I misteri del 740 e le ingiustizie per i malati cronici

E' difficile mutare l'uomo con i sogni AL GIORNALE / misteri del 740 e le ingiustizie per i malati cronici Ma quel mutuo non si detrae Vorrei far notare ciò che credo essere uri sopruso (nei confronti di alcuni cittadini) contenuto nel modello 740. Per quale motivo un lavoratore dipendente, attualmente con moglie a carico, non può detrarre dai propri redditi gli interessi passivi di un mutuo decennale «prima casa», iniziato a pagare nel '90 ed intestato, come del resto l'immobile, alla propria moglie quando costei ancora lavorava? Com'è possibile che nuclei familiari diventati purtroppo monoreddito non possono avvalersi degli stessi diritti di altre famiglie in cui entrambi i coniugi lavorano? Mentre il fisco italiano penalizza le famiglie sopracitate i signori dell'Ici pretendono dalle stesse il pagamento dell'imposta. Situazione: il mutuo che pago con il mio stipendio, non lo posso scalare perché non è intestato a me, in compenso però devo pagare l'Ici, perché pur essendo a nome di mia moglie, in realtà i soldi escono sempre dal mio stipendio. C'è un'incongruenza, da un lato il nucleo familiare viene discriminato ai fini delle detrazioni Irpef, dall'altro viene chiamato a farsi carico dell'onere lei. No mi sembra giusto! Daniele Sordo, 'l'orino Per chi i posti in ospedale? Vorrei rivolgermi al ministro Costa non in qualità di Consigliere comunale di alleanza Verde, ma come Presidente dell'associazione S.A.N.A. (Solidarietà Anziani Non Autosufficienti), la quale, operando da molti anni per la tutela degli anziani (nello specifico di quei malati cronici non autosufficienti ricoverati negli Istituti della Città di Torino), mi ha permesso di maturare parecchia esperienza in materia. Vede, non vi è responsabilità da parte dei parenti della signora Gioachini, da quattro anni rico- verata al Mauriziano: loro hanno fatto riferimento alle leggi vigenti; le responsabilità sono di quegli amministratori della Sanità che non hanno mai provveduto a creare posti letto per la lungodegenza, previsti da Leggi vecchie di 10 anni! E' vero che un «cronico», qualunque sia la sua età, non dovrebbe occupare un letto di una struttura sanitaria complessa, letto destinato ai malati in fase acuta e bisognosi di terapie intensive, ma è altrettanto vero che non dovrebbe essere «abbandonato» in strutture assistenziali, gestite dal Comune, totalmente inadatte a garantirgli quelle cure sanitarie necessarie a non peggiorare la sua condizione e a dargli una qualità di vita accettabile. Lo sa che, sempre per responsabilità degli amministratori di cui sopra, a Torino proliferano pensioni abusive che, dietro pagamento di rette salatissime, ospitano anziani malati cui non viene garantito nemmeno il rispetto delle più elementari norme igieniche? E sa perché la nostra procura non le chiude? Solo perché dice, così facendo, quei malati finirebbero ricoverati negli ospedali cittadini, sottraendo posti letto alle «urgenze», e di fatto avalla una situazione insostenibile. Però, ad esempio, non si è mai fatto nulla per promuovere l'ospedalizzazione a domicilio, che potrebbe risolvere parte dei problemi con costi molto contenuti. Ha ragione: un malato così costa molto alla collettività; ma a noi è costato molto anche il reparto di rianimazione dell'ospedale Maria Vittoria (oggetto di inchieste per «tangenti»), mai terminato, ed anche i promessi e mai mantenuti ampliamenti del suo Dea, i cui medici sono obbligati a lavorare in condizioni al limite del collasso. A noi è costata molto anche la struttura di via Farinelli (che i giornali chiamano «l'ospedale fantasma») anch'essa oggetto di indagini, mai ultimata, sottouti- lizzata, con macchinari costosissimi e senza personale in grado di usarli, che obbliga i cittadini dell'intera Circoscrizione X a non poter usufruire di adeguati servizi sul territorio. Signor ministro, ritenendola persona corretta e sensibile, credo di poter dire che Lei sia d'accordo con me nel non voler im¬ putare ai cittadini colpe che sono da attribuire soltanto ad una classe politica corrotta, inefficiente e dedita perlopiù alla tutela dei propri interessi; gli ospedali ed i servizi della nostra città hanno bisogno di aiuto: ma con una seria programmazione a fronte di investimenti adeguati e di «veri» controlli. La salute e la qualità della vita sono beni inestimabili che devono per forza avere costi sociali che non si possono ricondurre soltanto ad utili di bilancio. Emanuela Rampi Presidente dell'Associazione Solidarietà Anziani non autosufficienti, Torino Le tasse, il lavoro e il partito Ho letto «Il Partito Fantasma» di N. Bobbio, La Stampa del 3 luglio, e la risposta di Berlusconi, La Stampa del 5 luglio. 10 non sono né un «filosofo», né un «imprenditore», ma do ragione al filosofo. Forza Italia è da considerarsi alla stessa stregua di un qualsiasi Club, tipo per esempio Forza Milan. Che poi, come dice Berlusconi, sia stato registrato a termine di legge come «movimento politico», non fa una grinza. 11 fatto stesso di aver impostato la macchina elettorale mercanteggiando posti di lavoro e meno tasse in cambio del voto, dimostra che il Club Forza Italia è un Club che ha sfornato uomini «politici» improvvisati, crudi politicamente e incompetenti. Il sig. Berlusconi da buon imprenditore ha una brillante parlantina, solo che non convince. La campagna demagogica berlusconiana si è impantanata e non bastano il suo sorriso e le sue frasi ad effetto per risolvere i problemi. Enzo Carteny, Strambino (To) I disagi della scuola Vorremmo tentare di dare una breve risposta ed un significato costruttivo alla lettera, pubblicata recentemente del sig. Straniero, attualmente impegnato alla IV Commissione di maturità al Liceo Scientifico di Arona. Il professore non vuole sentirsi dire che contro «questo stato oltraggioso delle cose» (riferito alla iniquità delle proprie retribuzioni a confronto con quelle delle signore Panetti e Marini) non si può fare niente. Dobbiamo puntualizzare, innanzitutto, che la situazione vergognosa in cui versa la nostra scuola non può essere ri- condotta solo ed esclusivamente ad un mero disagio economico. Gli rammentiamo, con l'umiltà proveniente dalla nostra giovane età, che vi sono valori, di più vasto respiro ed assolutamente irrinunciabili, che da anni vengono portati avanti da persone e da formazioni politiche ben definite; tra questi principi si colloca, senz'altro, una ridefinizione del ruolo della Scuola nella società ed una sua maggiore incisività nella formazione culturale e non dei giovani. Tali propositi non sono certo nel programma del «sig. ministro» cui si riferisce il preside, né tantomeno in quello, più generale, del governo cui appartiene; e stia pur certo, il sig. Straniero, che sicuramente al nostro attuale governante è mai capitato di arrossire per lo scandaloso ed arretrato state della scuola italiana. Ci piacerebbe, quindi, invitare il sig. Straniero a rivolgere, se non lo ha già fatto, la propria attenzione politica a chi è in grado di proporgli delle soluzioni veramente alternative all'attuale realtà scolastica, e non solo, di questo nostro Paese. Circolo «Che Guevara» Partito della Rifondaziont Comunista Sezione di Galliait Storace e Cardini Vorrei complimentarmi per l'ottima prosa di Pierluigi Battista nell'articolo su Cardini. E anche per la fantasia. Non ho il privilegio di conoscere personalmente il prof. Cardini, né ho voglia di porre veti su chiccessia, né l'autorità di proporre qualunque nome per la Rai e altro. Se Battista mi avesse chiamato, non avrei faticato a spiegargli perché. On.Francesco Storace. msi-An

Luoghi citati: Arona, Strambino, Torino