«Basta con i Due Mondi»

Menotti: si tornerà al titolo originale «Festival di Spoleto» Menotti: si tornerà al titolo originale «Festival di Spoleto» «Basta con i Due Mondi» «Charleston è pessimo» SPOLETO. La guerra agli «scrocconi» e agli accaparratori dei biglietti d'invito intrapresa da quest'anno al Festival di Spoleto ha fatto lievitare di 100 milioni gli incassi (un miliardo e 550 milioni) pur con un numero minore di rappresentazioni teatrali e concertistiche a pagamento (107 contro 201 dello scorso anno). «Anche per il concerto di chiusura in piazza del Duomo - precisa Gian Carlo Menotti - abbiamo lasciato una sola fila per gli invitati d'obbligo». Quest'anno al Festival di Spoleto si sono viste meno facce note (ad eccezione di quella di Vittorio Sgarbi presente al concerto di chiusura) tuttavia gli spettacoli erano quasi tutti esauriti, anche perché sono state accolte le richieste della maggioranza di quanti, affascinati dal festival, prenotano prima ancora di conoscere il cartellone. «L'idea di tagliare gli omaggi è stata di mio figlio Francis che da quest'anno ha assunto la presidenza dell'Associazione Festival di Spoleto. Io non avrei avuto questo coraggio, ma a lui, che non ha una mentalità italiana, è sembrato normale in un momento di crisi economica adottare questa politica. Inoltre devo a Francis il merito della scelta di Alfredo Arias per la regia de Les mamelles de Tyresias che è risultato uno dei più bei spettacoli del festival. Consideravo Arias, che ho sempre stimato, un po' "matto" per quest'opera buffa di Apollinaire-Poulenc, dopo l'esperienza vissuta con lui a Spoleto quando mise in scena "La vedova allegra". Ed è stato anche Francis ad insistere perché affidassi al giovane direttore d'orchestra Christian Thieleraann la direzione del concerto di chiusura (Nona Sinfonia di Beethoven) e il successo ottenuto conferma la validità dell'intuizione della scelta». Dopo gli elogi, Gian Carlo Menotti non ha nascosto la sua amarezza per la scarsa sensibilità dei critici nei confronti dell'attività concertistica. «I protagonisti di molti concerti qui a Spoleto sono giovani molto bravi - dice - e non è giusto che tornino a casa dopo questa esperienza senza neppure un ritaglio di giornale in cui si parli di loro. Spoleto non è meno importante della rassegna di Stresa». «La mia - aggiunge - non vuole essere una reazione "alla Gassman" anche perché, personalmente, non polemizzo mai con i critici. Nell'arte non c'è la giustizia o l'ingiustizia ma la fortuna o la sfortuna. Mahler è diventato famoso quando è morto!». Nella chiacchierata di fine festival Gian Carlo Menotti ha annunciato che suo figlio sta lavorando moltissimo per riportare al Festival di Spoleto un pubblico internazionale, gione - spiega «Per questa raconto di annun¬ ciare fin dal prossimo settembre gli spettacoli principali del festival del 1995 per consentire alle agenzie turistiche di riinserire Spoleto nei loro tour estivi. Naturalmente alcune chicche le renderò note soltanto all'ultimo momento, ma le sorprese fanno parte della suspense di Spoleto. Non escludo neppure di poter portare da tre a quattro i weekend del prossimo festival e di "inventare" nuovi appuntamenti a Spoleto: uno in prossimità del capodanno e uno per Pasqua. Naturalmente dipende dagli sponsor». Comunque, Gian Carlo Menotti partirà domani per la sua residenza in Scozia («Devo dormire sette giorni di seguito per recuperare la fatica del festival») dopodiché comincerà in concreto a pensare allo Spoleto 1995. Si parla, per lo spettacolo inaugurale della nuova edizione, di una messa in scena del regista cinemato¬ grafico spagnolo Bigas Luna, quello di «Uova d'oro»: «Ho parlato con lui, ma non abbiamo ancora trovato l'intesa sull'opera da rappresentare. I mostri sacri non li ho mai inseguiti perché il Festival di Spoleto è nato in funzione dei nuovi talenti. Naturalmente quando un grande nome, come è anche nel caso di Gassman, mi offre la sua disponibilità cerco di non farmelo sfuggire». Dopo la polemica e burrascosa rottura con Charleston, Gian Carlo Menotti insiste affinché la sua manifestazione abbandoni definitivamente il titolo di Festival dei Due Mondi e riprenda a tutti gli effetti il marchio originale di Festival di Spoleto: «Il pubblico internazionale non deve essere confuso dallo "schifoso" Festival di Spoleto che si organizza a Charleston! Di Festival di Spoleto ce n'è uno solo, ed è quello che si fa qui ogni anno». Ernesto Baldo Il musicista-organizzatore se la prende anche con i critici «ma non reagisco alla Gassman» Giancarlo Menotti (foto grande) polemizza con Charleston «Basta con le confusioni» e intanto ha tagliato tutti gli omaggi. Foto piccola: il regista Bigas Luna aprirà il prossimo festival?