Di Pietro si dimette di Alessandro Galante Garrone

Il pool se ne va dopo il decreto Biondi, 49 arresti domiciliari tra cui Falck e Tramontana Il pool se ne va dopo il decreto Biondi, 49 arresti domiciliari tra cui Falck e Tramontana Di Pietro si dimette Guerra giudici-governo, maxi retata a Milano SCONTRO CHE SPACCA LO STATO IMMA IMPROPRIA DEL DECRETO ^1 La coscienza del pm di ferro La trincea di Berlusconi NELL'INSTABILITÀ' italiana del dopo-tcrremoto, si è aperta ieri una crisi istituzionale gravissima, che mette in gioco l'equilibrio tra i poteri della Repubblica. Spesso ci sono state tensioni, anche acute, tra l'esecutivo e la magistratura. Ma oggi il conflitto tra i giudici e il governo è diventato un duello che prevede soltanto vincitori e vinti, e anzi per la prima volta trasforma i due poteri costituzionali in una sorta di due partiti anomali, in lotta sorda tra di loro, davanti al Paese. Qualcosa di sudamericano, come si diceva una volta, nella stessa Italia dove si sono appena spenti i riti e i sorrisi occidentali che hanno celebrato la riunione dei Sette Grandi. Il governo Berlusconi si è mosso per primo, cancellando di fatto la carcerazione preventiva con il blitz di un decreto legge immediatamente operativo, proprio mentre si rincorrevano le voci e le conferme di una nuova ondata di arresti per tangenti, naturalmente arresti spettacolari e, come si dice, eccellenti. 1 giudici hanno risposto ieri con il pool di Mani Pulite riunito davanti alle telecamere attorno ad Antonio Di Pietro, che ha annunciato le dimissioni sue e di tutti i colleghi per protesta contro il decreto. Diciamo subito che la mossa dei giudici di dimettersi davanti alla tivù, con un gesto fortemente spettacolare ed emotivo, è impropria per dei magistrati che sono comunque soggetti alle leggi e in ogni caso tenuti a farle rispettare: qualcosa che ricorda la lotta politica ben più della dialettica istituzionale, una specie di appello televisivo contro il decreto, che in Ezio Mauro CONTINUA A PAG. 4 SECONDA COLONNA I medici: serio risentim AUGUSTO __] MINZOLINI PAOLO GUZZANTI DI fronte ai quattordici articoli del decreto-legge, c'è una prima non lieve deplorazione da fare. Il problema della custodia cautelare è stato isolato da tutti gli altri problemi inerenti ai processi che, con una brutta locuzione, indichiamo per brevità con nome di Tangentopoli: l'immenso stuolo di processi che hanno, come loro emblema rappresentativo, figure di rilievo come De Lorenzo, Poggiolini e tanti, troppi altri. Ben più sconcertante e biasimevole è il ricorso fatto dal governo all'arma - in questo caso fortemente sospetta - del decreto-legge, anziché alla presentazione di un disegno di legge. Ma quali sono, in questo caso, le ragioni di «necessità e urgenza» che sole potrebbero giustificarlo? Cavarsela adducendo i sacrosanti principi di libertà dei cittadini di cui qualcuno ha parlato in queste ultime ore non è che un escamotage retorico. La strada prescelta assume così, anziché l'aspetto di un ponderato disegno di legge, da discutersi poi a fondo sui banchi del Parlamento (tanto più quando, come nel caso presente, persino nelle file della maggioranza governativa, cominciano a manifestarsi non irrilevanti dissensi sul contenuto di alcune norme del decreto appena varato; e ancor più per il fatto che non vi compare alcuna norma intesa ad assicurare un più rapido svolgimento dei processi) l'ingrata sembianza di un colpo, se non ancora di spugna, certamente di mano o di testa: di stile craxiano o berlusconiano che dir si voglia, comunque inaccettabile da parte di un vero democratico. Alessandro Galante Garrone CONTINUA A PAG. 4 SETTIMA COLONNA MILANO. Sui teleschermi, ieri sera, il giudice Di Pietro (nella foto) è apparso emozionato, triste, un po' atono: per il giudice-simbolo di Tangentopoli è il momento del contrasto più duro. A PAG. 3 mori dure ROMA. «Questo è un provvedimento irrinunciabile: o il decreto passa, o si va a casa»: così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (nella foto) parlava ieri ai deputati di Forza Italia. A PAG. 2 momduroI mori I dure o più PAG. 3 ieri Itali orza PAG. 2 Tragedia a Milano. A Modena scoppia una bo ROMA. Terremoto sul decreto «anti-manette». La giornata è iniziata con una nuova «maxiretata» ordinata dal pool di Mani pulite nell'ambito dell'inchiesta sulla Guardia di finanza. Sono stati emessi 49 ordini di cattura, di cui 36 eseguiti nelle primissime ore del mattino e trasformati, in giornata, in arresti domiciliari: tra gli indagati il presidente della Falck Alberto Falck e l'amministratore delegato della Rinascente Giuseppe Tramontana. Quindi, nel pomeriggio, mentre il ministro Biondi riferiva al Senato sul suo decreto, la notizia-bomba: a Milano, con una durissima nota letta alla stampa ed ai telegiornali, il giudice Di Pietro e i suoi tre colleghi del «pool» annunciavano la determinazione di chiedere, in seguito al decreto, il trasferimento ad altri incarichi «per motivi di coscienza». mb Cerasuolo, Cirillo, Giovare, Marzolla Meli, Milone, Potetti, Singer DA PAGINA 2 A PAGINA 5 mbola, uccise due bimb I I pm Antonio Di Pietro annuncia il ritiro del pool dall'inchiesta di Mani Pulite e. Balsorano, 6 morti in una fabbrica di fuochi

Luoghi citati: Balsorano, Italia, Milano, Modena, Roma