E l'uovo del serpente si schiuse a Bayreuth

Società' e Cultura i Wagner e il nazismo, nuovi retroscena di una complicità E l'uovo del serpente si schiuse a Bayreuth {*% IOLDATI neri ballavano nel L ' giardino di Wahnfried con ^bionde ragazze tedesche». I 1 Anatema. Ovviamente non AZJ era vero. Si ballava dappertutto in quei giorni di fine guerra. E di neri, fra le truppe d'occupazione americane, ce n'erano certamente, ma non erano «tutti neri». Per lei però, per Winifred Wagner, la severa custode di Wahnfried che da sempre era stata la residenza della famiglia, per lei, la regina di Bayreuth, il luogo sacro al genio di Richard Wagner dove da settant'anni si celebravano riti alla grandezza del musicista, per lei, legata a filo doppio al caduto nazismo, quei soldati neri nel giardino della sua magione, nell'estate del '45, non potevano sembrare che un sacrilegio. Di lì a pochi anni, nel '51, il Festival Wagneriano, in mano a Wieland Wagner avrebbe ripreso il luminoso e rinnovato cammino che oggi tutti conoscono ed ammirano. Ma soltanto pochissimi anni prima di quell'estate del '45, tornato in treno dalla Francia occupata dalle sue truppe, Adolf Hitler stesso aveva voluto passare da Bayreuth e assistere a una intera rappresentazione del Ring. Aveva rassicurato Winifred: «Sento le ali della vittoria palpitare vicino a me». E non solo. Dopo aver visitato a Parigi l'Opera, ed essersi innamorato della sua grandeur, intendeva trasformare la Festspielhaus, che Wagner aveva voluto spoglia e funzionale in cima alla verde collina di Bayreuth, in una monumentale acropoli che fagocitava il teatro in una neoclassica colata di cemento nazista. La famiglia Wagner e Hitler. Un legame stretto, un nodo complesso che si era venuto allacciando ancora prima della presa del potere del Fuhrer. C'era simpatia politica da parte della famiglia, c'era fanatica ammirazione della musica di Wagner da parte di Hitler. Una ammirazione tanto forte che durante gli anni di guerra, quando ormai tutti i teatri tedeschi versavano in cattive acque, Bayreuth proseguiva i suoi festival estivi: invitati di riguardo gli operai impegnati nelle industrie belliche, convogliati in massa nella cittadina bavarese, e i militari in licenza, o feriti in convalescenza i quali, come si capisce dalle loro facce nelle foto d'epoca, avrebbero certamente pre- ferito tornarsene a casa invece di assistere all'intero ciclo dellVlne/Zo del Nibelungo o al Parsifal. A quei tempi Bayreuth veniva ironicamente definito «Il teatro di Corte di Hitler», e nelle vetrine dei negozi campeggiava più volentieri il Mein Kampf di Hitler che il Mein Leben di Wagner. Brutta fine per un musicista che neanche un secolo prima aveva dovuto fuggire dalia Germania per avere partecipato ai moti rivoluzionari del '48 ed era stato bollato come pericoloso sovversivo. Eppure l'uovo del serpente era comparso molto presto a Bayreuth. Mclto presto intorno al compositore erano nate tendenze antisemite e nazionaliste che vedevano nel nascente Reich prussiano il riscatto della nazione tedesca. Esattamente nel 1876, quando nella nuovissima Festspielhaus andò in scena per la prima volta nella sua totalità YAnello del Nibelungo, la tetralogia che attraverso l'Oro del Reno, la Valkiria, il Sigfrido e il Crepuscolo degli Dei, racconta la monumentale saga nordica degli dei dell'Olimpo germanico. E subito, in quella Germania, da poco unificata sotto le aquile prussiane, a molti sembrò che il mondo wagneriano dovesse avere per i tedeschi significati che i non tedeschi non potevano cogliere, che lanciasse, il Ring, appelli all'immortalità dello spirito tedesco. Ecco, l'uovo del serpente comparve allora. Ne è sicuramente convinto Frederic Spotts, autore di un documentatissimo volume Bayreuth, a History of the Wagner Festival, appena uscito in Inghilterra e in America, pubblicato dalia Yale University Press. Wagner antisemita? Spotts ne è sicuro e ricorda come ai tempi del Parsifal, intorno agli '80, il compositore, avesse inutilmente insistito perché Hermann Levi, il direttore della sua opera più mistica e religiosa, si battezzasse. Ma se si hanno poche testimonianze di antisemitismo in Wagner, la messe è copiosissima (e non è una novità) nelle lettere e nei diari della moglie Cosima che gli sopravvisse sino alla primavera del 1930. Presto, con lei, Bayreuth, divenne un covo di xenofobia e sciovinismo vicino ai circob' più reazionari del Reich prussiano. Questo si riflesse negli allestimenti tradizionalissimi, intoccabili negli anni, impermeabili alla rivoluzione teatrale del primo '900 di cui Craig e Appia furono partabandiera. Ma non impedì che i cantanti migliori, i direttori famosi salissero la collina di Wahnfried, che intorno al teatro nascesse un culto e una sacralità artistica che vive ancora oggi. Col passare degli anni il festival, che si apre tradizionalmente a fine luglio, divenne luogo di ritrovo del¬ le più belle teste coronate d'Europa, della più danarosa borghesia. Da sempre il problema dell'ospitalità dei visitatori rimase aperto. Sin dall'inaugurazione del 1876, quando Karl Marx, casualmente di passaggio da quelle parti, scrisse a Friederich Engels di essere stato costretto a dormire su una panca di stazione perché tutti i pochi alberghi erano strapieni. Ma con il mito e la fama dei grandi visitatori (George Bernard Shaw, Romain Rolland) e dei grandi direttori (Toscanini con problemi, Strauss, poi Furtwaengler) poco per volta l'uovo del serpente si dischiuse. Dapprima c'era chi si lamentava che fra cantanti, musicisti e coristi (scelti fra il meglio che il mondo musicale potesse offrire) ci fossero troppi stranieri e troppi ebrei. Poi, per i circoli più conservatori, Bayreuth divenne una «Gloriosa fortezza ariana, il tempio dell'arte per il rinnovamento del sangue ariano, per il risveglio della nazione IndoGermanica». Con il ritiro di Cosima, l'eredità passa al figlio Siegfried, di tiepidi sentimenti nazionalistici. Ma sarà ancora una donna, la moglie Winifred (di origini inglesi, così come non tedesche erano le origini di Co- sima, figlia di Liszt), a condurre saldamente la barca di Bayreuth verso lidi nazisti. Soprattutto dopo la morte di Siegfried nell'agosto del '30, pochi mesi dopo la madre. Winifred era una fanatica di Hitler ed è del 1923 la prima visita dell'allora rivoluzionario nazionalsocialista a Wahnfried. Si gettano così le basi di una collaborazione e di una amicizia che diventerà strettissima e porterà all'identificazione del tempio wagneriano con l'ideologia nazionalsocialista. Dopo la presa del potere il festival resterà al di fuori della riorganizzazione dei teatri tedeschi, il Fuhrer assisterà ogni anno (dal '33 al '39) a una rappresentazione del Ring insieme ai suoi ufficiali. Ogni sorta di privilegio fu concesso alla famiglia e il giovane Wieland Wagner sarà forse l'unico suddito del Reich ad essere esentato dal servizio militare. E la propaganda non tarderà a battere la grancassa. Il Ring diventa così la parabola della Repubblica di Weimar e Siegfried altri non è che la nuova Germania che si prepara a rimpiazzare la morente società borghese e marxista e a costruire una nuova nazione e il Terzo Reich. Ma l'epitome dell'opera nazista, secondo 0 capo della propaganda Goebbels, sarebbe diventato I Maestri Cantori: «Non esiste certamente un lavoro nell'intera letteratura musicale del Popolo germanico così rilevante per i nostri tempi e così spirituale e di tale tensione intellettuale come i Maestri Cantori. Quante volte negli anni passati il suo coro "Sveglia, presto sorgerà il giorno" è risuonato in noi come un'ardente speranza di diventare 0 palpabile simbolo della rinascita della nazione Germanica dalla profonda narcosi spirituale e politica del novembre 1918...». Fortunatamente per Wagner e per gli amanti della sua musica le cose sono andate poi diversamente. L'ala della vittoria si è allontanata da Hitler e se oggi il festival di Bayreuth è tornato ad essere uno degli appuntamenti più colti e più seri del panorama musicale europeo, forse è anche grazie a tutti quei soldati neri che ballavano con le bionde tedesche nel giardino di Wahnfried e scandalizzavano tanto la sopravvissuta Winifred Wagner. Sergio Trombetta Hitler non condizionò la «famiglia», il festival era un covo di nazionalisti, e ora un libro lo dimostra I soldati del Fuhrer portati a teatro in licenza premio Richard Wagner A sinistra, le SS suonano la fanfara sulla balconata del Festspielhaus. Sotto, Hitler a Bayreuth con Winifred e Wieland Wagner. A destra, reduci dal fronte in licenza premio a teatro

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