La grande fuga da Algeri

Dopo l'ondata di violenze integraliste le società estere hanno cominciato il rimpatrio dei dipendenti Dopo l'ondata di violenze integraliste le società estere hanno cominciato il rimpatrio dei dipendenti La grande fuga da Algeri / tecnici occidentali lasciano il Paese ALGERI. L'ondata di violenza integralista che ha colpito gli stranieri ha indotto tutti i governi e le società che hanno rapporti con il Paese nordafricano a prendere in considerazione la possibilità di allontanare il personale. Sono ormai molte le imprese che in questi giorni stanno predisponendo il trasferimento dei loro dipendenti. La società Hidrotehnika, che ha sede a Belgrado, ha deciso di ritirare tutto il suo personale dopo la morte del tecnico Dole Jaksic, ucciso in un ristorante di Algeri insieme con un altro cittadino jugoslavo e a due funzionari algerini. «La sicurezza dei nostri uomini è più importante di qualsiasi altra cosa. Anche se il nostro giro d'affari in Algeria ammonta a più di cinque milioni di dollari e abbiamo molteplici prospettive di contratti, chiudiamo la porta e rimpatriamo i nostri dipendenti via Tunisi», spiega uno dei portavoce della Hidrotehnika. Le imprese russe hanno già fatto rientrare parte dei loro uomini e secondo fonti dell'ambasciata non si esclude la possibilità in tempi brevi di un rimpatrio totale dei tecnici. La decisione dipenderà esclusivamente dagli «sviluppi della situazione nei prossimi giorni». Molte anche le imprese straniere operanti in Algeria che hanno paralizzato le proprie attività per non mettere a repentaglio la sicurezza dei loro dipendenti. Un anno fa in Algeria c'erano 80.000 stranieri, compresi gli algerini che avevano la doppia cittadinanza. Dopo 12 mesi di attentati, ne sono rimasti appena la metà. Secondo i dati ufficiali, nel 1993, i francesi erano 76.000, gli italiani 750, gli statunitensi 300. Una società danese, la Fls Industries, impegnata nella costruzione di un cementificio a Tebessa, a Est di Algeri, ha sospeso i lavori e rimpatriato quaranta tecnici di nazionalità danese, inglese e spagnola. La decisione è stata presa su suggerimento delle autorità algerine, che hanno preferito rinviare il completamento dei lavori a tempi migliori. I tecnici del cantiere già da tempo vivevano sotto scorta sia sul lavoro che fuori. Con la partenza dei tecnici della Fls Industries in Algeria resta un solo cittadino danese, addetto all'ambasciata. L'ambasciatore e altri tre addetti si sono trasferiti a Tunisi lo scorso febbraio. All'ambasciata italiana confermano la concertazione in atto con le autorità francesi per mettere a punto un piano di evacuazione. I rappresentanti delle società italiane presenti nel Paese sono intanto stati convocati lunedì scorso dall'ambasciatore Patrizio Schmidlin per una riunione che si è conclusa con la decisione di permettere, a chi lo desidera, di anticipare le ferie estive e andarsene senza indugi. Sono molti quelli che intendono approfittarne. L'ipotesi di anticipare la partenza per le ferie degli italiani riguarda 705 persone, nella quasi totalità dipendenti delle numerose aziende. E con queste aziende l'ambasciata d'Italia ad Algeri - alle cui dipendenze ci sono una ventina di cittadini italiani - si tiene costantemente in contatto, per assicurare la sicurezza dei cantieri, sparsi la maggior parte lontano dalla capitale. Dà sempre molto intensi, i rapporti economici con l'Algeria assicurano all'Italia il secondo posto nell'interscambio commerciale e registrano una forte presenza di imprese italiane sull'altra sponda del mediterraneo: Fiat, gruppo Eni (con Agip, Saipem e Snam), Ansaldo, Olivetti, Alitalia, Fintecna e Cogefar-Impresit sono impegnate, singolarmente o attraverso joint-ventures, in numerosi settori della vita economica del Paese nordafricano. Fra le aziende italiane, il gruppo Eni è quello che detiene la presenza più rilevante. Tutto il personale di cittadinanza italiana lavora nella perforazione e nella esplorazione petrolifera, ed è dislocato in cantieri nel Sud del Paese, con forti misure di sicurezza e comunque lontano dalle zone a forte presenza di integralisti islamici, [e. st.] Ferie estive anticipate per i nostri connazionali Dimostranti feriti da una bomba durante un corteo di integralisti islamici il mese scorso nel centro di Algeri A sinistra il ministro della Difesa Cesare Previti

Persone citate: Ansaldo, Cesare Previti, Dole, Olivetti, Patrizio Schmidlin