Un ingegnere per la Rai

Dall'Inps a Viale Mazzini, l'ex numero due del ministero delle Finanze prende il posto di Locatelli Dall'Inps a Viale Mazzini, l'ex numero due del ministero delle Finanze prende il posto di Locatelli Un ingegnere per la Rai Billia direttore, mago dell'informatica ROMA. Fuori anche Gianni Locatelli, dentro Gianni Billia. Se i Professori si muovevano in fretta, i Manager bruciano le tappe. Eletto in un'ora il presidente, ieri in cinque hanno scelto il direttore generale, nella persona del numero due di Tremonti al ministero delle Finanze, ingegnere industriale nato a Savigliano (Cuneo) sessantanni fa, laureato al Politecnico di Torino. «Un grosso manager che ha gestito ambienti complessi e un grosso motivatore di persone», lo definisce il neoconsigliere della Rai Ennio Presutti, già presi dente dell'Ibm, alludendo forse alla ventennale permanenza all'Inps, dove Billia ha lasciato il segno informatizzando il gigantesco e caotico ente pensioni e diventandone anche nel 1988 direttore generale. «Uno straordinario grand commis dello Stato», nelle parole del ministro-portavoce Giuliano Ferrara. Che considera quella di Billia «una scelta positiva». Cinque ore sono certo poche, per cinque persone nominate appena due giorni prima. «La designazione è avvenuta attraverso un profilo, che è stato valutato attentamente dai consiglieri», spiega la presidente Letizia Moratti. E il consigliere Mauro Miccio aggiunge: «Volevamo evitare a tutti i costi il prolungarsi del toto direttore. Il presidente ha fatto alcune proposte, le abbiamo valutate e poi deciso all'unanimità». Quanto a Locatelli, di cui si era parlato come possibile successore di se stesso, caldeggiato dall'ala «morbida» di Forza Italia, oltre che dai cattolici di Ppi e Ccd, Miccio taglia corto. «Locatelli aveva espresso chiaramente l'intenzione di non rimanere, quindi non si ò posto il problema». Quella di Billia è comunque soltanto una proposta, che verrà sottoposta all'lri. «E sarà Tiri a decidere se l'assemblea dei soci che dovrà ratificare la designazione del direttore dovrà tenersi prima o dopo la nomina dei nuovi vertici dell'istituto», precisa ancora Moratti. Che, finito il consiglio, alle due ò comparsa alla mensa insieme a Presutti, continuando la tradizione «democratica» inaugurata un anno fa dai Professori. Ma Billia, ancorché non approvato dall'Iri, non resterà solo. Al suo fianco, il nuovo consiglio prevede la nomina di un «Responsabile dell'attività editoriale». Nei giorni scorsi si parlava addirittura di uno sdoppiamento della direzione generale, vietata tuttavia dalla legge. Dunque si tratterà di una vicedirezione generale. E' ancora Miccio a spiegarne il senso. «In tutte le aziende editoriali c'è un direttore amministrativo e un direttore editoriale», ragiona. Precisando tut- I presidi: «Senza riform ROMA. La crisi dei giornali, quotidiani e periodici, è oggi «grave e preoccupante»: è questo il dato più significativo della relazione tenuta ieri all'assemblea generale della federazione editori dal presidente della Fieg, Giovanni Giovannini. Il quale ha anche sottolineato che la situazione della stampa periodica è legata alla congiuntura economica sfavorevole ma viene aggravata da negative situazioni strutturali, che riguardano la rete di vendita e la raccolta pubblicitaria. All'assemblea era presente anche Gianni Letta, ex di¬ e è demagogia». D'Onof Nella foto piccola il neo presidente Gianni Billia e a destra il nuovo Cda Rai Sarà affiancato da un «responsabile editoriale» Si parla di Zavoli LETTA portavoce del Ccd Meocci. Il quale insiste però perché «a questo punto il responsabile del'informazione sia una persona interna all'azienda». A bocciare senza mezzi termini nomi come quelli di Vespa, Sodano, o Zavoli stesso, è invece l'azzurro-radicale Marco Taradash, presidente della commissione di Vigilanza (che giovedì prossimo ascolterà il nuovo cda). «Non vedo come possano tornare in ballo persone che appartenevano alle viscere della prima Repubblica - è la perentoria opinione di Taradash -. Chi è stato troppo esposto nel sistema della spartizione, pur con tutti i suoi meriti professionali, non può certo salire di nuovo sulla giostra». Maria Grazia Bruzzone dente, a collaboratore di prestigio, «socialista di Dio», ben visto anche a sinistra. Ma meno a destra. Tanto che non tutti i consiglieri sarebbero, per ora, d'accordo. «Almeno è una persona che di tv se ne intende, che nella storia della televisione italiana è entrato a pieno diritto», è il parere del senatore progressista Carlo Rognoni. Che, al pari del responsabile per l'informazione pidiessino Vincenzo Vita, apprezza la designazione di Billia. Ma, al contano di lui, non vede male lo «sdoppiamento». «Credo - aggiunge Rognoni - che, esaurita la prova di forza con la cacciata dei professori, la scelta del governo ora si appunterà su persone rispettabili». Billia idea felice anche per il Due rimandati illustri: il campione di sci Alberto Tomba e l'attrice Asia Argento I

Luoghi citati: Cuneo, Roma, Savigliano, Torino