Parolaio di Pierluigi BattistaGianni RiottaCamilla Cederna
Parolaio Parolaio Gianni Riotta MAX. Un'ossessione, un incubo. O forse un chiodo fisso, un fantasma persecutorio, un fenomeno di vampirismo a distanza. Nella prosa delle corrispondenze americane sui Mondiali di calcio che Gianni Riotta manda al Cernere della Sera è come se facesse capolino una spocie di fissazione maniacale. «Il mio amico Max De Blasis è di quegli ii dilani che guardano le partite di calcio ogni quattro anni», scrivo un giorno Riotta. Passa un po' di tempo e l'inquietante tormentone ricomincia: «Raggiungo al telefono il mio amico Max De Blasis...». Non è finita, perché Riotta cede un'altra volta al prepotente impulso di informarci che «il mio amico Max De Blasis non resiste e telefona al Corriere le sue opinioni per la partita Italia-Spagna». Infine, scrive ancora Riotta, dopo ItaliaSpagna, «chiama ancora Max De Blasis», per di più «fiero di aver previsto il tiro da fuori di Baggiodino». Del resto una certa tendenza alla, come dire, personalizzazione della corrispondenza americana trapela anche da questo incipit di Beppe Severgnini sulla Voce: «Parlando al telefono con un amico...». Sarà mica Max De Blasis? MARX. Intervistata da Repubblica Camilla Cederna si duole assai per la scomparsa delle buone maniere ideologiche e l'ascesa della «gente» volgare e credulona: «confesso di rimpiangere la rude espressione "classe"». Nel senso di operaia, of course. TAX. Non è solo Francesco Alberami a infarcire i suoi articoli di non disinteressati consigli bibliografici. Anche l'economista Mario Monti, in un editoriale su Bankitalia pubblicato dal Corriere della Sera, non si esime dall'orientare il lettore con questo avviso: «Per le argomentazioni sia consentito rinviare all'apposito capitolo del volume Il governo dell'economia e della moneta, Longanesi 1992». Manca l'indicazione del prezzo. EX. Tormento e estasi per la fine di CapaLbio come soggiorno dell'intelligenza di sinistra. Sul Venerdì Alberto Asor Rosa deplora autocriticamente il fatto che «noi intellettuali di sinistra abbiamo fatto più male che bene a Capalbio creando probabilmendelle attese che poi non si sono concretizzate». Attese? Camilla CedeI te di i sonc E per giunta non «concretizzate»? Sarà. Ma intanto Corrado Augias lenisce le ferite con il nettare della nostalgia: «Nel 1991, se volevi ascoltare i commenti più puntuali e perspicaci sui fatti sovietici, dovevi andare al baretto dell'"Ultima Spiaggia"». Sì, proprio l'ultima spiaggia. VOX. Vittorio Gassman dà le (brutte) pagelle ai critici teatrali. Nel frattempo sul Giornale il poeta Giuseppe Conte la fa lui, la pagellina, al grande attore che in tv declama Dante: «Quando al terzo verso del primo canto deWlnferno, "che la diritta via era smarrita", ho visto il nostro massimo attore scrollare la testa con la stessa enfatica perplessità di uno che diretto a Velletri si ritrovi a Civitavecchia ho capito subito: ecco un Dante da commedia all'italiana». na FAX. Spruzzatina di veleno su Miriam Mafai sull'Jn/ormazione: lei, «che fu la compagna di Giancarlo Pajetta», si sareb- be «iscritta al pds in zona Cesarmi qualche giorno fa, pur di poter partecipare al Consiglio nazionale e votare Veltroni». Poteva risparmiarsi la quota della tessera. SAX. Sul Giornale l'epigrammista Gaio Fratini dedica «a chi si riconosce» questo scorticante ritrattino: «Il più geniale cretino di Stato, / incerto sempre fra Stalin e la Nato, / ne ha fatta ultimamente di carriera / scrivendo sul Corriere della Sera / di quel camaleonte onnipresente / che batte solo bandiera vincente». Si sussurra che l'innominato destinatario dell'epigrammatica sberla sia il ministro dell'Interno Roberto Maroni (di cui appunto il Corriere ha recentemente pubblicato le considerazioni sul «camaleontismo». Ma i suoi amici dicono che Fratini non ammetterà nemmeno sotto tortura che «il più geniale cretino di Stato» sia proprio Maroni. Ministro della polizia. DUX. La mistica degli attributi, come è noto, è un pallino della destra virilista e viriloide. E così, nello stesso giorno, il Secolo d'Italia fa dire a un immaginario Longanesi che «Benito Mussolini era uno con due coglioni così, belli grossi» e si defila dall'ammucchiata del «tutti addosso al cinghialone» elogiando in prima pagina Craxi come «un politico con le palle». Pierluigi Battista Gianni Riotta Camilla Cederna
Luoghi citati: Capalbio, Civitavecchia, Italia, Spagna, Velletri
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