SEMI FINALI

SEMI SEMI FIMAUJW LOS ANGELES DAL NOSTRO INVIATO Adesso ci si mette anche la madre. Per Carlos Alberto Parreira essere l'allenatore del Brasile è davvero una tortura. «Perche non fai giocare il giovane Ronaldo?». Il messaggio era in mezzo alla solita pila di sollecitazioni che, in ogni albergo, raggiunge il et della Selegao da quando è cominciato questo Mondiale. Lui ha un bel da dire: «Non passatemi telefonate». «Scusi, mister Parreira, ha chiamato Pelé, avrebbe sei cambi da suggerirle in vista della partita con la Svezia». E ancora: «Il presidente Itamar Franco le proporrebbe di schierare un attaccante in più». Ma la mamma? Come dire di no alla mamma? «E' stata ragionevole, ha chiesto un solo cambio, mica come Pelé». Eppure Parreira non molla. Lui la formazione l'ha decisa. «E semmai - spiega ai giornalisti - per quanto Ronaldo sia bravissimo, prima di lui c'è sempre Muller che ha già fatto esperienza a Italia '90». Nulla muta. Anche contro la Svezia, l'unica squadra capace fin qui di imporre il pari ai verdeoro, la signora Parreira e con lei tutto il Brasile vedranno l'undici che a giudizio del et ha ormai raggiunto livelli di gioco altissimi: «Contro l'Olanda hanno disputato il miglior secondo tempo di tutti i Mondiali». Quindi conferme per Branco (necessaria data la squalifica di Leonardo) sulla fascia sinistra, dei centrali Aldair e Marcio Santos nonostante le incertezze sui due gol olandesi, di Jorginho sulla fascia destra. E poi Mazinho e Zinho laterali a sostegno, Dunga e Mauro Silva in interdizione, Bebeto e Romario di punta. «Altro che piacere, altro che onore. Allenare il Brasile è una condanna, quanti compromessi dovrei accettare...». Erano in trecento (i giornalisti), dentro il forno del Rose Bowl, per assistere alla rifinitura anti-Svezia. Una bolgia infernale. Si è intuito che il Brasile teme molto lo schema, magari casuale, grazie al quale la Svezia ha raggiunto in extremis la Romania portandola ai rigori fatali. Il cross lungo per la testa di Andersson. Quindi la difesa verdeoro è stata «preparata» all'evenienza con una serie di traversoni verso la porta di Taffarel. «Siamo alla partita più importante - dice Parreira -, questa con la Svezia è perfino più difficile della finale. Loro cercheranno Andersson e Dahlin? Bene, noi cercheremo di accentuare il controllo di palla. E poi, vivaddio, abbiamo due elementi come Bebeto e Romario che rappresentano una delle coppie d'attacco più forti mai avute dal Brasile. Solo Pelé e Tostao hanno raggiunto simili risultati». La Svezia rappresenta per la Selegao il passaggio obbligato verso la finale. «Con l'Italia, certo - prevede Parreira - ma pensare ora alla grande sfida con gli azzurri sarebbe un errore per noi e per loro. Se Svezia e Bulgaria sono arrivate fin qui qualco- ARBITRO Se non c'è la Svezia