L'esplosione ha completamente distrutto l'edificio mentre gli anziani erano riuniti per la colazione

L'esplosione ha completamente distrutto l'edificio mentre gli anziani erano riuniti per la colazione L'esplosione ha completamente distrutto l'edificio mentre gli anziani erano riuniti per la colazione | Otto i feriti Lo scoppio avvenuto f| nei sotterranei durante i lavori 1 di manutenzione f| 1 Ecco quanto è rimasto della sala refettorio della casa di riposo di Motta Visconti: nell'esplosione avvenuta ieri mattina sono morte 27 persone. Otto i feriti lonna piegata a metà che ha resistito al peso del crollo e che l'ha protetta. Lì, imprigionata, senza potersi muovere, ha ascoltato i rantoli di chi stava morendo, la disperazione di chi era ferito e cercava aiuto, le sirene dei soccorsi che sono giunti in un battibaleno. Il responsabile della Protezione civile, Elveno Pastorelli, ha mobilitato tutti i vigili del fuoco che in quel momento era possibile avere a disposizione. Nell'operazione sono stati impiegati 200 uomini, quattro elicotteri e una ventina di ambulanze. I soccorritori, purtroppo, non hanno potuto fare altro che liberare dalle macerie i corpi dei morti. Lina Gelo, la prima ad essere recuperata, era anche la più anziana: 98 anni compiuti da poco ma portati con brio. Sapeva che era un'età già venerabile ma non disperava di tirare avanti ancora un po'. «Se il buon Dio mi dà la forza». Diceva sempre così e pensava alla festa che le avrebbero fatto allo scoccare del secolo. Poi: Wanda Grotto, Mario Zacchete, Carlo Galli, Piero Cadioli, Giovanni e Caterina Leonarduzzi, marito e moglie, Luigia Rossi, Rosa Carimati. Anziani che arrivavano dall'hinterland di Milano, dal Pavese, da Mantova, dalle terre della Bassa Padana. Per qualche tempo i vigili del fuoco hanno lavorato sodo nella speranza di salvare qualcuno ma il loro impegno si è tradotto nell'allungare l'elenco delle vittime: Carlo Venturelli, Francesco Fusi, Maria Del Medico, Cecilia Cavalli. I più giovani hanno 67 anni. Francesca Castiglione Giuseppina Longhi, Vincenzo Casiraghi, Pietro Ravani, Erminio Malagola. Il ricovero modello è un cumulo di rovine con i ferri del cemento armato che spuntano verso l'alto come dita che chiedono pietà. Nel prato l'erba è stata pestata dalle ruote delle ambulanze che manovravano per invertire il senso di marcia. E il roseto è stato schiacciato dai corpi dei morti che i soccorritori hanno dovuto allineare lì man mano che li strappavano ai calcinacci. trando nel refettorio con le brocche fumanti di latte. Non ha capito che cosa stesse succedendo e, guardando in viso gli ospiti dell'istituto, ha riconosciuto in loro la sua stessa meraviglia. Un secondo, meno di un secondo. «Lo scoppio è diventato un frastuono. Sono stata travolta da una pioggia di calcinacci, tegole, pezzi di trave che si sbriciolavano e cadevano sotto». Si è trovata sotto una co-

Luoghi citati: Mantova, Milano, Motta Visconti