Servìzi segreti rivoluzione al vertice

Un carabiniere (Marino) dirigerà il Sisde, Siracusa andrà al Sismi e Pierantoni guiderà il Cesis Un carabiniere (Marino) dirigerà il Sisde, Siracusa andrà al Sismi e Pierantoni guiderà il Cesis Servìzi segreti, rivoluzione al vertice | Nuovi capi per gli 007 ROMA. Troppe ombre sui servizi segreti, meglio fare pulizia, rinnovando. Cosi ieri il governo, e più precisamente Comitato interministeriale per l'informazione e la sicurezza ha fatto i nomi dei nuovi vertici e i ministri competenti li hanno vidimati. Al vertice del Sisde (i servizi segreti civili) il ministro dell'Interno Roberto Maroni, ha designato il generale di divisione dei Carabinieri Gaetano Marino che prenderà così il posto del prefetto Domenico Salazar. Vicedirettori del servizio sono il prefetto Carlo Mosca (vicedirettore vicario) già capo di gabinetto del ministro, e il dirigente superiore della polizia Mario Fasano. Poiché su Salazar erano sorte delle polemiche, il ministro Maroni ieri ha voluto esprimergli un suo apprezzamento, sia pur carico di distinguo e di latinorum: «Il prefetto Salazar non è stato punito - ha detto -. Se un addebito gli va fatto è quello della "culpa in vigilando", perché non è riuscito a condurre il servizio nell'alveo della democrazia. Comunque Salazar è una persona che stimo e che intendo chiamare al comando di una delle direzioni del ministero». Sugli altri nomi, Maroni, in vena LA SCATOLA DEI VELENI Rai ha servito i padroni del vecchio sistema, ha sdegnosamente ignorato la Lega quando era una forza nascente, ha pesantemente sbeffeggiato il «cavaliere» quando ò «sceso in campo», ha corteggiato fino all'ultimo giorno i «probabili» vincitori delle ultime elezioni. I Servizi, dal canto loro, hanno sulla loro coscienza peccati ancora più gravi. Non ho mai creduto che fossero totalmente inquinati e resto convinto che molti agenti hanno fatto un lavoro utile, intelligente e decoroso, nell'interesse del Paese e delle istituzioni. Ma esistono settori che hanno lavorato nella logica di un regime venale e corrotto spiando per i loro padroni o, peggio, spiando i padroni nel proprio interesse. Le indagini denunciate dal ministro Maroni al Senato (quelle fatte negli scorsi mesi, quando già si annunciavano grandi cambiamenti) sono probabilmente «polizze d'assicurazione» e segnali di disponibilità lanciati a chi vuole intendere. Se il quadro della Rai e dei Servizi e questo (ma nessuno potrebbe dire lo stesso della Banca d'Italia), occorre intervenire col bisturi, il più ràpidamente possibile. Ma occorre anche che l'operazione non si traduca in un altro cambio della guardia. Prendiamo i Servizi, di cui questo Paese sembra condannato a occuparsi periodicamente. Se l'intenzione del governo è quella di togliere di mezzo i vecchi servi screditando se possibile i loro padroni, noi cittadini invece abbiamo due precise esigenze di cui chiediamo che il governo tenga conto. Vogliamo sapere che cosa hanno fatto i Servizi in questi anni, per chi hanno lavorato e quali veleni hanno diffuso nel corpo dello Stato. Ma non vogliamo che queste notizie vengano diffuse col contagocce, utilizzate come anni di ricatto, strumenti di vendetta o «ghigliottina» per soddisfare una generica voglia di giustizia sommaria. L'intervista del ministro dell'Interno apparsa nel Giornale di ieri è piena di allusioni criptiche e rivelazioni parziali. Non ci interessano e ci preoccupano. Ci interessa una procedura corretta che faccia luce su ciò che concerne la sicurezza del Paese e le questioni di rilevanza pubblica, che seppellisca una volta per tutte le chiacchiere d'alcova e di portineria, i «si dice» e i «si pensa». Quando Giolitti depositò sul tavolo del presidente della Camera il «pacchetto» delle carte che erano state sequestrate durante lo scandalo della Banca Romana, una commissione si mise al lavoro nella notte seguente ed ebbe il coraggio di separare le notizie importanti dai pettegolezzi pruriginosi o politicamente irrilevanti. E' probabile che «trecentomila faldoni» a cui fa riferimento il ministro dell'Interno nella sua intervista richiedano più di una notte. Ma non ò possibile adottare una soluzione (questa sì, d'intesa con le opposizioni) che sottragga l'intera materia allo sgocciolio delle rivelazioni senza fine? O dovremo sopportare mesi di velenose rivelazioni senza neppure sapere a chi nuocciono e a chi giovano? Dietro questa duplice esigenza - conoscere la verità, scartare le menzogne strumentali - vi è un'altra esigenza, ancora più importante. L'operazione intrapresa dal governo Berlusconi per la riorganizzazione del'a Rai e dei Servizi ha un senso se non si propone soltanto li liquidare le cattive istituzioni del passato, ma anche e soprattutto di creare istituzioni nuove, neutrali, competenti, amministrate nell'interesse del Paese, serve dello Stato, non dei suoi inquilini e gestori. Berlusconi dimostri che ò questo l'obiettivo per cui sta lavorando e tutti, anche le opposizioni, rinunceranno più facilmente a diffidenze e pregiudizi. di ironie, ha fatto solo battute: «Il nome di Marino mi è subito apparso simpatico perché è l'anagramma del mio nome. Come vicedirettore del Sisde mi avevano fatto il nome del dr. Zitto, ma l'ho dovuto scartare per evitare l'abbinata Zitto e Mosca». Quanto al fatto che ci sia un generale dei carabinieri alla direzione del Sisde, Maroni ha spiegato che la cosa non è nuova, e comunque non ci sono pericoli di una duplice giurisdizione su di lui da parte sia degli Interni che della Difesa, perché il capo del Sisde esce dal suo ruolo originario di appartenenza. Al Sismi (il servizio militare) va il generale di divisione dell'Esercito Sergio Siracusa, sempre su proposta del Ciis e su nomina del ministro della Difesa Cesare Previti. Siracusa subentra al generale Cesare Pucci che ha ricevuto un pubblico ringraziamento da Previti, di più, addirittura un encomio, al punto che il ministro ha prospettato per lui «uno dei più prestigiosi incarichi nell'ambito dell'Esercito». Alla fine, la linea dell'azzeramento prevalsa nel governo, ha coinvolto anche l'organo di coordinamento dei servizi, il Cesis, il cui direttore viene nominato dal presidente del Consiglio sempre su proposta del Ciis. La scelta è cadu¬ ta sul prefetto Umberto Pierantoni, attuale vicecapo della Polizia, che subegira al generale Giuseppe Tavormina. 1 nomi dei direttori e vicedirettori dei servizi segreti sono l'unica cosa che, secondo la leg- H ; ge (801 del 77), può essere di pub; Elico dominio. Tutto il resto è riservato, quindi non si sa nulla de1 gli organigrammi, del numero dei ì dipendenti, dei loro stipendi e dei loro ruoli. Solo raramente si viene Da sinistra, i nuovi direttori del Sisde e del Sismi, generali Gaetano Marino e Sergio Siracusa a conoscere il contributo che i servizi possono dare a certe inchieste. Nell'ultimo anno di seivizi si è parlato soprattutto in relazione ad una inchiesta dei giudici romani sui «fondi neri del Sisde». Una manciata di fango che il governo Ciampi cercò di rimuovere rinnovando profondamente il personale: circa 300 dipendenti furono allontanati dal Sismi e duecento dal Sisde. Intanto, risolta la questione Sisde, il governo oggi affronta il «pacchetto giustizia» con la discussione sul patteggiamento allargato e sulla custodia cautelare. Ir. mas.]

Luoghi citati: Mosca, Roma, Siracusa