Il torneo esagerato di Marco Ansaldo
// torneo esagerato // torneo esagerato 1ANTE volte abbiamo creduto che fosse finita, che la nostra uscita dal campionato del mondo fosse ormai scontata e si è provato ad abbozzare il bilancio, tra la delusione e il sollievo, per la cancellazione di un equivoco, come la nostra partecipazione. E, invece, tutto è ritornato repentinamente in discussione e ci siamo addirittura scoperti proiettati in una inconcepibile resurrezione, verso una vittoria che ci pareva immeritata, e, per questo, più golosa e preziosa. Tante volte siamo stati sballottati non dal gioco del pallone, ma da quello della roulette, che ci è parso da sudati e impotenti telespettatori venir trasformati in protagonisti, vittime ed eroi di più campionati del mondo. Un Mondiale dopo l'altro. Senza tregua. Questo è veramente un Mondiale esagerato. E' il Mondiale del solleone, con ogni partita giocata nelle peggiori condizioni ambientali immaginabili e raggiungibili, con il sole trapanante equamente crani del pubblico e delle squadre, con un'umidità tale da avvolgere e far scomparire come in un esercizio di prestidigitazione il contenuto degli stadi pur così affollati da quegli americani che, secondo le previsioni dei corrispondenti italiani in Usa, avrebbero dovuto snobbare il soccer, un Mondiale che ha preteso molto dalla resistenza di tutti, non solo da quella fisi ca ma anche e forse soprattutto da quella psichica. A guardarci alle spalle, quasi stentiamo a crederci. Certo, in un Mondiale così eccentrico, l'Italia ha scelto o si è trovata, comunque, a praticare la partecipazione più eccentrica per non dire anarchica. Ha puntualmen- te, addirittura meticolosamente fallito il possibile e altrettanto puntualmente, addirittura spietatamente, realizzato l'impossibile. Ogni volta che abbiamo creduto di poter finalmente spegnere il televisore e di poterci concedere riposo, siamo stati costretti a cambiare idea, ed eccoci arrivati a disputare una semifinale con la squadra sorpresa della Bulgaria. In un sondaggio telefonico del Tg3 e venuto fuori che il 48 per cento dei telespettatori avrebbe preferito incontrar la Germania battuta dalla Bulgaria. Con i tedeschi avevamo già vinto un sacco di volte, e poi parlano l'italiano perché hanno giocato nel nostro campionato. Sarebbe stata una specie di rimpatriata. Invece, la Bulgaria è un'incognita ed è pericolosa non solo per gli uomini di classe che annovera, ma anche e soprattutto perché sino a ora non si sono riscontrati nella nostra compagine quei segni di panico che si erano verificati alla vigilia degli incontri con la Norvegia, con la Nigeria e con la Spagna. Lo stesso Sacchi si è dovuto correggere mentre, intervistato, parlava delle «due» prossime partite. «La prossima partita», ha rettificato con un poco di precipitazione. E ci auguriamo che una simile messa a punto basti a farci godere ancora una volta della nostra sconcertante anarchia. Marco Ansaldo
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