Dalla Mambro un Sos a Funari di Stefania Miretti

Alla tv. «Mi aiuti, sono innocente» Ieri sera su Retequattro alcuni spezzoni dell'incontro tra il «giornalaio» e la terrorista nera Dada Membro un Sos a Furari Alla tv. «Mi aiuti, sono innocente» ROMA. «Ho partecipato a vari omicidi, con i Nar. Ma con la strage di Bologna non c'entro». Su Retequattro, ieri sera, c'era Francesca Mambro che ingoiava aria. Pochi minuti, i brandelli di un'intervista che Gianfranco Funari ha realizzato in carcere. Mandati in onda «volutamente in bianco e nero, per renderli più crudi», giacché la «pietas» sarà anche un bel sentimento, ma vuoi mettere il senso dello spettacolo. Così eccola qui, la terrorista nera, ancora ragazza nonostante la gioventù breve e tutta virata al tragico, condannata all'ergastolo per la strage di Bologna, protagonista di una stagione di lutti e sofferenze ancora da raccontare. Eccola in televisione a ingoiare aria, mentre le parole le escono a scatti come succede a chi è molto ammalato o molto emozionato, tra la reclame di un solare anticellulite e una polemica tra Emilio Fede e il direttore de «L'Indipendente» Luigi Bacialli. Inutile arricciare il naso. A invocare l'intervento di Funari e delle sue telecamere è stata la stessa Francesca, anche a nome del suo compagno Giusva Fioravanti: «Gli ho chiesto di non lasciarci soli in questa battaglia per la verità, perché credo sia una persona che non si lascia condizionare dalla comodità del silenzio... Funari parla e si rivolge alla gente, in un certo senso è lui stesso la gente», ha spiegato. E poche ore più tardi lui era già a Rebibbia, per «vivere sulla mia pelle», riferisce, «l'emozione di un racconto». Ma è un'emozione che stonta a manifestarsi, con le brevi immagini interrotte da commenti e gigionerie, con il protagonismo del conduttore («A me le ingiustizie proprio nun me vanno») a sovrastare la flebile voce della Mambro. Funari non ci fa vedere, ma racconta, d'una gamba che continua a scalciare nervosa, di una lacrima: «Sono ancora scombussolato», rivela. «Il dolore, la sofferenza di quegli anni, li conosciamo solo noi e i parenti delle vittime», dice la Mambro. In mezzo alle due affermazioni c'è uno scarto, una specie di sospensione, simile a quella del respiro della terrorista ragazza che vuole «parlare alla gente» attraverso Funari, e che in carcere è diventata amica delle terroriste rosse perché è il senso del tragico il comune denominatore di una generazione che tanto si è scannata e molto ha ucciso. «Io non ho nulla da difendere, se non la mia storia», confida la Mambro a Funari, «io qui davanti a lei sono nuda, perché la verità è nuda». Lei e Fioravanti si proclamano innocenti: «Abbiamo partecipato a tanti omicidi, e questa è una storia che per noi non è ancora chiusa sul piano morale ed emotivo. Ma con la strage di Bologna non c'entriamo», «si parla tanto di memoria, nel nostro Paese, ma l'unica cosa che si vuol fare, che si sta facendo, è un processo di rimozione sulla vicenda delle stragi. Dicono che saremmo protetti dai servizi segreti. Se fosse così, non saremmo qui in carcere, condannati all'ergastolo». L'intervista si chiude con un primo piano sulla Mambro che dice annaspando «Niente vale la morte delle persone, nulla». L'impegno di Funari, invece, stando a quanto ha lui stesso dichiarato, non finisce qui: «Sarò martellante, mi rivolgerò al ministro della Giustizia Biondi, gli chiederò di venire in trasmissione. Voglio sapere come si può costringere una persona che si proclama innocente alla disperazio¬ ne. Una persona che ha ammesso le sue colpe e che sta pagando, ma che su una cosa dice no, quello non l'ho fatto io. Voglio capire e batterò i piedi fino a quando non sarà tutto chiaro». Impegno gravoso, come tutti gli italiani sanno. Stefania Miretti Qui a fianco Gianfranco Funari Più a destra la terrorista nera Francesca Mambro

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