Mani pulite l'ultima retata di «eccellenti»

L'operazione scatta all'alba con 49 ordini di cattura, poi tutti agli arresti domiciliari per decreto L'operazione scatta all'alba con 49 ordini di cattura, poi tutti agli arresti domiciliari per decreto Mani pulite/ l'ultima retata di «eccellenti» Nei guai anche Alberto Falck e Tramontana (Rinascente) Tripodi, Paolo Zuin, Gianni Giovannelli. A loro l'ordine di custodia è stato notificato nel carcere militare di Peschiera del Garda, dove si trovano da alcuni giorni. L'operazione è cominciata presto, prime ore del mattino, ma si è intoppata quasi subito. Alcuni nomi contenuti nella lista erano tranquillamente in vacanza, e molti altri, avvisati dai loro avvocati, hanno fatto in modo di non farsi trovare a casa in attesa di quel decreto che avrebbe evitato le manette. Un bel problema, per i militari del nucleo di polizia tributa¬ che Giampiero Maiocchi, titolare dell'omonima ditta di costruzioni: il fratello Mario, vice presidente dell'Ance, si era suicidato il 27 luglio del '92, all'inizio dell'inchiesta Mani Pulite, subito dopo essere stato interrogato da un magistrato della procura milanese. E poi ci sono i militari della Guardia di finanza. Sei marescialli tuttora in servizio, 8 sottufficiali che nei giorni scorsi si erano congedati, e si sentivano sulla testa quell'ordine di arresto, 6 ufficiali: il generale Cerciello, i colonnelli Carlo Capitanucci, Angelo Tanca, Vincenzo dei commercialisti, il costruttore Mario Lodigiani arrestato già diverse volte dalle procure di mezza Italia, e Sergio Bonelli, editore di «Tex Willer» e di «Dylan Dog» accusato di aver pagato 350 milioni. L'elenco sterminato continua con Roberto Berger, (Crippa e Bergeri, Cesare Girala, presidente della Girala Costruzioni, Mario Sciannameo, titolare di una grossa impresa di pompe funebri, già coinvolto nelle indagini che portarono all'arresto di Mario Chiesa, l'industriale farmaceutico Sergio Formenti. Nella lista dei catturati an¬ ieri mattina dal pool una secca telefonata alle Fiamme Gialle incaricate degli arresti: «0 vi date una mossa 0 facciamo intervenire 1 carabinieri» Per i detenuti in attesa di giudizio si aprono le porte del carcere di San Vittore, finora quasi un simbolo di Tangentopoli ria delle Fiamme gialle incaricati della faccenda. E intorno alle 11 è arrivata al Comando una telefonata seccata da uno dei magistrati del pool: «O vi date una mossa, o faccio intervenire i carabinieri». Ma l'Arma non ò dovuta intervenire: il blitz è andato avanti comunque, tra qualche difficoltà. E poi la sorpresa finale: chi ha avuto la sventura di essere buttato giù dal letto dai finanzieri e trasportato alla caserma di via Fabio Filzi, non ha dovuto fare altro che attendere pazientemente le 17, e che il decreto diventasse esecutivo, per vedersi riportare a casa. Agli arresti domiciliari, ma pur sempre a casa, scampando San Vittore. A sera, mancavano appena una decina di nomi alla lista degli arrestati, tutti comunque destinati alla detenzione domiciliare. Doppio lavoro per il gip Padalino, giorni e giorni a firmare ordini di custodia, poche ore per decidere le scarcerazioni. Che non si potesse fare altro lo si era già capito in mattinata, quando dal ministero era arrivato il fax con le nuove disposizioni. Contrordine, tutti a casa. E il compito se lo è assunto in prima persona Antonio Di Pietro, che ha sillabato davanti ai cronisti la frase: «Diviene molto difficile compiere il proprio dovere, senza sentirsi strumento di ingiustizia». Brunella Giovara Manager Rinascente VIP SOTTO ACCUSA TRAMONTANA Su, verso lo Stelvio in sella alla bicicletta, insieme agli amici Romano Prodi, l'ex presidente dell'Iri, e a Gianni Bugno, ex campione del mondo. Almeno una volta l'anno, a mezza estate, il rito della biciclettata è rito che non ammette defezioni per Giovanni Tramontana, amministratore delegato della Rinascente, la più importante (con quasi 5 mila miliardi di faturato) società di grande distribuzione. Tramontana è manager tutto d'un pezzo: lungo curriculum (Snia, Montefibre, Alfa Romeo, infine Rinascente) e fama di duro. BONELLI // «padre» di Tex Una storia complicata, come neppure i suoi eroi di carta, «Tex» e «Dylan Dog» avrebbero potuto immaginare. Ma per il famoso editore di fumetti Sergio Bonelli, la realtà questa volta ha superato la fantasia. Ed è finito anche lui, per via di quei 350 milioni sborsati, nell'inchiesta sulle Fiamme gialle, l'ultimo capitolo di Mani pulite. Non se l'aspettava. Come forse se l'aspettavano costruttori come Mario Lodigiani, pluriarrestato, Cesare Girala della Girola costruzioni, Giampiero Maiocchi della Maiocchi costruzioni. FALCK Re della siderurgia Timido, riservato, cattolico. Niente affatto amante di quei circoli e di quei salotti che per lui, rappresentante di una delle più antiche famiglie industriali milanesi, sono da sempre aperti. No, il cinquantaseienne Alberto Falck, presidente dell'omonimo gruppo siderurgico, non è un presenzialista, non ò uomo mondano. Meglio il weekend in famiglia. Meglio una buona lettura. La compagnia degli amici. E il lavoro, 10-12 ore al lavoro per gestire un gruppo che, con 542 miliardi di fatturato, ò il primo gruppo siderurgico italiano. % te r BERNONI Ai vertici Montedison Discreto come un professionista deve.essere. Giuseppe Bernoni è noto per la sua capacità a evitare eccessi di pubblicità anche se è difficile passare inosservati quando si è presidente dell'ordine dei commercialisti. E soprattutto quando succede d'essere cooptati al vertice del collegio dei sindaci della Montedison, quella Montedison che il presidente Guido Rossi ha ereditato dal disastro dei Ferruzzi e ha pilotato fuori dalle secche del quasi crack del dopo Enimont. Un passato che, con il quasi arresto di ieri, è sembrato riemergere. BERGER L'ex re delle bollicine Robert Berger, uno dei 36 arrestati della retata di ieri, è stato per anni uno dei «re» del mercato delle acque minerali in Italia. Attraverso la sua finanziaria di famiglia controllava infatti, con alcuni soci, la «Crippa e Berger», un marchio molto noto nel settore della grande distribuzione. Alla Crippa e Berger faceva capo, tra gli altri prodotti di largo consumo, l'acqua minerale Levissima. Nel 1992, però, Berger vendette l'azienda di famiglia alla «Garma», la joint-venture tra Raul Cardini e Giulio Malgara.

Luoghi citati: Italia, Peschiera Del Garda, Stelvio