«Non sono l'uomo del pds»

«Non sono l'uomo del pds» «Non sono l'uomo del pds» Marchini: ma è vero, D'Alema è un amico TRA CASE E GIORNALI INGEGNER Marchini, dicono di lei che è un imprenditore-camaleonte: prima comunista, poi sbardelliano e infine oggi pronto a rispuntare fuori come consigliere Rai indicato dalla Lega. Lei come si sente? «Sorpreso. E' un incarico che non ho cercato e a cui non ho mai pensato. Quando la presidente Pivetti me lo ha offerto sono rimasto sorpreso. E in più, lo confesso, mi sono anche emozionato. Perché io non ho nemmeno trent'anni, e alla mia età questo è il più bel riconoscimento che un manager possa avere». Dunque è stata la Pivetti a fare il suo nome: lei la conosce bene? «Figuriamoci, l'avrò vista due volte in vita mia, e mai a quattr'occhi. Ha deciso tutto di testa sua, senza pesare amicizie, conoscenze e cose simili. Ne ho la prova, perché altre persone pure molto importanti erano all'oscuro di tutto». Ma lei negli ultimi tempi è vicino alla Lega? «Assolutamente no, con la Lega non ho mai avuto rapporti. L'unica cosa che mi incuriosiva era la figura di questa giovane donna, chiamata a un ruolo così importante. Mi sentivo vicino a lei, perché so cosa vuol dire avere responscioilità pesanti da giovani: devi lavorare il doppio degli altri e sei sotto osservazione ventiquattr'ore su ventiquattro». Niente Lega, dunque. Allora hanno scelto lei per riguardo al pds? «Senta, chi ragiona così non riesce a staccare gli occhi dallo specchietto retrovisore. Certo, io ho avuto un nonno importantissimo, partigiano famoso. Insomma, io sono chi sono, e ho un nome che è quel che è. Ma una coloritura politica è una restrizione, perché ogni uomo è una successione di idee, e va giudicato dai fatti». Ma è vero o no che è amico di D'Alema? «Stia attento: sono amico "anche" di D'Alema, non solo di lui. Lo stimo profondamente, è coerente». Tra i molti amici, a un certo punto arriva Sbardella. E' d'intesa con lui che è diventato editore del «Sabato»? «Sbardella l'ho visto anche meno della Pivetti. Sa quante volte? Una, e basta. Volevo salvare il Sabato, ma non per fare un favore a qualcuno. Tanto che quando son venute meno le condizioni imprenditoriali, ho detto basta, vado via. Dica lei: è il comportamento di chi vuol far favori politici a qualcuno»? Ma allora, perché hanno scelto proprio lei per la Rai? «Io sto a quel che mi hanno detto: per la managerialità con cui ho riorganizzato il mio gruppo, per la mia disponibilità a dare un contributo al Paese, per la mia attenzione al mondo della comunicazione». Dopo i professori, un ingegnere: lei cosa sa di Rai? «So quel che vedo. Mi piace molto l'attualità, guardo pochi film, molto sport, sbircio tutti e tre i tiggì». Simona Marchini, sua cugina, la vede mai in tivù? Diventerà una figura-modello in Rai? «La vedo poco sempre, è una cugina di secondo grado. Potrei dire che è brava, ma sarebbe un giudizio di parte. E vedrà, io non sarò mai di parte, in nessun caso». [r. i.] Alfio Marchini imprenditore e cattolico praticante