SCHWARZENEGGER LA VENDETTA DEI MUSCOLI

Parla l'attore che torna a mostrare i bicipiti: in versione gentiluomo non ha avuto successo Parla l'attore che torna a mostrare i bicipiti: in versione gentiluomo non ha avuto successo SCHWARZENEGGER La dei muscoli LOS ANGELES. Per anni, Arnold Schwarzenegger ha sempre battuto tutti, i nemici che incontrava sul set e gli altri attori nella gara al botteghino. Si sentiva così sicuro di sé, l'ex Mr. Universo, che l'anno scorso si è avventurato in un film in cui faceva la parodia di se stesso e si presentava per la prima volta al suo pubblico come un eroe vulnerabile, con i suoi difetti e le sue debolezze. Un errore di presunzione, perché quando il pubblico va a vedere un film di azione con Arnold come protagonista si aspetta «Terminator». Per andare sul sicuro, Schwarzenegger ha dunque scelto di fare «True Lies» rimettendosi sotto l'ala di James Cameron, il regista che lo ha diretto appunto nei due «Terminator». Con un budget record che si dice abbia superato i 120 milioni di dollari, cui vanno aggiunti i costi di stampa e pubblicità, «True Lies» è un turbinio di esplosioni, ponti che saltano, inseguimenti, incendi. E, nel suo genere, funziona. Ispirato al film francese «La Totale!», racconta la storia di una spia che deve impedire alla solita banda di terroristi un po' da cartone animato di fare esplodere degli ordigni nucleari. Un'altra volta, Arnold salva il mondo. Ma deve badare, allo stesso tempo, a salvare anche il suo matrimonio, perché la moglie (Jamie Lee Curtis) convinta di essere sposata a un qualunquissimo venditore, è inquieta e pronta a tradirlo. Ha bisogno di avventura nella propria vita, sogna un eroe. E ignora di averne uno pronto nel suo letto. Schwarzenegger arriva all'appuntamento al Four Seasons di Beverly Hills a bordo della sua Humvee, una delle enormi Jeep usate dall'esercito Usa durante la guerra nel Golfo. Ha una camicia hawaiiana e trasuda fiducia e felicità. Gli piace essere al centro dell'attenzione. E da consumato businessman sa bene che la promozione di un film è fondamentale per il suo successo commerciale. Come nasce l'idea di questo film? Chi è andato a scovare ((La Totale!»? «Io. Ho visto il film per caso, un giorno, e in una delle nostre gite domenicali in Harley-Davidson ne ho parlato con James Cameron. Lo ha visto ed è piaciuto molto anche a lui. Lo ha colpito, in particolare, l'idea del protagonista, un agente segreto che fa tutte queste cose incredibili e pericolosissime in giro per il mondo e che quando è a casa ha i problemi quotidiani di tutti che non sa come risolvere. Più le cose gli vanno meglio fuori, più peggiorano in famiglia». E così assieme con il film di azione c'è anche la commedia... «Mi sembra che "True Lies" sia il film di azione perfetto per gli Anni 90, con un eroe molto diverso da quelli di 10 o 20 anni fa. Era l'era dei James Bond e dei Rambo, adesso abbiamo eroi con una famiglia alle spalle, che ti fanno anche ridere». Tutti dicono che lavorare con James Cameron è massacrante. «E' il regista più esigente con cui io abbia mai lavorato. Se potesse farebbe a meno degli esseri umani, userebbe soltanto i computer. Ti spinge sempre al tuo limite, ma quando sono con lui, io gli dò piena fiducia». E' stato più difficile imparare e pilotare un «Harrier Jet» o a ballare il tango? «Il tango. Ci siamo preparati per mesi, durante le pause del lavoro». Ha ancora in progetto di fare il film sui Crociati? «La cosa è nata da una conversazione con Paul Verhoeven, quando eravamo a Città del Messico per girare "Total Recali". Pensavo di essere uno che sa molto di quel periodo, ma ho scoperto che Paul è un fanatico. Ci siamo detti: perché non ne facciamo un film? Abbiamo fatto la sceneggiatura, ma poi "I Crociati" è rimasto impantanato nei guai finanziari della Carolco, che ha deciso di fermarsi quando già ci aveva investito 20 milioni di dollari. Hanno dato la precedenza ad altri film e non sono in grado di fare tutto. Vedremo». Nel frattempo, sta per uscire anche «Junior». «A novembre. Ivan Reitman dirige, con me ci sono gli attori Danny De Vito e Emma Thompson. Danny mi convince a fare un esperiemento e mi ritrovo incinto». Ha sofferto di nausee? «Solo grandi cambiamenti di umore». Ogni tanto si risentono voci secondo cui Schwarzenegger si darà alla politica. «Perché dovrei desiderare di mettermi in politica quando vivo come vivo? Faccio i film che voglio fare, vado in giro per il mondo, quando torno a casa ho una bellissima famiglia, lavoro quando ne ho voglia. Certo, credo molto nel servizio pubblico. Ed è per questo che mi sono occupato di programmi federali per tenere la gente in forma e sono diventato l'allenatore della Nazionale delle Olimpiadi per i ritardati mentali. Per adesso, dunque, di carriera politica non se ne parla. Che cosa poi accadrà tra venti o trent'anni non lo so davvero». Lorenzo Soria Jamie Lee Curtis. Destra: «Schwarzy»

Luoghi citati: Città Del Messico, Los Angeles, Usa