Va alla scuola di guerra in coma

Va alla scuola di guerra: in coma Va alla scuola di guerra: in coma Un cameraman Rai al corso di sopravvivenza ma non in pericolo di vita. Soltanto alcuni giorni fa un altro giornalista, Marcello Ugolini, romano, aveva dovuto abbandonare prima del tempo il ritiro di Venzone per una frattura al piede destro. E anche durante il primo corso c'era stato qualche lieve infortunio. Quello in svolgimento alla caserma Feruglio è il secondo corso di addestramento per gli inviati di guerra della Rai, corsi voluti e organizzati dopo che sui fronti jugoslavo e somalo cinque tra giornalisti e telecineoperatori erano morti. Ieri il secondo corso per inviati Rai rischiava di terminare prima del tempo. C'è stato un vertice tra i vicedirettori della testata per l'informazione regionale della Rai, Molinari e Chiodi, e il generale Scaranari. Hanno deciso: il corso va avanti. Ma con una raccomandazione: da oggi, occhio agli spericolati... |m. m.l UDINE. Si è sciolto i lacci che lo tenevano legato e si è «gettato» dalla jeep in corsa. Gli ò andata male. Voleva fare come Rambo, ma si stava soltanto preparando a missioni di lavoro in mezzo alla guerra. E' terminata con il ricovero al reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Udine l'impresa di un telecineope latore, inviato della Rai, che assieme ad altri colleghi si stava esercitando a Venzone, alla caserma Feruglio, comando del battaglione alpini Tolmezzo. Giacomo Cerina, 35 anni, di Trecate, vicino a Novara, mercoledì alle 21,30 era uscito dalla caserma su un mezzo militare assieme al gruppo di giornalisti che si sta esercitando per spedizioni al fronte. Meta: un addestramento notturno a Bor da no, una località a pochi chilo metri dalla base. La prova con sisteva in un sequestro simula to. I giornalisti dovevano far finla di essere stati assaltati da un commando armato dei para del Col Moschin, catturati e, infine, legati. «Ma non reagite» hanno raccomandato gli assistenti al corso. Cerina, però, quell'ordine non l'ha ascoltato e voleva dimostrare ai militari che seguono il gruppo tutta la sua abilita. Ma hanno prevalso, forse, un pizzico di incoscienza e di leggerezza. In silenzio, ò riuscito ad allentare i lacci che lo bloccavano. Poi si è lanciato dalla camionetta in corsa, ma ha battuto la testa. I primi soccorsi glieli ha prestati l'ufficiala medico, sotto gli occhi del comandante della brigata alpina Julia, generale Scaranari. Cerina ò stato ricoverato prima all'ospedale di Genuina, poi in quello di Udine, al I primo reparto di terapia inten| siva. Li l'ha raggiunto la moglie | Jane. I medici si sono riservati i la prognosi per il grave trauma e la frattura cranica riportati, ì L'operatore ò in coma vigile,

Luoghi citati: Novara, Tolmezzo, Trecate, Udine, Venzone