E il Padrino «legge» i Santi La vita e i passatempi preferiti nella cella-bunker dell'Asinara
E il Padrino «legge» i Santi E il Padrino «legge» i Santi La vita e i passatempi preferiti nella cella-bunker dell'Asinara ROMA. La vita di Sant'Alfonso de' Liguori, le biografie di Sant'Antonio da Padova e Santa Rita da Cascia, la vita di Giovanni XXIII. Miti e leggende del mondo romano. Sono queste le letture di Totò Riina, rinchiuso in una cella del carcere dell'Asinara, così come riporta «Panorama», un cui giornalista ha accompagnato il deputato del pds Pino Arlacchi, in una visita al penitenziario. All'Asinara sono detenuti i boss di Cosa nostra, 'ndrangheta, camorra e Sacra corona unita sottoposti al regime carcerario regolato dall'articolo 41 bis. «Panorama» scrive che quella di Totò Riina è una cella «tutta speciale». A differenza degli altri boss «ha un vero e proprio appartamento. Può fare la doccia tutti i giorni e ha perfino un frigorifero». E ancora: «Con una valigetta formato 24 ore il direttore del carcere in persona gli fa la spesa tutti i giorni per evitare rischi di avvelenamento». Un menù «poco fantasioso»: «Riso o pasta al sugo, una fettina di carne o di pollo. Non ha mai compe¬ rato vino tranne che a Natale. Non aquista neppure sigarette». «E' tirchio», avrebbe commentato con «Panorama» uno dei 30 agenti di custodia addetti alla sua sicurezza «e selezionati tra i più affidabili del corpo». Riina vive nella dependance (ristrutturata) di Cala d'oliva che ospitò Raffaele Cutolo: «Il bunker - scrive "Panorama" - è sorvegliato notte e giorno da 12 telecamere a circuito chiuso collegate a 12 videoregistratori che documentano ogni più piccola mossa del boss». Le sue giornate «sono monotone. Si sveglia tardi, poco dopo le 9. Riordina la cella. Passeggia nel minuscolo cortile realizzato solo per lui. Cucina e mangia». Secondo il settimanale Riina «scrive lunghe lettere alla famiglia, fino a due al giorno» destinate alla moglie Ninetta e a una delle sorelle; queste «gli rispondono puntualmente dandogli notizie dettagliate dei suoi figli». Riina avrebbe spedito numerosi telegrammi per comunicare i suoi spostamenti: «Testi semplici: "Sono arrivato. Sto bene"». [Ansa)
Persone citate: Giovanni Xxiii, Liguori, Pino Arlacchi, Raffaele Cutolo, Riina, Totò Riina
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