«E un'azione dimostrativa legata al vertice di Napoli» di Giovanni Bianconi

«E' un'azione dimostrativa legata al vertice di Napoli» «E' un'azione dimostrativa legata al vertice di Napoli» IL MINISTRO MARONI ROMA LN1STRO Maroni, che valutazione dà del fallito attentato alla Borsa di Milano? «La mia valutazione è che sia un fatto collegato al vertice del G7. L'apparato di sicurezza molto forte attuato a Napoli ha indotto qualcuno a fare le sue azioni dimostrative lontano da quella città, e in quest'ottica i luoghi più a rischio sono Roma e Milano. Non è un caso che abbiamo potenziato il controllo e la sorveglianza anche lì. Grazie alla vigilanza e alla collaborazione dei cittadini, siamo riusciti ad evitare l'attentato». Lei parla di azioni dimostrative. Che cosa poteva succedere? «Al massimo un bel botto e qualche danno materiale, ma niente di più. D'altra parte la Borsa era chiusa, tutto è avvenuto alle 6 di mattina, in giro per strada non c'era quasi nessuno. E l'ordigno, anche se ben confezionato, era comunque rudimentale. Lo ripe- to, potevano verificarsi solo danni materiali, quindi era un'azione dimostrativa». Come quelle contro i magazzini della Standa di una settimana fa, che lei definì un segnale al governo. Può esserci un filo di collegamento con quegli episodi? Sono opera dello stesso gruppo, dello stesso ambiente? «Dello stesso ambiente credo di sì, dello stesso gruppo non lo so. L'ambiente è quello che nei rapporti burocratici che arrivano al ministero viene definito "antagonista". Si tratta di quell'area dell'Autonomia che ultimamente ha dato segni di vitalità e di grande attivismo. Sono stati riattivati contatti con alcuni pezzi del mondo brigatista ed extraparlamentare, che nell'ultimo mese hanno svolto attività di propaganda concentrata proprio sulla riunione del G7. E non deve sorprendere se poi il fatto si è svolto lontano da Napoli, proprio a causa delle misure di sicurezza». Chi sono questi ex-brigatisti con cui sono stati riallacciati i contatti? «Non si tratta di personaggi di prim'ordine, né di secondo. Sono persone che negli anni del terrorismo sono state in qualche modo collegate con i settori brigatisti, e che adesso sono toniate a muoversi nel mondo dell'Autonomia. Ma la loro azione, secondo la mia analisi, non è finalizzata a riaprire la stagione del terrorismo o ad una campagna di attentati. Queste non sono bombe che vogliono far male, ma solo dei 'grossi petardi' da far scoppiare a scopo dimostrativo, che noi ovviamente cerchiamo di evitare». Ma come si muove quest'area? Che cosa fanno? «Guardi, è un'attività che si svolge tutta alla luce del sole, li conosciamo e li teniamo sotto controllo. Nel mese di giugno, ad esempio, ci sono stati contatti in tutta Italia, tra Nord, Centro e Sud, con un'attività di propaganda che aveva per oggetto il G7, fatta di comunicati, bollettini ad uso interno in nessuno dei quali, naturalmente, si annunciava un attentato. Ma il collegamento con l'episodio di Milano è evidente, come evidente è lo scopo esclusivamente dimostrativo. Vogliono far vedere che l'area 'antagonista' esiste ed è in grado di colpire, nonostante l'opera di prevenzione». Lei è preoccupato di questo? «No, non lo sono perché da parte degli investigatori non c'è alcun segnale di preoccupazione. Tutte le attività di questi circoli sono sotto controllo». Ha parlato con Berlusconi dopo il ritrovameno della bomba? «No. Io sono stato informato dal capo della polizia che oggi e domani rimarrà al ministero per vigilare in ogni momento». Giovanni Bianconi «I colpevoli militano in frange autonomiste Ma non ci spaventano» Il ministro dell'Interno Roberto Maroni

Persone citate: Berlusconi, Maroni, Roberto Maroni

Luoghi citati: Italia, Milano, Napoli, Roma