II «G7» alla prova dei mercati di Stefano Lepri

r I tedeschi non cedono sui tassi. C'è chi scommette «quota 1,5» sul marco II «G7» alla prova dei mercati Paura per il dollaro, si teme un lunedì nero NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO Sulla sorte del dollaro da stamani sui mercati valutari si può scommettere di tutto; con conseguenze, naturalmente, anche per la lira. I più pensano che cadrà ancora, benché il nulla di fatto al G-7 fosse già scontato venerdì; e che continuerà la spinta al rialzo dei tassi di interesse a lungo termine. Secondo altri potrebbe restare in bilico, o perché la spinta ribassista si va esaurendo per conto proprio o perché si attende di capire come si comporteranno davvero, al di là delle affermazioni ufficiali del G7, le Banche centrali. Le ultime dichiarazioni dei Sette, in partenza da Napoli, non sembrano fatte per chiarire le idee. Il ministro del Tesoro americano, Lloyd Bentsen, prima ha accennato a possibili «interventi» delle Banche centrali, poi ha precisato che questi interventi «potranno essere efficaci solo se presi nelle giuste condizioni»; costruendo così l'allusione a quegli accordi segreti che i suoi colleghi europei smentiscono sia in pubblico sia in via confidenziale. «Non è stato concordato alcun intervento - ripete anche il ministro dell'Economia francese, Edmond Alphandéry -, abbiamo solo parlato di aumentare la cooperazione economica». Un segreto a dire il vero c'era, ma è diventato - per restare ai luoghi comuni napoletani - un se¬ greto di Pulcinella. I ministri del Tesoro del G-7 hanno approvato l'altro ieri una dichiarazione comune che non doveva essere resa pubblica forse per motivi diplomatici (non rubare la scena ai capi di governo), forse per «smettere di innervosire i mercati con prese di posizione inopportune» (come suggerisce il ministro degli Esteri italiano Antonio Martino). Trapelato poi a cura dei tedeschi, quel testo non contiene nulla più delle solite espressioni di rito. La frase chiave, «ogni ulteriore cedimento del dollaro non è considerato né auspicabile né giustificato», era già stata pronunciata da Bentsen. Se d'altra parte il segretario al Tesoro Usa sente il bisogno di definire «utili altri allentamenti monetari» in Europa e in Giappone, vuol dire che il dissenso è rimasto. Gli americani vorrebbero che un aiuto al dollaro fosse dato da un calo dei tassi ufficiali sul marco e sullo yen. I tedeschi ritengono che la debolezza del dollaro («Da non drammatizzare», ha ripetuto anche ieri il ministro delle Finanze Theo Waiigel) sia un problema degli Stati Uniti, da curare se neces- sario con un rialzo dei tassi americani. Probabilmente la discussione proseguirà tra i governatori delle Banche centrali che, non presenti al vertice di Napoli ma consultati per telefono, sono riuniti oggi per il consueto appuntamento mensile a Basilea. Un abbassamento dei tassi a breve tedeschi è da escludere per ora; casomai dopo l'estate, e solo se la tendenza al rialzo dei tassi a lungo si invertisse stabilmente. Un aumento dei tassi americani non è impossibile, secondo il giudizio di diversi operatori di mercato, qualora il dato sull'inflazione in giugno, che si conoscerà mercoledì, risulti superiore alle previsioni. Ma l'orientamento del governo americano, che un certo peso sulla Federai Reserve ce l'ha, resta piuttosto sfavorevole a nuovi rialzi che non siano chiaramente giustificati. In questa chiave viene interpretata la frase che Bill Clinton ha ripetuto a Napoli: «Il governo Usa non farà nulla che metta in forse la ripresa economica». A 1,5615 sul marco e 98,21 sullo yen venerdì sera a Wall Street, il dollaro, secondo alcuni, potrebbe ancora scendere rispettivamente verso le quote di 1,50 e 95. Il cambio della lira, che può essere coinvolto da un ulteriore calo, sembra dipendere molto dalla prontezza con cui il governo annuncerà i provvedimenti economici e dal clima politico all'interno della maggioranza. Il riconoscimento di impotenza tecnica delle Banche centrali di fronte ai capricci dei mercati spinge davvero a una più stretta cooperazione. Un risultato concreto di Napoli è che gli incontri tra i 7 ministri del Tesoro e i 7 governatori, finora istituzionalizzati in due all'anno (fine aprile e fine settembre, in occasione degli appuntamenti del Fondo monetario) diverranno tre o quattro. Si è data anche via libera, per una cifra più simbolica che altro, alla richiesta del Fmi di una nuova emissione di «diritti speciali di prelievo» (Sdr, moneta fittizia che accresce la liquidità mondiale) a favore della Russia e degli altri 36 Paesi di recente ammissione. Stefano Lepri

Persone citate: Antonio Martino, Bentsen, Bill Clinton, Edmond Alphandéry, Lloyd Bentsen, Theo Waiigel

Luoghi citati: Basilea, Europa, Giappone, Napoli, Russia, Stati Uniti