve essere la sede, per sua natura sofferta ma anche feconda, del convergere e del confronto delle idee, nonché dell'elaborazione di programmi comuni. Per fare ciò, essa necessariamente dera i suoi interlocutori italiani». La crisi delle riviste letterarie quanto ha influito? «Gli abbonamenti sono diminuiti, passati da tremila a milletrecento. Ma riviste letterarie come Nuovi Argomenti, o Paragone, o Linea d'ombra tracciano linee di tendenza, indicano obiettivi alla letteratura. Oggi la Mondadori preferisce l'attualità, il giornalismo gridato, i "giornalai", i conti e le cifre. La vita culturale si nutre anche dell'apporto delle minoranze. Lo sapeva bene Arnoldo Mondadori che, accanto ai gialli e a Salvator Gotta, pubblicava Ungaretti e Montale. Viviamo in un momento molto difficile, siamo davanti a una gravissima caduta della tenuta culturale. La letteratura viene spinta verso la marginalità». Nell'editoriale del numero in edicola lei se la prende con i programmi televisivi demagogici e di intrattenimento. (Avverto un pericolo gravissimo, poiché un Paese è ricco quando sa cogliere istanze differenziate. Io non sono contrario alla televisione ma al cattivo uso del piccolo schermo. Al suo impiego demagogico e subliminale. Il messaggio subliminale sono le occhiatacce che Funari lancia in video, la sua mimica eloquente. E' un modo di far tivù che non fa appello alla ragione, ma alla visceralità e agli istinti peggiori. Comunque dubito che Ferrari abbia letto il mio editoriale. Non credo che abbia nemmeno visto l'articolo di Maurice Darmon in cui, intervenendo su Sciascia e la mafia, attacca Berlusconi e Forza Italia. Si tratta di divergenze sulla politica editoriale. Evidentemente quella della Mondadori non contempla la permanenza di Nuovi Argomenti». E l'editore? «E' stato lo scioglimento quasi naturale di un legame, come un matrimonio che si estingue senza virulenza», dice così Giovanni Cobolli Gigli, amministratore delegato di Mondadori. E aggiunge: «Nuovi Argomenti era stata portata in casa editrice da Leonardo Mondadori, doveva essere una palestra per giovani autori, doveva generare contatti editoriali. E questo si è verificato solo in minima parte. Poi Siciliano ha deciso «■Mi LETTERE AL GIORN

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