Per Iri Eni e Rai è come una grande roulette di Fabiano Fabiani

Perivi, Eni e Rai è come una grande roulette I NOMI E GLI AFFARI Perivi, Eni e Rai è come una grande roulette Frigge la gente sulla graticola, San Lorenzo aiutaci tu. Cammina per la città, il volto rannuvolato, gli occhi bassi, Giulio Malgara. Pochi giorni or sono aveva confidato ad intimi di aver sciolto la riserva per la Rai. Oggi, le tabelline lo danno «sotto veto». Frigge Letizia Moratti, a un passo da viale Mazzini. Dio mio, ce la farò? Si salva, l'animo in pace, l'editore Sergio Giunti, un nome speso troppo presto, che saviamente ha preferito declinare l'invito. E non è certo turbato l'editore e presidente della Scala Mario Spagnol, vecchio cinico, che dalla panchina della «riserva», nel gioco dei veti incrociati, potrebbe magari rientrare in campo. Ma si teme non viva ore Giulio serene il giova- Margara ne Alfio Mar¬ assi! Letizia Moratti chini, nipote di Simona e marito di Allegra Giuliani Ricci, figlia di Franca Ferruzzi. Balzato alla ribalta un anno fa, per aver tentato di correre in aiuto de «Il Sabato» di Rocco Buttiglione. Che stress per il presidente di Assolombarda Ennio Presutti. Il quale fino all'altroieri veniva dato come sicuro presidente dell'Iri, ieri era inserito nell'organigramma Rai che Carlo Scognamiglio e Irene Pivetti hanno presentato al Colle, e domani chissà! Proprio un'estate torrida, per alcuni rovente. E non solo nei dintorni dell'Ente radiotelevisivo. Ce la farà a prendere il posto di Gianni Locatelli a Saxa Rubra Paolo Torresani, già capo ufficio stampa di Biagio Agnes in Rai, oggi potente direttore generale di Seat? E se lui ce la fa, che destino attende Felice Mortillaro? Ce la farà Franco Bernabò a restare alla guida dell'Eni, assediato com'è dagli attacchi di Francesco Storace e Giuseppe Tatarella? Due che finora non hanno mai parlato invano. I conti sono dalla parte dell'amministratore delegato dell'Eni, oltre mille miliardi di utile consolidato nel 1994. Ma cosa sono mai i risultati in questa blobbizzata Prima Repubblica e Mezzo? (E a proposito di utili Eni, sarebbe interessante capire quanti scaturiscono dalla chiusura dei rubinetti delle tangenti politiche). Riuscirà Giuseppe Guarino, già ministro dell'Industria con forte vocazione antiprivatizzazioni, ad arrivare ai vertici dell'Ili, gruppo che conosce nelle più intime piegheSergio Giunti Alfio Marchini avendolo per anni servito come consulente legale? O dovrà cedere il passo all'amico Fabiano Fabiani, se non addirittura a un Signor Nessuno? Sulla graticola arrostisce a fuoco lento, e da un pezzetto, il governatore Antonio Fazio. Dimezzato dalle polemiche sul successore di Lamberto Dini in Bankitalia. Al punto che solo un miracolo lo può salvare: la designazione di Tommaso Padoa Schioppa alla direzione generale dell'istituto. Non stanno bene nemmeno alcuni dei già-sistemati. Lo sciopero dei voli e dei cieli sembra caduto a fagiolo per mandare a gambe all'aria il trasloco di Renato Riverso dalla presidenza di Alitalia a quella dell'Ili. E un brivido di disagio corre su per la schiena di Ernesto Pascale. Il presidente di Telecom è intimo di Carmine Benincasa, critico in manette, sul cui nuovo giornale, «Caliiers d'Art», tiene una rubrica sotto lo pseudonimo di Paracelso. I maligni affermano che, sempre il dinamico Benincasa, sia perfino l'ispiratore dell'ultima fatica filosofico-letteraria dell'amministratore delegato di Stet, Michele Tedeschi. Nessuno può stare tranquillo. Prendiamo il San Paolo di Torino, da qualche tempo al riparo da cronache curiose. Il ministro dei Trasporti, Publio Fiori, ha nel mirino la fusione tra l'istituto guidato da Gianni Zandano e la Banca Nazionale delle Comunicazioni. Si fermerà lì? Non è rilassato Roberto Mazzotta, che ha già dovuto Ennio abbandonare la Presutti poltrona di presidente di Cariplo, passata a Sandro Molinari. Il rinvio a giudizio per le «regalie» di Paolo Berlusconi dovrebbe costringere l'ex segretario della de milanese, gentilmente prestato al settore credito, a lasciare anche il vertice della Fondazione. Un incarico «congelato» da cinque mesi. E un bel problemino, ora che il sindaco Marco Formentini ha messo alla Commissione beneficenza due uomini suoi, Alessandro Penati e Angelo Miglietta. E un terzo si accinge a nominare entro luglio. Ma per non parlare solo di di¬ sgrazie, segnaliamo un miracolo avvenuto: la nomina di Gustavo Minervini alla presidenza della Fondazione Banco di Napoli. Talmente controcorrente da far sorgere il sospetto che qualcuno, nel governo, non se ne sia accorto. Di miracolo parla anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a proposito della riscossa economica del Paese. E intanto rinvia, di settimana in settimana, la «manovra». Chiamata dai cattivi «stangata». Cosicché, sulla graticola, ci finiscono pure i ministri economici, quello del Tesoro Lamberto Dini e delle Finanze Giulio Tremonti. Che le malelingue londinesi si ostinano, un giorno sì e uno no, a dare sull'orlo delle dimissioni. Salvo poi essere smentite. I «rumors» non coinvolgono Giancarlo Pagliarini e Vito Gnutti. I leghisti, lo sanno perfino i potenti banchieri della City, sono dei duri. Valeria Fabiano Sacchi Fabiani assi! Giulio Margara Letizia Moratti Sergio Giunti Alfio Marchini Ennio Presutti Felice Mortillaro Paolo Torresani Fabiano Fabiani

Luoghi citati: Napoli, San Paolo, Torino