De Lorenzo arresto-bis

Nuovo ordine di custodia dopo la confessione del suo ex segretario Nuovo ordine di custodia dopo la confessione del suo ex segretario Pe Lorenzo,, arresto-bis «Sugli spot-Aids tangenti da Publitalia» SANITÀ' E MAZZETTE NAPOLI JffBk NCORA guai per l'ex miniJP'flftsìro della Sanità. Francesco De Lorenzo si è visto notificare ieri in carcere un'altra ordinanza di custodia cautelare, la seconda, firmata dal gip Laura Triassi. Su di lui piovono 17 nuovi capi d'imputazione: mazzette per oltre due miliardi pagate da case farmaceutiche per sponsorizzare le pratiche dei medicinali, e da società pubblicitarie per gli spot delle campagne anti-Aids. Nel mirino degli inquirenti finisce anche una tangente di 300 milioni versata in due tranches da Aldo Brancher, consulente Fininvest, già coinvolto nei mesi scorsi nella stessa inchiesta. A parlare è sempre Giovanni Marone, l'ex segretario di De Lorenzo, autore del memoriale che ha dato il via all'indagine sulla Malasanità e delle recenti dichiarazioni costate all'ex ministro le accuse di concorso in corruzione e illeciti finanziamenti al pli. E' stato lui a spiegare nei dettagli il meccanismo per rastrellare contributi servendosi delle campagne che avrebbero dovuto sensibilizzare l'opinione pubblica sui rischi del- l'Aids. Tra le società chiamate in causa, la Scr, la «Armando Testa» e la Publitalia del Gruppo Fininvest, che avrebbero versato rispettivamente 123, 761 e 300 milioni. Le aziende, ha raccontato Marone, dimostravano la loro riconoscenza a De Lorenzo o al pli «con inserzioni sui giornali, ristorno di fatture, collaborazioni professionali gratuite per le campagne elettorali, pagamento di fatture tipo¬ grafiche, pubblicità sull'«Opinione Liberale». «Il problema per gli organi di comunicazione pubblici e privati e quindi anche per la Fininvest - ha detto l'ex segretario del ministro - era quello di avere una presenza significativa nel "piano mezzi", ovvero nella ripartizione delle risorse finanziarie che il ministero aveva globalmente stanziato per la campagna pubblicitaria». E la Fininvest, ha sostenuto Marone, «omaggiava il pli degli spot pubblicitari realizzati in occasione delle varie campagne elettorali», visto che De Lorenzo - ed è ancora l'ex segretario a parlare era «in ottimi rapporti con i vertici Fininvest e in particolare con Silvio e Paolo Berlusconi e con Fedele Confalonieri». Brancher, interrogato nei mesi scorsi, ha ammesso di aver pagato quei 300 milioni, affermando, però, di avere avuto contatti con De Lorenzo soltanto per un progetto sui «mali del secolo», con un programma della Promogolden. Più loquaci, invece, gli imprenditori farmaceutici che hanno confermato l'esistenza di un particolare sistema per occultare il pagamento delle tangenti: false fatture emesse dalla società «Explorer Marketing Research» che, per le amministrative del '90, aveva realizzato per conto del pli un sondaggio telefonico sull'orientamento dell'elettorato. L'operazione costò oltre un miliardo, ma il partito liberale pagò soltanto 474 milioni. Al resto pensarono le aziende farmaceutiche dopo che del problema di saldare il debito fu investito De Lorenzo. E nella storia spuntano, ancora una volta, Duilio Poggiolini e signora. Furono loro, ha spiegato Marone, a contattare le società disposte a pagare in cambio di favori sulla revisione dei prezzi. E l'ex ministro? Quando il giudice è andato a interrogarlo ieri pomeriggio a Poggioreale si è rifiutato di rispondere. Mariella Cirillo Francesco De Lorenzo

Luoghi citati: Marone, Napoli, Publitalia