Finanza ondata di arresti

Finanza, ondata di arresti Finanza, ondata di arresti Avvocato in manette per corruzione Bonelli: nessun uomo di governo MILANO. Nuovo arresto nelle indagini sulla Guardia di Finanza. A finire in carcere (o meglio, in ospedale: si è sentito male quando gli hanno notificato l'ordine di custodia) è stavolta un avvocato, Calogero Cali, 56 anni. Personaggio già noto nelle vicende tangentizie: è indagato nell'ambito della vicenda Enimont, con l'accusa di aver ricevuto da Sergio Cusani un miliardo in Cct proveniente dalla maxi-tangente. Adesso l'accusa è corruzione: secondo indiscrezioni avrebbe pagato 50 milioni ad un finanziere che stava conducendo controlli fiscali su proprietà dell'immobiliarista Renato Della Valle. La notizia dell'arresto è venuta al termine di una giornata piena di voci che a un certo punto davano per già inviate informazioni di garanzia contro membri del governo. Voci smentite dal procuratore capo Borrelli: «A me non risulta - dice - e non vedo come avremmo potuto coinvolgere in questa vicenda personaggi di governo. Evidentemente c'è qualcuno che ne sa più di noi». La dichiarazione Borrelli l'ha fatta al termine di un incontro con la commissione della Guardia di Finanza che sta conducendo l'inchiesta interna. Nel frattempo nel carcere militare di Peschiera del Garda si stavano svolgendo incontri di ben altra natura: gli interrogatori degli ultimi arrestati da parte del gip Antonio Padalino e del pm Antonio Di Pietro. Il generale di brigata Giuseppe Cerciello, il tenente colonnello Carlo Capitanucci e il maresciallo maggiore Donato Beriah: tutti e tre hanno respinto le accuse. Particolarmente combattiva, almeno a sentire l'avvocato Carlo Taormina, la difesa del generale Cerciello. «Ha negato ogni addebito - spiega il legale - e ha fornito elementi di prova logica, in attesa di essere messo a confronto con chi lo accusa». Che non sarebbe soltanto il tenente Emilio Stolfo: Il procuratore Bor relli «Sappiamo che possono arrivare nuove accuse - dice Taormina -. Del resto, se l'accusa parla di "sistema", è chiaro che al generale saranno contestati altri fatti. Ma vogliamo che siano accuse circostanziate e documentate, altrimenti esigeremo la scarcerazione». Per il momento, invece, nessuna istanza di libertà: «Ci rendiamo conto che i tempi non saranno brevi e non abbiamo fretta. Il generale vuole rimanere in isolamento per evitare sospetti di inquinamento probatorio, e ha già messo a disposizione tutti i suoi documenti patrimoniali». L'avvocato Taormina avanza poi il sospetto che dietro il coinvolgimento di Cerciello possa esserci qualcosa di poco chiaro («Tenete presente - dice - che avrebbe dovuto assumere un nuovo importante incarico») e anche per questo vuole incontrare il sostituto procuratore Marco Alma che sta conducendo «indagini molto serie» sulla morte di Agostino Landi. Un magistrato criticato, invece, dall'avvocato di Landi, Pasquale Balzamo Prota: «Le ipotesi che non sia un suicidio - dice il legale sono assurde e in netto contrasto con l'accadimento dei fatti». Le indagini vadano pure avanti, aggiunge il legale «ma il magistrato le faccia in silenzio, rispettando la legge e il buon senso. Certe notizie non fanno che aggiungere angoscia ad una famiglia già abbastanza provata». Secondo Balzamo Prota, comunque, non esiste alcun mistero: «Landi si è ucciso perché provava vergogna». Intanto, mentre le nuove indagini sulla Guardia di Finanza vanno avanti, le «vecchie» sono arrivate a giudizio. Davanti al gip hanno patteggiato cinque tra imprenditori e commercialisti che hanno pagato bustarelle; altri otto imputati (tra cui il primo finanziere coinvolto, Francesco Nanocchio) saranno giudicati con il rito abbreviato. [s. mar.] Il procuratore Borrelli

Luoghi citati: Milano, Peschiera Del Garda, Taormina