Finisce in carcere la carriera della Santona
finisce in carcere la carriera della Santone Napoli, con la «guaritrice di Melito» arrestate altre 9 persone per morti sospette e maltrattamenti finisce in carcere la carriera della Santone Gestiva pensionati-lager per anziani, giro d'affari miliardario NAPOLI. Gli adepti la chiamano con reverenza l'«Immacolata» e credono ciecamente nelle sue doti di guaritrice. C'è chi giura invece che sia soltanto una donna senza scrupoli, che è riuscita a costruire una fortuna sulla pelle di giovani dalla personalità fragile e sul desiderio di tante famiglie facoltose di sbarazzarsi di anziani parenti. Da ieri Rosa Mandato, 55 anni, conosciuta come la «santona di Melito», non va più in giro a bordo della sua Mercedes a ispezionare le tre comunità sparse tra la Campania e il Lazio, dove avvenivano storie da grand guignol. Poliziotti e finanzieri le hanno consegnato un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Napoli Fabio Viparelli con accuse pesanti: associazione per delinquere finalizzata all'abbandono di persone incapaci, abbandono e morte di incapace, somministrazione di sostanze stupefacenti. Finisce dunque con il carcere la carriera della donna che prometteva miracoli, ed è un epilogo per molti versi annunciato fin dal marzo scorso, quando la polizia setacciò i terreni di Verni icino, nel Lazio, e Melito e Casaluce, in Campania, nella infruttuosa ricerca di cadaveri che sospettava di trovare in quei centri descritti come gallerie dell'orrore. L'hanno ammanettata a Villa Patrizia, a Vermicino, ma l'impresa per i poliziotti è stata meno facile del previsto. Si è barricata in una stanza blindata poi ha fatto sapere di essere ammalata. Al carcere di Pozzuoli è giunta a bordo di un'ambulanza. Gli arresti, con le stesse accuse, sono scattati anche per i suoi più stretti collaboratori, i fratelli Pietro, Aldo ed Emanuele Spadaccini, Pietro Mandato, fratello della santona, e per Giuliano, Maria Cristina e Rosalba Alterio, Angela e Rosa Felaco e Lucia De Vita. Sono questi ultimi i ragazzi di cui da tempo i genitori reclamano la «restituzione», sostenendo che erano ostaggi, plagiati dai poteri diabolici della donna. Latitante Patrizia Fioletti, figlia prediletta della Mandato, che a lei ha intitolato le case di riposo. Un business da circa 2 miliardi e mezzo all'anno, l'incasso costituito dalle rette versate dai familiari dei degenti (le prestazioni fornite dai «volontari» erano del tutto gratuite). Subito dopo gli arresti è cominciato l'esodo dei circa cento degenti, trasferiti su disposizione della magistratura in strutture pubbliche. Da brividi lo scenario descritto dagli inquirenti. Nei centri non vi è personale né attrezzature idonee a curare i degenti, in massima parte «incapaci di intendere e di volere, con patologie psichiatriche, non autosufficienti o soggetti affetti da neoplasie allo stato terminale». L'alimentazione non segue alcun principio dietetico se è vero che i diabetici vengono nutriti con dolci, chi si lamenta viene curato con gli stupefacenti. Un esempio per tutti: Aldo Spadaccini, assolutamente privo di cognizioni di medicina e chinirgia, ha operato un paziente con un elettrobisturi. La santona e i suoi discepoli erano da tempo nel mirino della giustizia. Un processo per circonvenzione d'incapace è stato sospeso nei mesi scorsi, quando sono emersi reati ben più gravi rispetto a quelli contestati. Un agente di polizia, che quando smette la divisa si occupa da frate terziario francescano dei problemi dei bisognosi, aveva soccorso Ciro Vesci, un ragazzo fuggito dalla comunità. Lui gli aveva raccontato allucinanti storie di violenza. Tra i tanti episodi riferiti dal testimone, vi era anche l'«esemplare» punizione inflitta ad un ammalato costretto a sostare seminudo in cortile in una gelida serata invernale. Enzo La Penna Rosa Mandato, 55 anni, conosciuta come la «santona» di Melito. è finita in carcere per associazione per delinquere
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