La mafia Spa da 100 mila miliardi

> Nel Nord controllati da Cosa Nostra un bar su tre e il 20% delle imprese edili > Nel Nord controllati da Cosa Nostra un bar su tre e il 20% delle imprese edili La mafia, Spa da 100 mila miliardi Affari con jeans e racket > ROMA. Un bar su tre del Nord è di proprietà della mafia. Se indossate dei jeans o le mutande «spiritose» che si vedono in giro, o abiti ed orologi «firme-false», attenti: con molta probabilità si tratta di resti smaltiti in casa, ma provenienti da una vasta produzione che Cosa Nostra ha destinato all'ex Urss. Occhio alle finanziarie: nascondono il sistema di riciclaggio dei narcodollari e si comportano alla stregua degli usurai. Le mafie italiane hanno un volume d'affari che supera i centomila miliardi di lire. E sapete a quanto ammonta il «tetto» dell'economia illegale nel mondo? Siamo sui 900 mila miliardi. Cifre da capogiro che, tuttavia, nascondono un pericolo maggiore: quello dell'apertura delle nuove frontiere del crimine. La Russia sembra il nuovo Eldorado di Cosa Nostra, tanto da aver attirato gli americani che hanno impiantato una succursale del mitico Fbi. Esiste il ragionevole sospetto che i russi, non disponendo di altra moneta pregiata, abbiano preso l'abitudine di regolare i loro conti coi boss pagando con armamenti provenienti dai vecchi arsenali o, peggio, con uranio. Questo il grido d'allarme lanciato da Fipe e Confcommercio, dopo aver analizzato i risultati di uno studio sull'economia mafiosa sintetizzata in un volume intitolato «I beni al sole della Crime Company». Un quadro fosco - soprattutto perla inadeguatezza dei cosiddetti mezzi di contrasto sul piano delle leggi reso ancora più preoccupante dalla prospettiva che Cosa Nostra possa aumentare il suo potenziale «bellico» con armi nuove e addirittura con l'uranio che, come tutti sanno, può servire anche a confezionare la bomba atomica. Lo studio della Fipe-Confcommercio si apre con la storia della Banca di Cassino, abortita sul nascere perché si è scoperta la dubbia origine di molti dei suoi soci. Un episodio che, da solo, la dice lunga sulle mire economico-finanziarie di Cosa Nostra. Le mani dappertutto. Cosa Nostra controllerebbe in Italia il 20% delle imprese edili, il 19% delle attività commerciali, il 24% dei grossi centri di smistamento di prodotti agricoli, il 14% degli ipermercati, almeno la metà delle finanziarie. C'è poi l'enorme patrimonio immobiliare e il crescente controllo esercitato su aziende manufatturiere e agricole, su società di servizi, di import-export e villaggi turistici. Totale investimenti: 85 mila miliardi. Mutande e falsi Valentino. I russi indossano calze, giacche, jeans e mutande prodotte da Cosa Nostra. L'ex Urss è meta di vagoni di falsi orologi Sanyo (prodotti con macchine speciali in Campania), transistor alla «napoletana», preservativi di marca giapponese entrati in Europa con la mediazione della mafia. Anche abiti Valentino, naturalmente falsi. I broker. Sono loro che «lavano» i soldi. Un esempio per capire. I narcotrafficanti colombiani fanno trovare 30 milioni di dollari, in contanti o in titoli, per esempio sulla piazza di Madrid. I broker li acquistano con denaro pulito, pagandoli 24 milioni. Ci guadagnano tutti: i broker che incassano sei milioni di ROMA. La dottoressa Liliana Ferrara, fino ad oggi responsabile della Direzione generale degli affari penali del ministero della Giustizia, è stata nominata consigliere di Stato. Lo ha comunicato al termine del Consiglio dei ministri il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta. Salernitana, 50 anni, Ferrara aveva lavorato alla Direzione generale degli affari penali fino a diventarne il responsabile due anni fa, dopo l'uccisione di Giovanni Falcone del quale era stata, a Roma, la principale collaboratrice. I due magistrati avevano iniziato a lavorare assieme all'inizio degli Anni 80, nel periodo in cui alla procura di Palermo era nato il pool antimafia. La Ferrara collaborava con Falcone, Caponnetto e gli altri magistrati per quel che riguardava le attrezzature e l'informatizzazione degli uffici. Quando nel '91, Falcone venne a dirigere gli affari penali, Ferrara fu il suo braccio destro. [Ansa] LILIANA FERRAR© MILANO. Un miliardo: questa la cifra che un medico, una clinica e una compagnia di assicurazioni dovranno pagare per la morte di una donna infettata da epatite attraverso una trasfusione dopo un parto cesareo. La vicenda risale al 1985, la donna si chiamava Silvia Cerami e aveva 34 anni. [Ansa] IL VOLUME DI AFFARI ANNUO DELLA "CRIME COMPANY" - Y URE STIME IN MILIARDI DI URE Padova, pm denuncia avvocato puerpera 18.500 DROGA PROSTITUZIONE GIOCO D'AZZARDO TOTONERO COMMERCIO D'ARMI USURA INTERMEDIAZIONI FALSI IN COMMERCIO SMALTIMENTO RIFIUTI TOSSICI RACKET ATTIVITÀ' COMMERCIALI ATTIVITÀ' IMMOBILIARI PRODOTTI PER L'EDILIZIA FRÒDI ALIMENTÀRI ATTIVITÀ' DI IMPORT-EXPORT ALTRE ATTIVITÀ' 18.500 3.200 4.600 5.000 2.800 16.500 7.000 3.700 1.200 2.700 11.500 14.200 2.200 3.500 9.400 3.000 109.000 MILIARDI DI LIRE PADOVA. Una legale di Padova, l'avv. Antonella Tomasello, è stata segnalata su iniziativa del pm all'ordine degli avvocati perché sia valutato il fatto che la donna ha accettato un incarico concomitante con la data presunta del parto. E per causa della sua maternità un'udienza è stata rinviata. [m. g. r.] TOTALE uccide. E cominciano per me i giorni più infami. Arrivano come avvoltoi i cronisti. Un fotografo mi vuole assolutamente fotografare. Io lo scongiuro di lasciar perdere. Allora lui mi mostra una vecchia foto mia con mio marito e mi dice: guardi che se non si fa fotografare ora, sono costretto a pubblicare questa. Racconto tutto alla polizia. Alcuni degli usurai vengono arrestati. Ho due figlie splendide che studiano e mi aiutano al negozio. Non ho più paura di nulla, ho preso coraggio». nsigliò» alla vittima le opere rubate

Persone citate: Antonella Tomasello, Caponnetto, Crime, Ferrara, Gianni Letta, Giovanni Falcone, La Ferrara, Liliana Ferrara, Silvia Cerami