Medusa lo sguardo che incanta i lettori

i l caso. Su Tuttolibri Frutterò e Lucentini rimpiangono la celebre collana, ora da Mondadori filtra una speranza per schiere di fedeli i l caso. Su Tuttolibri Frutterò e Lucentini rimpiangono la celebre collana, ora da Mondadori filtra una speranza per schiere di fedeli Medusajo sguardo che incanta i lettori Dal 33 al 71 ha portato in Italia i grandi, forse rinascerà «Non capisco la frecciata - replica il direttore editoriale della Mondadori, Gian Arturo Ferrari -. La donna della domenica potrebbe andare di nuovo nella Varia o negli Scrittori italiani o negli Omnibus. Dov'è la difficoltà di collocazione? Con Malerba, La Capria, Consolo, Bellow, Rushdie, Philip Roth, Susan Sontag e tanti altri, non s'è mai avuta: la Mondadori ha più possibilità di inserimento di qualunque altro editore italiano, dalle 10 mila lire di un Oscar alle 65 mila lire di un Meridiano. Spero di pubblicare tutta l'opera di Frutterò e Lucentini nei Meridiani... Che a loro piaccia essere pubblicati da Adelphi, è un altro discorso. Ma quando Adelphi porterà in economica La donna della domenica, dove andranno per rilanciare un'altra volta il loro romanzo? Dal Melangolo?». C'è però la questione di fondo. Ammette Ferrari: «Frutterò e Lucentini hanno ragione quando rilevano che i nostri titoli sono talvolta poco visibili, non hanno copertine subito identificabili». E il il MILANO A Medusa rinasce? Davvero tornano quei celebri il libri dalla copertina verde il e oro, dove il viso della Gorgone aveva le alucce alle tempie e i serpentelli al posto dei capelli? Portarono da noi gran parte della migliore letteratura straniera contemporanea dagli Anni 30 in poi. Li volle Arnoldo Mondadori in persona. Sembrerebbe di sì: la Medusa può riapparire fin dal '95. Il sasso l'hanno tirato Frutterò e Lucentini: sabato su Tuttolibri, rispondendo alle domande di Nico Orengo, hanno detto che il loro best seller mondadoriano del '72 La donna della domenica lo ripubblicano da Adelphi perché la Mondadori soffre di «negligenza collocativa: non ha più una collana forte, visibile, di letteratura, come fu a suo tempo la Medusa». All'inizio Alain-Fournier Mutazioni genetiche da fiim-horror Ogni anno, stesso periodo, stessi malesseri... come da copione. Come sempre fra giugno e luglio, in molte zone si ripete in massa il rito del diserbo, non solo quello «selettivo» di certa agricoltura solo chimica, ma anche quello «ad azione totale» nelle aree industriali, stradali, autostradali, ferroviarie... Nella mia piccola città s'incontrano tante persone, spossate dai malesseri già sopportati (ma pronti a ripetersi, allorché viene rifatto il diserbo chimico, dopo lo giornate di pioggia). Alcuni si ristabiliscono in 3-4 giorni, (dopo febbre, nausea, vomito, dissenteria) mentre altri trascinano anche per settimane le sofferenze. Infine, 0 quadro da mutazioni genetiche del tipo «film-horror» (poiché molti vengono colpiti anche da manifestazioni pruriginose soprattutto al viso, gonfiori innaturali alle palpebre, dolori alle orbite oculari, desquamazioni cutanee...), ha come sfondo piante e piantine improvvisamente ingiallite o «bruciate» sui balconi e nei giardini. E' naturale tutto ciò, proprio all'inizio della stagione che dovrebbe rendere rigogliosa e verdissima la vegetazione? Molti casalesi hanno firmato una petizione al nuovo Ministro della Sanità, con la richiesta di urgente revisione dei pesticidi ammessi in Italia (da tanti anni mai effettuata...). La salvaguardia della salute pubblica passa anche attraverso un'opera di prevenzione, come il controllo dei veleni chimici «approvati», sparsi sui terreni, diffusi dal vento e infiltrati nelle falde acquifere durante le piogge. Paola B. Ribom Casale Monferrato Non distruggete l'amore per il lavoro Ricorre in questi ultimi tempi un gran parlare di professionalità. In particolare moltissimi affermano che «sta alla professionalità dei sostituti procuratori capire se un collaboratore della giustizia ò pentito «Po | spiega che la Mondadori non ha collane forti di narrativa perché ha forti gli autori: da decenni la Mondadori punta sugli autori, tanto da dedicargli apposite collane. Una politica che però non basta più. Per questo in casa editrice stanno decidendo di varare quanto prima una nuova serie a prezzo medio, fra gli Oscar e le collane alte, in cui giocare la narrativa più sicura. Due le ipotesi: o riprendere la Medusa o lanciare una collana tutta nuova; in tutt'e due le possibilità si sta valutando se limitare la scelta al catalogo pressoché sterminato della casa oppure aprirsi anche alle novità. Con una nuova Medusa si risolverebbero pure altri casi di autori che emigrano dagli spalti mondadoriani: «Noi facciamo una politica di trincea, di prima linea - spiega Ferrari -. Puntiamo sugli autori nuovi, sulle nuove tendenze. Abbiamo così perso scrittori come Simenon, Nabokov, Piovene ecc. La nuova collana potrebbe far brillare ancora le stelle del nostro catalogo». Dunque, la mitica Medusa. Apparve nel '33: il primo titolo fu 11 grande amico di Alain-Fournier. Costava nove lire. Seguirono Destini di Mauriac, 1 sotterranei del lettere AL GIORNA «Potremmo rilanciarla, per far brillare ancora le stelle del nostro catalogo» Da Mann a Mauriac, da Roth a Joyce, Hemingway, Hesse, Kerouac Del Buono: «Ho letto tutto lì». E Calindri ha tutti i535 volumi Vaticano di Gide, Le storie di Giacobbe di Mann, e poi Dos Passos, Faulkner, Hemingway, Steinbeck, Greene, Joyce, Joseph Roth, Hesse, Colette, la Woolf, la Blixen... Un empireo. L'ultimo titolo fu Programmazione omicidi di Loren Singer: numero 535, nel '71. che tre italiani: Saba, Pratolini e Parise (con quattro libri, e tutte riedizioni, non novità). Inquieti, contraddittori Anni 30. Fu «il decennio delle traduzioni», come lo chiamò Pavese. Da una parte un fascismo eretico, scalpitante, ansioso di aprirsi al nuovo e di chiudere i conti con il passato: «Non ho mai letto tanto come allora - ricorda il critico Giorgio Zampa -. Solo gli ipocriti e gli ignoranti sostengono che c'erano angustie e censure. Quando andai militare a Torino nel '40, in vetrina da Fogola c'era il Journal di Gide nella Plèiade di Gallimard: lo comprai subito». Dall'altra parte un diffuso animo angusto e risentito, impregnato di nazionalismo passatista; l'anti-americanismo aveva vigore: si avversava il macchinismo, il fordi¬ smo, il «confortismo»; lo yankee incarnava cattivo gusto e basso materialismo. La Medusa, che aprì le tipografie ai venti d'Oltralpe e d'Oltreoceano, conta ancora oggi molti lettori nostalgici. Come Giorgio Zampa: «Che cosa saremmo stati, senza di lei?». Come Oreste del Buono: «Ho letto tutto lì». Ma poi: «Non ho più nessuna Medusa. Ho buttato. Una volta è venuto il camion di un contadino, parente del portinaio: ho fatto fuori cinquemila libri. Non avevo spazio. 0 loro o io. Tengo soltanto libri di storia, costume, epistolari: ora lavoro su personaggi reali e non ho più bisogno di narrativa. Quel che ho letto ho letto.... I libri che mi restano li manderò in donazione all'Elba, alla Biblioteca di Marina di Campo, dove «Il decennio delle traduzioni» Sull'onda del successo nacque la «Medusa degli italiani», dal '47 al '61 : pubblicò 128 titoli. Era di colore arancione: il perfido Quasimodo la ribattezzò «Merdusa». E dal '34 al '67 ecco i «Quaderni della Medusa»: 75 titoli. E dal '79 all'86, il canto del cigno con «I libri della Medusa»: vi comparvero an¬ :;:::::;:::::::::::::;:::;::::;:::::::: ALE scrive con la "o", perché il loro presidente l'aveva scritto senza». Un ricordo amaro: «Vittorio Sereni diceva che io pubblicavo solo i miei amici. Amici che si chiamavano Kerouac, Burroughs, Ginsberg, Ferlinghetti. Detestava gli americani: nella Medusa voleva una maggiore presenza francese. Mi ha fatto licenziare dalla Mondadori». I libri della Medusa sono sempre più introvabili. Qualche copia si incontra nei Remainders: «Ho ancora La morte in Messico di Rulfo e La campana di vetro di Anai's Nin - dice Renato ZanganeUi in Galleria Vittorio Emanuele a Milano -. Li vendo a ottomila e a seimila lire». Alla libreria Giolitti di Torino, da Renato Licata, «non c'è più nulla». A lato Fernanda Pivano, che come consulente della Mondadori si batté per fare accogliere nella Medusa Scott Fitzgerald. Qui sopra e in basso a sinistra altri due autori della collana: | Jack Kerouac e Ernest Hemingway sono impazienti: mi telefonano ogni settimana per sapere se sono morto». «Ero una povera consulente»: è la voce di Fernanda Pivano. «Io non sono importante, ma ho fatto del mio meglio: mi sono battuta per Fitzgerald, il cui Grande Gatsby era finito nei Romanzi della Palma, una sorta di Harmony, con la fascetta "Ecco un esempio della letteratura decadente d'America che rappresenta la società demo-pluto-giudaico-massonica". Riuscii a portare Fitzgerald alla dignità della Medusa». Un'altra battaglia fu per Kerouac: «Non ne volevano sapere, di Sulla strada. Una sera incontro Arnoldo Mondadori a una festa: "Presidente - gli dico - ho un libro che le farà guadagnare tanti soldi". Estrae subito un piccolo bloc-notes da cento lire, uguale a quelli usati dallo stesso Kerouac, e si appunta il nome, ma senza la "o". Feci poi molta fatica a convincere quelli della casa editrice che Kerouac si E presso i bibliofili? «Nessuno mi ha chiesto un romanzo della Medusa negli ultimi cinque anni», risponde Alberto Zioni Moretti, dell'omonima libreria antiquaria a Milano. Il prezzo di un autentico volume Anni 30 varierebbe tra le 20 e le 50 mila lire. Non molto: «E' perché ne hanno stampate e ristampate molte copie», spiega Moretti. Esistono i collezionisti della Medusa. Un club, una setta. L'attore Ernesto Calindri, per esempio: ha tutti i 535 volumi della prima serie gloriosa. «Per anni sono andato in giro con l'elenco dei numeri mancanti in tasca - racconta l'attore, 85 anni, prossimo all'ennesimo debutto con una commedia scritta da due figli -. La soubrette Elena Giusti me ne ha trovati due rari. E adesso, pover'uomo? di Hans Fallada, il numero due del '33, mi ha fatto impazzire. Alla fine l'ho trovato». Carlo Frutterò e Franco Lucentini Al centro il marchio della Medusa: «Senza di lei, che cosa saremmo stati?» si domanda il critico Giorgio Zampa, uno dei tanti nostalgici I collezionisti Quasi una setta Claudio Alta rocca