I ragazzi del covo

Nozze d'argento fra il mitico locale e il «patron» Liguori: 25 anni con il jet set internazionale e i cantanti più grandi Nozze d'argento fra il mitico locale e il «patron» Liguori: 25 anni con il jet set internazionale e i cantanti più grandi / ragazzi del covo S. MARGHERITA LIGURE DAL NOSTRO INVIATO Arroccato sulle terrazze di roccia di Punta Pedale, tra Santa Margherita e Portofino, un panorama mozzafiato di cielo e mare, il Covo di Nord-Est, il locale aperto nel 1937 dal conte Nava, festeggia le nozze d'argento con Lello Liguori: 25 anni di jet-set, amori e transazioni d'affari nati e conclusi nella sicurezza della discrezione, playboy e star, artisti sul trampolino di lancio e miti internazionali, spettacoli in palcoscenico e spettacolo fra il pubblico, notti brave e trasgressioni. Dagli abiti lunghi e le camelie alle signore nei primi Anni Settanta al metal detector installato all'ingresso, due estati fa, per ripulire da pistole e coltelli gli after hours, ovvero le feste che cominciano la mattina, raccogliendo i superstiti della notte di tutta Italia. Dagli Agusta e gli Innocenti che avevano il tavolo riservato alle odierne truppe convogliate da un centinaio di organizzazioni universitarie. Se gli Anni Sessanta furono della Bussola di Focette, il ventennio successivo è stato del Covo: Mina (nel 1969) e Frank Sinatra, Liza Minnelli ed Ella Fitzgerald, Tina Turner e Ornella Vanoni, Ray Charles e Gilbert Bécaud, Gino Paoli e Aznavour, poi via via Beppe Grillo, Abatantuono, Teocoli, Boldi, Beruschi, fino a Vasco Rossi e Claudio Baglioni, in un continuo adattamento ai tempi e al tipo di pubblico. Oggi, finiti anche i tumultuosi fasti degli after hours, il locale ricomincia da tre: la grotta nella roccia, dove si fa (ovviamente) musica underground, il Covo vero e proprio dove si balla discodance e altre piacevolezze di massa (i ragazzoni che una volta si arrampicavano sulle rocce, dal mare, per ascoltare e vedere a sbafo lo spettacolo, ormai costi¬ tuiscono il 70 per cento dei frequentatori abituali), e il Covino, che domina dall'alto, dove regna incontrastato il d.j. Federico l'Olandese Volante e il pubblico viene ancora selezionato dagli appositi acchiappaclienti. Nella ricerca estiva del sapore di finta trasgressione che si mescola al salmastro dell'aria di mare, il fascino inquietante di un uomo dal passato tumultuoso ha un ruolo decisivo. E l'abbronzato Lello Liguori, capelli d'argento e fisico asciutto, sa come sottolinearlo. Aria da ultimo avventuriero, si muove al Covo come Humphrey Bogart al Ritz di Casablanca. E se si nominano Casablanca, Tangeri, Marrakesh, non si sbaglia. Di origino pugliese, dopo un'adolescenza sui campi di calcio, il giovane centrocampista si imbarca a Marsiglia diretto in Marocco con un ingaggio in tasca. Arriva nella nazionale e si gode un periodo di gloria: «Ma uria mattina mi svegliano le mitragliatrici che dal tetto falciano la folla». Fuggito in Algeria, si arruola come mercenario: «Due milioni al mese, oltre al diritto di razzia, ma arrivavamo sempre per ultimi e non c'era più niente». Tornato in Marocco, ricomincia come operaio in una fabbrica di bibite, fino a diventarne proprietario: «Fornivo una serie di night milanesi, non pagavano e per riavere i soldi ho dovuto prendermi i locali». A Milano l'incontro con un'attrice, Giuni Marchesi, da allora compagna di vita e di lavoro, l'apertura dello Studio 54 e di altre discoteche. Poi lo sbarco a Santa Margherita con un gruppo di soci e dal 1969 la gestione del Covo di Nord-Est. Fino al mandato di cattura del marzo 1985 per associazione per delinquere di stampo mafioso: in un'intricata vicenda di tangenti e scontri fra clan nella lotta per ottenere la gestione del Casinò di Sanremo, Liguori avrebbe ospitato nel suo locale incontri tra il conte Borletti e i rappresentanti del gruppo di Epaminonda, alleati contro Michele Merlo, piccolo industriale, che secondo gli inquirenti era l'uomo immagine del clan mafioso dei Santapaola. Latitante in Kenya (per sfuggire alla cattura o, secondo alcuni, piuttosto per evitare vendette mafiose) incontrava i giornalisti e sosteneva la sua estraneità al mondo della malavita. Poi il rientro per costituirsi. Diciassette mesi di carcere, cinque di arresti domiciliari, quindi le ritrattazioni del boss Epaminonda e lo stralcio della sua posizione dal procedimento. Due processi: nel 1990 in primo grado, presidente Tarantola, l'assoluzione con formula piena, in secondo grado, diciassette mesi fa, la condanna. «In realtà - dice Liguori - il mio è un processo politico: l'accusa vera, mai formulata ufficialmente, era di aver fatto da testa di legno a Bettino Craxi». Del resto, nella ragnatela di amicizie influenti intorno al gestore del Covo, il filo con l'allora segretario del partito socialista non era certo invisibile: Liguori aveva persino cercato di intercedere per una riappacificazione tra Craxi e Beppe Grillo dopo le famose battute a «Fantastico». In attesa del terzo giudizio, l'i¬ namovibile ras del Covo pensa piuttosto a mettere finalmente d'accordo gli impresari Mamonc e Sanavio per far venire nel suo locale Prince, e chiudere in bellezza la prima estate della Seconda Repubblica: «Berlusconi ha una villa a Portofino e di conseguenza si sono riaperte tutte le altre ville della zona snobbate dai proprietari negli ultimi anni». Intanto, per una volta, a metà giugno, il Covo è tornato quello di un tempo. C'era, a festeggiare il venticinquennale, una folta e scatenata rappresentanza dei protagonisti di tante altre notti brave: Enrico Beruschi, Umberto Smaila, Massimo Boldi, Franco Califano, Memo Remigi, Schicchi con la sua pornostar Eva Henger. Tra gli appuntamenti dell'estate, Cocciante (5 agosto), Arbore (17), Teo Teocoli con la Gialappa's, Joe Cocker. Ma la sbalorditiva novità dell'estate 1994 è l'opera lirica: il 4 settembre, una compagnia nassa con 90 orchestrali rappresenterà, tra cielo e mare, la «Carmen» di Bizet. Alessandra Pieracci Ci sono passati tutti, da Mina a Sinatra. Per festeggiare, a settembre una Carmen tra le rocce Lello Uguori, aria da avventuriero, alle spalle un passato di mercenario e vari guai giudiziari, da 25 anni segue le canzoni, le star, gli amori internazionali In alto, vicino al sole, Frank Sinatra. Qui accanto Ella Fitzgerald, alla sua sinistra Mina