Estorcevano denaro per pagare i legali ai capi del clan

Estorcevano denaro per pagare i legali ai capi del clan Lecce, affiliati alla «Scu» Estorcevano denaro per pagare i legali ai capi del clan LECCE. Non è detto che le estorsioni servano solo ad arricchire, a finanziare imprese criminose. Possono essere utilizzate anche per altri scopi. Come è venuto alla luce in Puglia. Avrebbero dovuto pagare con il danaro estorto ad imprenditori le spese processuali per gli affiliati alla Sacra Corona Unita imputati nel maxiprocesso in corso dinanzi alla corte d'assise di Lecce: per questo cinque giovani con precedenti penali avrebbero minacciato ripetutamente piccoli e medi imprenditori del Leccese chiedendo ad ognuno 30 milioni di lire. I cinque, i fratelli Antonio e Luca Taiuro, di 21 e 20 anni, Andrea Maletesta, di 18, Claudio Vitale, di 24, e Giancarlo Mattei, di 23, tutti di Surbo (un paese in provincia di Lecce), sono stati arrestati ieri mattina dai carabinieri in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere per concorso in tentativo di estorsione continuata ed aggravata. I provvedimenti sono stati emessi dal giudice delle indagini preliminari presso il tribunale di Lecce Oronzo Fersini su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica della Dda di Lecce Antonio De Donno. [Ansai

Persone citate: Andrea Maletesta, Antonio De Donno, Claudio Vitale, Giancarlo Mattei, Luca Taiuro, Oronzo Fersini

Luoghi citati: Lecce, Puglia, Surbo