Anche la moda sterza a destra

Gattinori presenta una donna tutta coperta, trionfano tailleurs grigi Gattinori presenta una donna tutta coperta, trionfano tailleurs grigi Anche la moda sterza a destra Ecco lo stile della Seconda Repubblica ROMA DAL NOSTRO INVIATO Un terremoto. E via, si sterza a destra. Muore uno stile, quello dell'Italia di ieri. Gattinoni lo affossa definitivamente, sulle musico tragiche di Mahler. Così si è aperto il suo defilé nella serra dell'Arancera del Semenzaio. Dalle ceneri risorge algida la donna della seconda Repubblica. Ben coperta, dal collo alle ginocchia. Austera e decisa, ha buttato a mare le chincaglierie del passato. Indossa tailleur grigi e camicie nere Idi autarchica memoria?), abiti da cocktail in cady finemente ricamati, guantini (Veronica insegna). Sul revers un cuore e un crocifisso ispirati al simbolo dei frati passionisti di San Damaso. Un decoro che, non a caso, ricorda la croce di Vandea della Pivetti. «E' un messaggio di pace», dicono all'atelier. Ma presto diventerà il segno di distinzione del nuovo «regime». C'è da giurarci. Per la prima volta la firma sposa il bon ton. «Il genere Jackie Kennedy batte quello mutuato dalla Panetti 100 a uno. Basta con le cosce al vento. Non c'è più posto per la seduzione da due soldi. La moda registra e traduce i sintomi dei ribaltoni sociali», spiega Stefano Dominella, manager della Gattinoni, la griffe disegnata da Guglielmo Mariotto. Ma la collezione per il prossimo autunno non impasta attualità e souvenir fascisti? «Assolutamente no. Non tiriamo in ballo politica e dolorosi ricordi anche quando non c'entra- no», assicura Mariotto. Vabbè. A noi era parso d'intravedere una strizzatina d'occhio alle «piccole italiane» dai capelli lunghi e ondulati, come piacevano ai gerarchi. Un effetto ottico dovuto alla solita ambiguità, gratuita, su cui gioca la moda? In pedana al termine del defilé sale la neo parlamentare europea di Forza Italia Luisa Todini. In abito lungo e scuro, abbraccia Fernada Gattinoni e le consegna una rosa per festeggiare i 70 anni di attività. «Gesto che avrebbe dovuto compiere martedì sera il presidente della Camera della Moda a "Donna Sotto le Stelle". Ma ci hanno detto che non c'era tempo», spiega Dominella. Peccato che il noioso programma fiume non abbia saputo ritagliare due minuti per omaggiare una donna che ha dedicato la vita alla couture. La Todini, con l'aiuto di Dominella, sta mettendo a punto un disegno di legge che presenterà a settembre per aumentare l'occupazione giovanile in questo settore. Prevede stage presso aziende e atelier soprattutto al Centro Italia. Queste potranno usufruire di sgravi fiscali. «Esportiamo moda. Vantiamo un saldo attivo di 17 mila miliardi, ma dobbiamo aprire anche scuole pubbliche di design. Formerò un comitato di esperti per gli interscambi anche con altri Paesi», ha detto la Todini. La couture italiana è sofferente. Molti sostengono che risenta di una cattiva gestione da parte de¬ gli enti. Ieri Pino Lancetti era furente. Uscirà dalla Camera Nazionale della moda. Lancetti ha accusato il presidente Giuseppe Della Schiava di aver cambiato il logo della manifestazione capitolina (da «Alta Moda» a «Roma Moda»), senza consultare i sarti. «C'è una bella differenza fra chi manda avanti una struttura industriale e una manuale. Questa confusione è deleteria - sottolinea Lancetti -. Nuoce persino alle licenze. Anche Piazza di Spagna l'altra sera era un gran caos. Prèt- à- porter e alta moda mischiati in una macedonia. Della Schiava per inserire le fabbrichette del Lazio ha calpestato quel che noi sarti abbiamo creato in 30 anni di lavoro. Ho cercato di parlare con lui per ben 4 volte. Si è fatto negare. Fin che le cose non saranno chiarite io non sfilerò più. E' con questa cattiva politica che si costringono i creatori a migrare in Francia», conclude Lancetti. Della Schiava replica con un comunicato che in sintesi dice: «Il termine alta moda non è stato abolito. In futuro la definizione sarà "Roma Collezioni Alta Moda". Verrà reso noto dopo la valutazione di Rutelli sulle diverse iniziative del progetto. Quanto alla trasmissione "Donna Sotto le Stelle" voglio chiarire che è focalizzata a promuovere tutto il settore abbigliamento italiano». L'edizione romana domani si conclude dopo aver mostrato tutti i suoi volti. Belli e brutti. Fra i visoni reversibili di De Carlis - e i completi di lurex mostrati dalle ragazze di «Non è la Rai» per Borgonovi- abbiamo visto pure le improbabili mise di Graziella Pera (in arte Grace Pear). Alla stilista, amata dal mondo della tivù, è scappata la mano. La sua «avanguardia» - fatta di spolverini simili a vestaglie da boudoir e vestiti in chiffon accompagnati da boleri di lapin blu incubo - suona fuori luogo. E non basta che sfili Mietta per renderla più convincente. Antonella Amapane E Lancetti dichiara guerra al presidente della camera nazionale della moda «Ha calpestato 30 anni di lavoro» igi a ca Il modello «Seconda Repubblica» Gattinori. Soun abito presentato iRoma E Lancetti dichiara guerra al presidentdella camera nazionale della mo«Ha calpestato 30 anni di lavoro» Il modello «Seconda Repubblica» di Gattinori. Sotto un abito presentato ieri a Roma

Luoghi citati: Francia, Italia, Lazio, Roma