Rapita e violentata dopo la notte in discoteca di M. O.

Rapita e violentata dopo la notte in discoteca L'hanno anche minacciata: «Se parli, sei finita». E in città nascono le ronde anti-aggressione Rapita e violentata dopo la notte in discoteca Bologna, ragazza di 23 anni ostaggio per ore di quattro giovani BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una notte di orrori. L'incubo è apparso sulle colline, cammuffato dietro a un atto di cortesia e si è rivelato lungo il tragitto in auto per esplodere in un appartamento, dove una ragazza di 23 anni è stata seviziata e violentata per ore da quattro giovani, bianchi, italiani e in possesso di un posto di lavoro. Una follia avvenuta l'altra scorsa notte a Bologna, teatro negli ultimi mesi di una recrudescenza della violenza contro le donne, che ha spinto alcune associazioni femminili e consigli di quartiere a chiedere l'intervento del sindaco per proteggere quella che sino all'altro ieri sembrava 1 una liberta garantita per entrambi i sessi: vivere la notte, e soprattutto viverla d'estate, quando le colline di Bologna si animano di iniziative e offrono fresco t; divertimento a basso prezzo. Stefania - il nome è puramente convenzionale - è un'appassionata di basket. L'altra sera, con un amico e un'amica, va ad assistere a una partita, poi i tre decidono di andare a cena in una vecchia osteria del centro, dove fanno delle chiacchiere e bevono qualche bicchiere. Per finire la serata, si dirigono al «Frigo», un locale all'aperto nel parrò Cavaioni, sulle prime colline della città. Oui Stefania conosce un giovane, lascia la compagnia e si mette a ballare con lui. Ad un certo punto, lui allunga le mani e fa qualche avance un po' pesante. Stefania non ci sta: lo allontana bruscamente. Lui allora si scusa, chiede perdono: «Non volevo offenderti», l'assicura, «Ti accompagno a casa per farmi perdonare». La ragazza crede sia sincero e si fida. Pochi minuti e si accorge dell'errore: da dietro l'auto sbucano altri tre ragazzi, amici del suo partner occasionale. La obbligano a salire e comincia il calvario: offese e molestie per tutto il tragitto. Ma l'orrore deve ancora arrivare. Stefania viene fatta scendere dall'auto e trascinata in un appartamento. Qui, i quattro amici infieriscono a turno su di lei, la violentano anche con un oggetto e la picchiano selvaggiamente. E' quasi l'alba quando viene liberata. «Se parli, sei finita», la minacciano. Ma poche ore dopo, Stefania si rivolge alla polizia, raccontando tutta la storia indicando particolari che poti ìbbero dare una svolta veloce all'indugine condotta dal sostituto procuratore Alberto Candì. Al pronto soccorso dell'ospedale «Sant'Orsola» le vengono medicate ferite ed ecchimosi e curato un principio di emorragia. Stefania ora è in attesa di rivedere in manette i suoi carnefici. L'episodio dell'altra notte è solo l'ultimo di un elenco molto lungo di violenze. Almeno cinque prostitute sono state aggredite, derubate e violentate in questi ultimi mesi. Ma per qualunque donna la notte a Bologna è diventata meno sicura. Al Fossolo, quartiere-dormitorio, un'insegnante di cinquant'anni è stata violentata nel giardino condominiale mentre stava rientrando a casa, e altre tre donne hanno subito aggressioni. La luce del giorno non è sempre una tutela. Una studentessa è stata violentata due mesi fa mentre stava facendo jogging al parco dei Cedri e una signora di quarant'anni è stata picchiata e stuprata al pomeriggio, sotto un cavalcavia, mentre stava andando a prendere il figlio a scuola. Le associazioni delle donne hanno chiesto al Comune un piano di sicurezza, maggior luce e taxi notturni a tariffe scontate. Mentre nei quartieri, gruppi di volontari hanno costituito delle pattuglie che a turno vigilano sui punti più a rischio. [m. o.]

Persone citate: Alberto Candì

Luoghi citati: Bologna