Bill sulle orme di JFK di Aldo Cazzullo

Bill sulle orme di JFK Bill sulle orme di JFK Anche lui parla tedesco: Berlino è libera lare, ma in nessuna parte del mondo lo hanno accolto così», diceva quel giorno il responsabile della sicurezza della Cia. «Berlino Ovest ha 2 milioni di abitanti, ma oggi sarebbe più facile contare quelli che sono rimasti a casa», sorrideva Brandt. Le finestre delle case che davano sul Rathaus, il municipio, dove parlava Jfk, si affittavano a 50 marchi. Era la prima volta che un Presidente Usa si spingeva alle colonne d'Ercole, sul confine dell'Occidente, nella città assediata. Il discorso di Kennedy del 26 giugno del '63 fu memorabile. «Noi americani siamo pronti a veder distruggere le nostre città, pur di difendere l'Europa. Tornerò in qualunque momento, quando avrete bisogno di me». Ovazione. Con ben altro tono, il giorno prima, nei placidi palazzi renani di Bonn, Jfk aveva avvertito Adenauer: «La riunificazione della Germania è uno dei miei sogni. Ma è destinato a rimanere tale ancora a lungo». Ora, davanti alla folla, il Presidente aveva ripreso a sognare: «Sono uno di voi. Ich bin ein berliner. E vi dico che un giorno ci ritroveremo qui, senza questa barriera in mezzo». Un altro Presidente americano aveva sfiorato il Muro, sette anni fa. E anche lui aveva in tasca un appunto in tedesco. «Es gibt nur ein Berlin», c'è una sola Berlino, disse Ronald Reagan Aldo Cazzullo

Persone citate: Adenauer, Berlin, Brandt, Kennedy, Rathaus, Ronald Reagan

Luoghi citati: Berlino, Berlino Ovest, Bonn, Europa, Germania