Ecco la braciola umanitaria di Marina Verna

In vendita a prezzi choc la carne di animali «trattati bene» In vendita a prezzi choc la carne di animali «trattati bene» Ecco la braciola umanitaria SARA' una braciola di maiale molto speciale: costerà cara, ma rasserenerà i consumatori dal cuore tenero, che non hanno fatto la scelta estrema della dieta vegetariana. Il nuovissimo marchio inglese «Freedom Food» garantirà infatti che gli animali hanno avuto una vita relativamente felice, non troppo condizionata dal loro destino finale. Hanno avuto cibo e spazio a sufficienza, non sono stati maltrattati né mutilati e la morte è aiTivata rapida e indolore. E' una grande vittoria della Royal Society per la prevenzione delh' crudeltà verso gli animali, che .ia ideato il logo e nelle prossime settimane farà distribuire i prodotti nei supermercati inglesi di qualità. Ma la pietà costerà cara: tenere liberi gli animali comporta tutt'altre spese rispetto all'allevamento in batteria. L'esperimento comincerà con le braciole di maiale e le uova di gallina. Sono maiali e galline, infatti, gli animali più maltrattati. Le galline, in particolare, vengono allevate in spazi angusti, che scatenano la loro aggressività. Tant'è che si spunta loro il becco, in modo che non si feriscano nelle zuffe (alcune ricerche ipotizzano che questo intervento provochi un dolore cronico che non le abbandonerà più). Le scrofe, quando figliano, vengono separate dai maialini e chiuse in anguste gabbie. Una «maternità dietro le sbarre», funzionale all'allattamento, ma non a un più generale benessere degli animali. Le norme per ottenere l'etichetta Freedom Food sono state stilate sulla base di quanto si conosce sul dolore degli animali. Ma naturalmente sono frutto di un compromesso fra l'allevamento perfetto e la necessità di com¬ petere sul mercato. E così gli animalisti più radicali protestano. Secondo loro, gli standard richiesti sono talmente bassi che chiunque, con piccoli aggiustamenti, riuscirà a entrare nella nuova categoria. Con buona pace della felicità degli animali. Dall'Università di Cambridge, il professor Donald Broom rintuzza le critiche con il buon senso: «Se gli standard sono troppo alti, nessuno li rispetta. Con la rigidità, si migliorano le condizioni di una percentuale minima di allevamenti. Non è meglio un progresso più piccolo, che però raggiunge un numero molto più alto di animali?». E la Royal Society: «Non riusciremo mai a fare nulla per gli animali, se costa così caro che nessuno può permetterselo». La sfida del mercato ò imminente. Si comincia dai clienti ricchi, per i quali il conto non è un problema. Dopo le uova e le braciole arriveranno latticini, pollame e bistecche di vitello? Marina Verna

Persone citate: Donald Broom, Freedom, Freedom Food

Luoghi citati: Cambridge