«Mi piacciono gli Aerosmith»

«Mi piacciono gli Aerosmith» «Mi piacciono gli Aerosmith» MILANO. Poi dicono che il giornalismo eroico non esiste più. I numerosi cronisti che seguono la tre giorni della Woodstock italiana al parco Aquatica - 12 ore al giorno di musica, dalle 10 del mattino a notte fonda sono ammassati sotto una piccola tenda con almeno quarantadue gradi di temperatura, s.mza acqua né toilettos a disposizione, con i tavoli che ballano ad ogni passaggio sul palchetto improvvisato; si vede gente seduta al computer in boxer, con il ventaglio in una mano e l'altra che picchia sui tasti. Fuori, il sole è stato cocentissimo per tutto il giorno, tanto che il pronto soccorso ha registrato, nei suoi interventi (non notevoli fino a sera) soprattutto cure per piccole insolazioni. Abbiamo visto un ragazzo che si aggirava paonazzo davanti e pallidissimo dietro, non essendosi evidentemente mai alzato dal suo posto nel prato in tante ore; abbiamo visto gran sfoggio di tatuaggi e nudità, e ragazzi sdraiati sull'erba secca in pantaloncini corti dormire tranquillamente nonostante il frastuono della musica. Ma questa è la routine classica dei megaconcerti. L'establishment non ha snobbato la manifestazione rock, per una volta: è passato a fare un salto a «Sonoria» l'assessore alla Cultura di Milano Philippe Daverio ed è arrivato a curiosare persino il ministro per le riforme istituzionali Speroni. Ma allora le piace il rock, quello duro, il metal? «Mi piacciono gli Aerosmith». Non era mai accaduto. Sul palco, a riempire i lunghi intervalli fra un gruppo e l'altro, il comico Leo Bassi vestito in perfetto stile Berlusconi sobillava sornione la folla. Folla per modo di dire, perché almeno fino alle 18 non ci sono state più di cinquemila persone, diventate poi ottomila verso sera, quando si attendeva l'arrivo dei Whitesnake, i primi dei tre gruppi cosiddetti heavy metal che avrebbero poi chiuso. Di musica se n'è ascoltata davvero tanta, a partire dai monaci tibetani che con i loro cori hanno creato un'atmosfera irreale per uno spazio rock e che torneranno stasera con Bob Dylan. L'Italia è stata rappresentata dai Timoria, gruppo emergente che fa musica sempre più energica e venata di metallo, non priva di rude efficacia. Bravissimo poi Steve Lukather con la sua chitarra, in un set trascinante. Curioso l'inserimento di Huey Lewis and The News, che in mezzo a tanti muscolacci e a tante chitarre svisate ha invece proposto un rock raffinato ed elegante, in smoking, accolto benissimo anche dal pubblico più grunge. I nerovestiti Whitesnake, capitanati dal biondo nerboruto Coverdale, hanno offerto le ballate heavy di cui sono specialisti, fra grandissimi applausi. E dopo un po' è scesa la sera, con Sepultura e Aerosmith. lm. ven]

Persone citate: Berlusconi, Bob Dylan, Huey Lewis, Leo Bassi, Philippe Daverio, Steve Lukather

Luoghi citati: Italia, Milano