Sordomuto dimenticato in tenda per 6 giorni

Verona: il padre muore annegato, ma a causa dell'handicap il ragazzo non riesce a ottenere aiuto Verona: il padre muore annegato, ma a causa dell'handicap il ragazzo non riesce a ottenere aiuto Sordomuto dimenticato in tenda per 6 giorni Erano andati in ferie su una spiaggia dell'Adige Nessuno dei parenti aveva notato la scomparsa UNA GITA FINITA IN DRAMMA IVERONA L padre, con il quale stava trascorrendo una vacanza, era annegato e così un ragazzo sordomuto è rimasto per sei giorni ad aspettarlo, abbandonato a se stesso. Neppure i vigili e i carabinieri hanno compreso il dramma che stava vivendo Renato Olivieri, sedici anni, sordomuto dalla nascita, figlio di Salvatore, 47 anni, infermiere all'ospedale di Nogara, in provincia di Verona. Padre e figlio erano diretti alla spiaggia di Rosolina Mare dove avevano in programma una settimana in tenda. A poca distanza dalla meta Salvatore Olivieri si era fermato, forse per un malore, in riva all'Adige ed aveva cercato di rinfrescarsi, mentre il figlio si riparava dalla calura sotto un albero. L'uomo era caduto nel fiume, senza poter essere udito dal figlio sordomuto, ed il suo corpo era stato trascinato lontano dalla corrente. Mercoledì il cadavere viene recuperato, ma l'Olivieri ave- va lasciato i documenti in macchina. E nel frattempo si consuma il dramma di Renato. Il ragazzo, infatti, si mette in riva al fiume aspettando il ritorno del padre. Dopo qualche ora decide di piantare la tenda, poco lontano dall'Adige e sposta persino l'auto. Aspetta il rientro del genitore per ben sei giorni, vagando da solo nella zona a poca distanza dalla spiaggia dell'attesa vacanza. Renato dorme nella tenda e compra qualche panino in un vicino bar, sempre aspettando il padre. Arriva fino alla spiaggia di Rosolina con in mano la carta d'identità propria e quella del padre, in cerca di aiuto, per far comprendere con i gesti che è alla ricerca dell'uomo del documento, il suo papà. Ma l'handicap non gli permette di farsi capire, di farsi aiutare. Persino vigili e carabinieri, ai quali il ragazzo mostra i documenti, non riescono a collegare la presenza del sordomuto col ritrovamento dell'annegato. Finalmente, dopo averlo visto per sei giorni sfamarsi con i panini, la barista chiede a Renato se ha bisogno di aiuto. Il ragazzo ha in tasca un foglietto con un numero di telefono: ò quello della zia Gloria Olivieri. La barista si ;nette in contatto con i parenti, spiega la situazione, quella di un ragazzo in stato confusionale, che non parla. Parenti ed amici spaventati da quella inquietante telefonata accorrono a Rosolina e finalmente possono soccorrere Renato e denunciare la scomparsa dell'infermiere. All'ospedale di Rovigo avviene il riconoscimento di Salvatore Olivieri. Ora l'autopsia stabilirà le cause del malore. Intanto Renato ha trovato un po' di serenità. Da ieri il ragazzo è in casa della madre, da qualche anno separata dal marito. E' stato messo al corrente della tragica fine del padre. Non ha toccato una lira di quello che c'era nel portamonete del padre. «Ho visto quel posto - dice ln. zia - e non so proprio come abbia fatto un ragazzo con un handicap come Renato a resistere per sei giorni tra l'indifferenza della gente». Franco Ruffo Renato Olivieri è rimasto sei giorni nella tenda dopo la morte del padre

Persone citate: Franco Ruffo, Olivieri, Renato Olivieri, Salvatore Olivieri

Luoghi citati: Rosolina, Verona