L'Islam divide i sette Grandi di Enzo Bettiza
Economia: Clinton e Tokyo più vicini, ma il dollaro continua a crollare Economia: Clinton e Tokyo più vicini, ma il dollaro continua a crollare I/Islam divide i sette Grandi Algeria, la nave della strage non era protetta SE IL SUD ARRIVA IN CASA M EDITERRANEO amaro. Dovrebbe essere questo oggi, dopo il massacro algerino che ha coperto di lutto l'Italia, il punto numero uno sull'agenda dei lavori in corso sul tavolo del G7. L'infuocata questione del Sud nel mondo è infatti esplosa non a caso nel momento in cui giungevano a Napoli, antica capitale mediterranea, i massimi rappresentanti delle più stagionate democrazie industriali alle quali appare ormai aggregata per metà, nella figura di Eltsin, anche la maggiore neodemocrazia postcomunista. Come al solito, sembrava che pure questo ennesimo incontro fra i privilegiati del mondo dovesse risolversi in una sorta di maestoso spettacolo terapeutico, volto a risanare con appropriate tecniche curative i guasti nel metabolismo capitalistico internazionale: la burrasca valutaria coinvolgente dollaro e yen, la guerra fredda commerciale fra America e Giappone, la disoccupazione da ricchezza e da progresso tecnologico, la Russia ancora in bilico fra disordine di piano e caos di mercato, le insidie inflazionistiche che minacciano la ripresa occidentale dopo la recessione. Dopo un incontro al Quirinale scattano i veti dei partiti di governo: così salta la nomina dei nuovi vertici Nella maggioranza scoppia la guerra della Rai Bocciati i nomi scelti da Pivetti e Scognamiglio, An accusa Scalfaro Conto salato per Poggiolini Lo Stato chiede 15 mila miliardi Monreale, il vescovo nei guai c ON problemi ben più seri come quelli che l'Italia ha davanti, e con ospiti del livello di quelli che a Napoli sono a consulto per affrontare i mali dell'economia mondiale, si rischia il ridicolo a dire che per un giorno - un altro giorno, nuovamente! - la politica italiana e i maggiori vertici dello Stato si sono avvitati, e bloccati, sull'annosa questione Rai. Invece, questa dettagliata tabella di marcia, che avrebbe dovuto conferire all'incontro napoletano dei sette, o degli otto, quasi il carattere di un breve soggiorno in una clinica di lusso, è stata brutalmente oscurata dalla deflagrazione nordafricana che è solo la spia del più vasto incendio serpeggiante per l'intero Mediterraneo dall'Algeria alla Bosnia, dall'Egitto a Gaza fino al Libano meridionale. Geograficamente, fisicamente, prima ancora che politicamente, il G7 ha dato d'un tratto l'impressione di essere come assediato dalla lava dei contrasti, dei conflitti, delle tragedie che il Sud del mondo secerne, con partico- Enzo Bettiza CONTINUA A PAG. 4 PRIMA COLONNA La cordiale stretta di mano fra Bill Clinton e Silvio Berlusconi [FOTO ANSA] di F. Grignetti e A. Ravidà A PAGINA 8 DIETRO LE QUINTE HILLARY la first lady sui sentieri di Jackie Kennedy A PAGINA 3 CLINTON Una pizza gratis e ilgelato tra la folia A PAGINA 4 ILMENU' Pasta tricolore per i Grandi a Caste/ dell'Ovo A PAGINA 4 MUNDIAL Quattro calci di Berlusconi coi ragazzi A PAGINA 4 ROMA. Scoppia la guerra della Rai. Bocciati i nomi scelti da Pivetti e Scognamiglio, nell'ordine: Ennio Presutti, Letizia Moratti, Franco Mugherli, Alfio Marchini e Franco Cardini. In panchina Francesco Gentile e Mario Spagnol. Sponsor politici? Nessuno, perché la lottizzazione è finita. Comunque: Forza Italia, cattolici, Alleanza Nazionale, Lega. Sempre nell'ordine. Ma, dopo l'incontro al Quirinale scattano i «veti incrociati». Il problema si chiama Francesco Gentile, «il Miglio di An», lo chiamano i missini. Pivetti si impunta su Cardini, lo studioso del medioevo, cattolico e moderato. Il problema, denunciano quelli di An, è che si cerca di far passare Cardini per uno dei loro, giustificando così l'esclusione di Gentile, che è loro per davvero. Stanco di liti, Berlusconi, reduce da una telefonata con Fini, dà il veto definitivo. Alla fine, tutti d'accordo: meglio rinviare. G. Cerniti, M. Gramellini e A. Minzolini A PAG. 7 Uno studio su «Lancet»: NAPOLI. La strage di Djendjen, - sette marinai sgozzati sulla nave italiana che non era protetta -, ha proiettato il problema del terrorismo islamico al centro del G7, provocando una spaccatura tra Usa e Francia, con il nostro governo schierato piuttosto nettamente con i primi. In una Napoli surrealisticamente composta, la 20a riunione annuale dei capi di governo dei sette Paesi più industrializzati del mondo prende così il via tra tensioni più forti di quanto un'agenda tutto sommato modesta lasciasse prevedere. Ridotto all'osso il problema è: quale l'atteggiamento migliore da tenere nei confronti del governo algerino per evitare che il fondamentalismo prenda il sopravvento in un Paese chiave del Nord Africa? Sul piano economico (con il dollaro che continua a crollare) la ormai storica divisione tra Washington e Tokyo sul problema del protezionismo nelle importazioni americane in Giappone sembra meno netta. Bacarani, Cirillo, Di Robilant Fornari, Lepri, Milone, Orengo e Passarmi ALLE PAG. 2, 3,4,5 E 6
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